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DIRITTI INALIENABILI

Gli Usa lanciano la sfida alla dittatura dei nuovi diritti

Il segretario di Stato Usa Pompeo presenta la bozza del Rapporto della Commissione per i Diritti inalienabili: riaffermato il diritto alla vita e alla libertà dati dal Creatore, i nuovi diritti sono espressione di lobby. Proteste delle multinazionali dell'aborto e dei centri di potere Lgbt. 

Libertà religiosa 27_07_2020

Il Segretario di Stato USA Mike Pompeo ha scelto la città di Philadelphia, luogo nel quale nel 1776 i padri fondatori USA sottoscrissero la Dichiarazione di Indipendenza dal Regno inglese, per presentare al paese i primi esiti del lavoro della Commissione di Esperti sui Diritti Inalienabili, da lui chiamati  l’8 luglio 2019 perché fornissero una guida di riferimento all'intera politica estera americana.

La Commissione è presieduta dalla prestigiosissima professoressa May Ann Glendon, già chiamata da San Giovanni Paolo II alla guida della Accademia Pontificia di Scienze Sociali nel 2000 ed una dei massimi esperti mondiali di diritto costituzionale e comparato e vede anche il bravissimo e apprezzatissimo italiano Paolo Carrozza (professore a Notre Dame) tra i membri

Mike Pompeo lo scorso 16 luglio 2020 ha riaffermato inequivocabilmente il valore e riferimento assoluto e per tutta la politica estera USA dei diritti inalienabili, chiedendo un ritorno ai principi fondatori dell'America, lo ha fatto presentando la bozza del Report della Commissione sui diritti inalienabili.

«I fondatori dell'America non hanno inventato i diritti inalienabili ma hanno affermato molto chiaramente nella Dichiarazione d'Indipendenza che essi sono evidenti, cioè… che  gli esseri umani sono stati creati uguali e dotati dal loro Creatore di alcuni diritti inalienabili... tra [quelli] sono la Vita, la Libertà e la Ricerca della felicità», ha ribadito Pompeo. In un contesto globale nel quale la sfida quotidiana, nelle istituzioni internazionali, nella politica interna e nello stesso dibattito pubblico, è costituita dalla rincorsa verso “nuovi diritti” civili, per lo più privilegi reali di lobby e gruppuscoli limitatissimi di interessi, il realismo ricordato da Mike Pompeo e in tutto il Report degli esperti, è una rivoluzione copernicana.

Riaffermare l’evidenza della realtà, in un mondo dove regnano confusione e menzogna, è un atto di coraggio e sfida commoventi. Pompeo ha poi proseguito dicendo con chiarezza: «Non possiamo fare del bene - in patria o all'estero - se non sappiamo esattamente in cosa crediamo e perché ci crediamo. Ed è per questo che ho chiesto alla Professoressa Mary Ann Glendon di formare una commissione composta da alcuni dei più illustri studiosi ed esperti, ho  chiesto loro di non scoprire nuovi principi, ma di fornire consigli sui diritti umani fondati sui principi fondanti della nostra nazione e sui principi della Dichiarazione universale dei diritti umani del 1948. Perché senza questo fondamento i nostri sforzi per proteggere e promuovere i diritti umani sono immotivati e, quindi, destinati a fallire».

Quante volte lo abbiamo ripetuto e quante notizie riportate dai giornalisti di queste colonne ce lo ricordano continuamente? Senza fondamento solido, senza una reale e veritiera pietra angolare, il relativismo e le sabbie mobili della società liquida (evanescente) inghiottono l’umanità sotto le spinte di egoismi, interessi finanziari, tirannie di minoranze e privilegi di pochi.

