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LE PAROLE DI GEMMATO

Governo a due velocità, ma ormai è tempo di free vax

Alle parole di buon senso del Sottosegretario alla Sanità Gemmato, che ha proposto di riservare la vaccinazione solo ai cluster a rischio fanno da contraltare quelle del Ministro Schillaci, che ha avviato la campagna di massa per la quarta dose. Ma si impone ormai un metodo free vax, anche perché Pfizer e Moderna stanno iniziando a studiare sul serio i danni da vaccino. 

Editoriali 16_11_2022

Le dichiarazioni dell’altro giorno del Sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato fanno sperare in una svolta importante delle politiche pandemiche nella direzione del buon senso e della ragionevolezza scientifica. Gemmato ha dichiarato che la quarta dose non ha senso che venga fatta a tutti, ma dovrebbe essere riservata esclusivamente per le persone che sono a rischio. «Non ha senso consigliare la quarta dose di vaccino anti-Covid a chi non è a rischio di morire a causa del virus». Queste le parole con cui ha annunciato un cambio di approccio alla vaccinazione anti-Covid, un cambiamento significativo, perché apre ad una visione Free Vax.

Finora abbiamo assistito ad uno scontro tra i vaccinisti senza se e senza ma e coloro che si oppongono al siero. La prospettiva che apre il sottosegretario è quella invece di una libertà di scelta: se vuoi essere vaccinato, lo Stato ti mette a disposizione tutti i vaccini che vuoi; se invece ritieni che non sia necessario sottoporti a questa pratica, sei libero di declinare l’offerta (e non più l’imposizione).

Contemporaneamente infatti alle dichiarazioni del Sottosegretario, rintuzzate poi dalla solita polemica politica tesa a chiederne le sue dimissioni, anche il Ministro Schillaci è intervenuto, ricordando che “è importante proseguire la campagna vaccinale contro il Covid-19 e l'influenza per assicurare un'alta copertura degli anziani e dei fragili”. Insomma: la strategia vaccinale del Governo Meloni sembra essere quella di proporre e non imporre.

La scelta Free Vax ha suscitato le reazioni veementi degli ultras della vaccinazione, da Ricciardi – l’ex consigliere di Speranza e consulente del Vaticano - che ha dichiarato che “Gemmato va in direzione opposta alla scienza”, senza peraltro specificare quale e in che modo, fino all’irriducibile Bassetti. Ciò che ha provocato la rabbia degli estremisti sì vax è stato il modo assolutamente preciso, logico e circostanziato con il quale il Sottosegretario ha illustrato i motivi delle sue indicazioni: il richiamo vaccinale non è necessario per chi sta bene, per chi appartiene ad un cluster che non ha mortalità,  sia per analisi costo-beneficio, sia “perché vi sono delle reazioni avverse all’assunzione di farmaci e di vaccini”.

Questa affermazione in particolare ha suscitato la rabbia dei nostalgici di Draghi e Speranza, e delle vaccinazioni Covid imposte coercitivamente. “L’idea di questo ministero ,– ha spiegato Gemmato – è quella di mettere in sicurezza i cluster che hanno dato mortalità. Sono dati di epidemiologia medica, statistici, non si inventa nulla: si vede che i cluster che danno mortalità sono i fragili, gli anziani, gli immunodepressi. Quelle sono le persone alle quali noi consigliamo di vaccinarsi e lo consigliamo in maniera forte e puntuale”. Per tutti gli altri, per le persone che evidentemente non muoiono contraendo il virus, men che meno in quest’epoca storica in cui abbiamo il 2% di occupazione di terapie intensive, non è necessario farlo.

La valutazione dei costi e dei benefici di queste dosi deve tenere conto anche dei dati sugli effetti avversi dopo la vaccinazione Covid, e da questo punto di vista le aziende farmaceutiche stanno agendo con molta più accortezza di quanto non facciano le virus star e i politici vaccinisti ad oltranza.

Sia Pfizer che Moderna stanno lanciando studi clinici per tenere traccia dei problemi di salute associati al vaccino negli adolescenti e nei giovani adulti. Moderna ha già avviato due sperimentazioni, la più recente a settembre. Pfizer ha confermato che almeno uno dei suoi studi, che includerà fino a 500 adolescenti e giovani adulti sotto i 21 anni, dovrebbe iniziare nei prossimi due mesi. La Food and Drug Administration americana ha richiesto che i produttori di farmaci conducano diversi studi che valutino i potenziali impatti a lungo termine della miocardite, come condizione per l’approvazione dei vaccini mRNA Covid negli Stati Uniti. I primi risultati della ricerca potrebbero essere pubblicati già il prossimo anno, ma intanto è già disponibile uno studio condotto da ricercatori canadesi pubblicato negli scorsi giorni  sul Journal of American College of Cardiology, sul rischio di sviluppare problemi cardiaci dopo due dosi vaccino a mRNA nelle persone al di sotto dei 40 anni di età. Lo studio era osservazionale, il che significa che non dimostra causa ed effetto, ma è uno dei pochi studi a confrontare il rischio di miocardite tra i vaccini Pfizer e Moderna.

Tutto questo avvalora la posizione prudenziale che sembra prendere l’attuale Governo. La pandemia nella sua tragicità ha messo la salute al centro dell'agenda politica ma anche economica e sociale, e oggi superata la fase emergenziale dobbiamo guardare oltre e lavorare per risolvere le criticità che la gestione dell'emergenza ha portato alla luce. Non è più tempo di faziosità, ma di buon senso e ragionevolezza scientifica.