Green Pass, come siamo diventati dittatori di noi stessi
Il giornale britannico The Spectator, con un gustoso articolo a firma di Nicholas Farrell, smonta tutte le tesi (anzi: le “isterie”) del Green Pass. Da un punto di vista scientifico non ha senso. È solo un "esercizio di insensata tirannia" del governo Draghi. E la colpa non è solo del governo. Ma dello spirito filo-dittatoriale di noi italiani.
Con la guerra alle porte dell’Ucraina, il mondo avrà sicuramente altre cose a cui pensare. Ma l’Italia, nel suo piccolo, non cessa di far notizia e destare curiosità. Il giornale britannico The Spectator, con un gustoso articolo a firma di Nicholas Farrell, smonta tutte le tesi (anzi: le “isterie”) del Green Pass.
Farrell è stato subito accusato di essere un inglese che vive una vita agiata in Italia e nutre simpatie fasciste. Come c’era da attendersi, si punta a screditare la fonte prima ancora di leggere. Eppure il “fascista” Farrell, che dimostra una grande attenzione per la libertà degli italiani, sottolinea tutte le assurdità delle scelte del governo Draghi. Proprio quando nel resto d’Europa, nel Regno Unito soprattutto, si allentano le restrizioni, l’Italia sta continuando a chiudere. Alla base dell’adozione del Green Pass: «… fu la previsione che avrebbe incrementato il numero dei vaccini, creato spazi sicuri per i vaccinati, e quindi ridotto i casi, le ospedalizzazioni e i morti di Covid. Non ha ottenuto nessuno di questi risultati. Ciò nonostante, le regole in materia sono diventate molto più draconiane». Quindi è ideologia e non una misura sanitaria: «Osannato come un grande successo con religioso fervore dal governo italiano di unità nazionale, guidato dal premier non eletto ed ex capo della banca centrale europea Mario Draghi, “il Green Pass” è stato in realtà nient'altro che un esercizio di insensata tirannia». Costituzionalisti, prego astenetevi: più tardi nello stesso articolo Farrell dimostra di conoscere benissimo il nostro sistema parlamentare. Per premier “non eletto” intende un premier che non è espressione di alcun partito o coalizione votati da una maggioranza.
Di ideologia si tratta, perché i dati parlano chiaro: «Che la loro ossessiva fede nelle meraviglie del “Green Pass” sia totalmente priva di senso risulta evidente da una comparazione tra i dati di Italia e Gran Bretagna, che non ha avuto propriamente nessuna forma di lasciapassare vaccinale». Sugli effetti del Green Pass e poi il Super Green Pass, Farrell scrive: «Se avessero funzionato, i tassi di infezione italiani avrebbero dovuto essere molto inferiori a quelli della Gran Bretagna. Ma al contrario dall'inizio dell'ultima grande ondata “a sombrero” causata a dicembre dalla variante Omicron, l'Italia ha avuto un numero di contagi Covid molto simile a quella della Gran Bretagna, che non aveva il pass». E: «La spiegazione, naturalmente, è che nonostante tutti quei Green Pass, i vaccinati italiani si contagiano tra loro».
Nessuno vuole ammettere la colpa e tornare sui suoi passi, ormai, perché la narrazione costruita attorno all’introduzione di queste misure è andata troppo oltre. Sarebbe impossibile dire “scusate abbiamo sbagliato”, dopo che a mezzo milione (almeno) di italiani è stato addirittura sospeso il lavoro e lo stipendio. E dopo l’ostracismo subito dai non vaccinati, è sempre più difficile reintegrarli nella normale vita sociale. L’aspetto più doloroso notato da Farrell, infatti, è proprio quello sociale: «In ogni caso, non è la natura anti-democratica dei governi italiani a spiegare il regime italiano dei passaporti vaccinali, ma la natura filo-dittatoriale degli italiani». Per essere un “fascista”, questo giornalista britannico dimostra più sensibilità al tema della libertà rispetto a molti osservatori italiani.
Come non notare che le misure più dittatoriali imposte negli ultimi due anni, sono state chieste a gran voce da un popolo spaventato? Per giustificare misure quali il divieto di manifestare, il divieto di lavorare se non a certe condizioni, il divieto di viaggiare, in alcuni periodi addirittura la proibizione di uscire di casa, se non con una giustificazione scritta, per accettare i droni della polizia che inseguono i cittadini, gli scioperi vietati, gli sport vietati, il coprifuoco in tempo di pace, abbiamo fatto ricorso a una serie di trucchi lessicali e logici, per ingannare noi stessi soprattutto. Ci siamo detti che l’importante è rispettare le regole e che il Green Pass è come un semaforo rosso: non ci pensi neppure a passare col rosso, quando sei in auto, allo stesso modo non ci pensi neppure a entrare in un bar senza lasciapassare verde, concesso dallo Stato per buona condotta vaccinale. Abbiamo accettato tutto questo, così come abbiamo accettato i discorsi di odio (ultimo tabù del XXI Secolo) purché rivolti ai non vaccinati. E abbiamo accettato, durante il lockdown, che i vicini di casa denunciassero le feste in cortile e alcuni sindaci invitassero a tirare secchi d’acqua contro chi usciva per strada. Abbiamo tollerato che governatori delle regioni invocassero l’uso del lanciafiamme contro gli studenti universitari che festeggiano la laurea o il napalm sui non vaccinati. Abbiamo accettato tutto questo perché, ebbene sì, noi siamo dittatori di noi stessi.