Il globalismo "senza frontiere", ci ricorda ancora Pompeo e il Report degli esperti, è una descrizione perfetta della pericolosa farsa mascherata in nome dei diritti, che  minaccia i diritti inalienabili degli individui e dell'unità naturale e fondamentale del gruppo della società, la famiglia. «Lo sforzo di chiudere il dibattito legittimo riformulando le preferenze politiche opinabili come imperativi fissi e indiscutibili dei diritti umani, promuove l'intolleranza e ostacola la riconciliazione, svaluta i diritti fondamentali e nega i diritti in nome dei diritti».

Sul traffico dei diritti insaziabili, già nel 2006 la Professoressa Glendon, il Professor  Carrozza, l’ex Presidente della Corte Costituzionale Italiana Paolo Grosso e l’attuale giudice della Corte stessa, Professor  Luca Antonini, avevano ben illustrato i pericoli devastanti che stavamo correndo. Non dimentichiamo la straordinaria Omelia del Cardinale Ratzinger  del 18 aprile 2005, Pro Eligendo Romano Pontefice, ed il suo richiamo profetico alla “dittatura del relativismo”.  

L’insidiosa minaccia ai diritti umani riverbera nelle sale del potere in tutto il mondo e nelle Nazioni Unite. «La prodigiosa espansione dei diritti umani», dice la bozza del Rapporto, in «molte diverse agenzie delle Nazioni Unite, sistemi regionali per i diritti umani» e «decine di trattati, centinaia di risoluzioni e dichiarazioni, e migliaia di disposizioni che codificano i diritti umani individuali... ha indebolito piuttosto che rafforzare le rivendicazioni dei diritti umani e ha spinto i più svantaggiati ai diventare più vulnerabili».

La descrizione richiama alla mente il lamento di Papa Francesco secondo cui «la rivoluzione dei modi e della morale ha spesso sventolato la bandiera della libertà, ma in realtà ha portato devastazioni spirituali e materiali a innumerevoli esseri umani, specialmente ai più poveri e vulnerabili».

Non c'è da stupirsi che la bozza del Rapporto abbia attirato un fuoco di pesanti polemiche da parte delle organizzazioni come, ad esempio,  il Centro per i Diritti Riproduttivi, una delle più grandi multinazionali dell’aborto, che ha lamentato che «l'istituzione, la composizione e il processo della Commissione stessa sono improprie e i suoi sforzi mal guidati», e ha contestato «la falsa narrativa creata dal Segretario di Stato e perpetuata dai membri della Commissione». C’è da stupirsi che i tipi di Human Rights Watch, beneficiari della donazioni di Soros, si dicano molto preoccupati «dagli sforzi unilaterali degli esperti che ignorano i diritti LGBTI e dell’aborto».  (Tutti i commenti scritti che sono stati presentati alla Commissione sono online, e ulteriori commenti pubblici possono essere inviati a commission@state.gov fino al 30 luglio).

Critiche, ma anche tantissimi apprezzamenti, tra gli altri il network globale per la promozione della famiglia naturale IOFThe Heritage Foundation, etc.

«Possiamo far luce sugli abusi dicendo la verità», ha dichiarato il Segretario di Stato USA Pompeo, e «dobbiamo insistere sulla giustezza e la pertinenza dei principi fondatori dell'America» e dei diritti inalienabili della Dichiarazione Universale del 1948. Dinanzi al «dramma (reale) dell’umanesimo ateo», previsto con lungimiranza da Henry De Lubac nel 1945 e successivamente ribadito da Augusto Del Noce (“Il Problema dell’Ateismo”, 1964;  “Il suicido della rivoluzione”, 1978) gli USA con queste decisioni politiche e questo Rapporto,  rispondono con una opera/azione di inculturazione epocale che merita di essere studiata non solo in tutte le scuole americane, ma anche in Europa ed in Italia. Se non torniamo ai diritti inalienabili, al riconoscimento di quel Creatore, ogni diritto (più o meno fondamentale) ci sarà concesso o negato da minoranze tiranniche e temporanee. Non c’è altra strada nemmeno per noi cristiani,  per rispondere alla chiamata di Joseph Ratzinger di divenire una “minoranza creativa”, consapevole e coraggiosa.