Green pass, che conto! Sarà un salasso per ristoranti e bar
Secondo Confesercenti l'introduzione del Green pass provocherà un crollo di fatturato di 1,5 miliardi nel solo mese di agosto. In ginocchio soprattutto bar e ristoranti, i più colpiti in inverno. Ma fioccano anche le disdette negli alberghi. In tutte le province si moltiplicano gli allarmi delle associazioni di categoria, per il turismo straniero l'Italia sarà off limits. Eppure, mentre tutti parlano di rilancio e ripresa, nessuno sembra preoccuparsi della debacle che si profila per settori centrali per il nostro pil. Ma l'Italia non era un Paese dall'alta vocazione turistica?
Le motivazioni etiche non sono sufficienti? Quelle sanitarie sul complesso rapporto rischi/benefici nemmeno? Le ricadute sociali sul controllo non spaventano? Almeno guardate il portafoglio. Invece, nulla. L’imminente obbligo del Green pass per diverse attività al chiuso procede nel silenzio tombale e l’unica narrazione offerta dai media mainstream è quella di piazze semi deserte di esaltati che protestano. Ma è solo perché nessuno dei media - e conseguentemente dei politici - osa ascoltare il grido che arriva dalla provincia, dove più velocemente si percepiscono i grandi cambiamenti sociali. È nell’Italia produttiva che si annida l’ennesima emorragia di fatturati che il Green pass provocherà dal 6 agosto.
Qualcuno come Confesercenti li ha già calcolati: 1,5 miliardi di perdita di fatturato per tutte quelle attività che saranno costrette a richiedere il lasciapassare verde, 300 milioni solo per i ristoranti. E parliamo solo per il mese di agosto, che inizia così sotto pessimi auspici e con una ondata di disdette, soprattutto dall’estero che c’è, ma si tace.
Basta sfogliare i giornali degli ultimi giorni far rendersene conto.
Gli albergatori bellunesi lamentano già una pioggia di disdette (Belluno vuol dire Cortina d’Ampezzo) e chiedono aiuti ai parlamentari veneti. A Massa la presidentessa della Federalberghi apuana, titolare di un prestigioso hotel sulla Versilia, lancia il grido d’allarme: «C’è chi disdice e c’è chi chiama per avere rassicurazioni: le 72 ore dopo la conferenza stampa del governo sul green pass, io e lo staff siamo diventati centralinisti». Il referente di Confartigianato della stessa zona conferma: «Tantissimi turisti, da diverse parti d’Europa stanno cancellando le loro vacanze, a causa di questi ulteriori adempimenti». E prosegue: «Noi siamo favorevoli ai vaccini, tuttavia siamo contrari all’utilizzo di un Green Pass come arma per costringere alla vaccinazione alla gente di andare al ristorante e al bar. I ristoratori non debbono essere usati come capro espiatorio».
In Trentino non va meglio: «Penalizzate le famiglie con figli (sopra i 12 anni), costrette a fare un tampone ogni 48 ore per accedere al ristorante con un costo non indifferente. Dopo un inverno nero - dice il presidente di Asat Gianni Battaiola - le regole annunciate a luglio ci schiacciano».
L’insolito “giro d’Italia” fa tappa in Puglia dove Federturismo Confindustria riferisce che più che le disdette sono le nuove prenotazioni che stentano ad arrivare
Secondo il decreto del Governo, per soggiornare in un albergo non serve la certificazione, ma serve invece per cenare all’interno di un ristorante o consumare in un bar o una sala da tè. Impossibile per una persona che sceglie un albergo accettare di rinchiudersi dentro la hall per tutta la vacanza. Meglio andare altrove.
E infatti è così. Almeno per il turismo straniero, che era un vanto della nostra industria turistica. I più colpiti saranno dunque gli esercenti del settore turistico, dalle gelaterie ai parchi acquatici e di divertimento. Gli stessi falcidiati da una stagione invernale ai minimi termini e che vedranno assottigliarsi ancora di più i loro margini per approdare presto alla crisi nera. E ricorrere così alle elemosine statali quest’autunno con un decreto apposito per una logica che si sta facendo ormai cronica: non lavorate, c’è il sussidio dello Stato.
La crisi riguarda anche il settore del turismo religioso. I francescani del santuario de La Verna hanno annunciato che chiederanno il green pass per utilizzare la struttura alberghiera e ristorativa dell’eremo reso celebre dal poverello d’Assisi. Fortunatamente, per il momento, stando a una verifica fatta dalla Bussola, ci sarà accesso libero alla chiesa e soprattutto alla cappella delle stimmate, che si trova all’esterno.
A dire di no, vista l’incertezza del momento è soprattutto il turismo estero, dicevamo. Considerato che la popolazione vaccinata nel mondo è il 14,5%, ne consegue che l’Italia dal 6 agosto sarà potenzialmente off limits per 85 persone su cento. Per una terra che ha il 100% di coste balneabili, città d’arte uniche al mondo, siti archeologici tra i più vasti e vette alpine e appenniniche tutte percorribili, se non è un tirarsi la zappa sui piedi, che cos’è?
Si pone però una domanda: perché chi lavora nel settore turistico non alza la voce di fronte a numeri che preannunciano un’imminente débâcle economica per il Paese e il suo Pil?