Gli islamisti scarcerati per errore o riaccolti in Europa
Un tribunale tedesco ha stabilito che la recente deportazione in Tunisia di Sami Aidoudi - un islamista sospettato di essere una guardia del corpo dell'ex leader di al Qaeda Osama bin Laden - era illegale e che, a spese del contribuente, deve essere immediatamente riportato in Germania. In Francia invece, un islamista detenuto è stato scarcerato a causa di un errore del giudice.
Il leader dello Stato Islamico, Abu Bakr al Baghdadi, è tornato. In queste ore ha diffuso un nuovo messaggio audio, il primo da circa un anno. Gli analisti del SITE Intelligence Group hanno giudicato il messaggio come autentico – o almeno ne sono abbastanza convinti -, e sembra essere stato registrato nelle scorse settimane. La registrazione dura circa un’ora, e Baghdadi si concentra più sui nemici del gruppo che sul fatto che lo stato islamico abbia mantenuto solo il 2 per cento del territorio che controllava all’apice del potere.
“Give Glad Tidings to the Patient”, così è stato intitolato il nuovo messaggio audio. Un messaggio di 55 minuti, simile nel tono, nella lingua e nelle esortazioni a quello dello scorso anno, e pubblicato da Al-Furqan Media: ala mediatica del gruppo utilizzata per la diffusione dei monologhi audio della leadership del movimento.
Give Glad Tidings to the Patient: Dai la Buona Notizia al Paziente, è così che hanno voluto battezzare il messaggio. Perché la pazienza nell’islam è un concetto importantissimo e viene ripetuta per ben 90 volte nel Corano costituendo quasi metà della fede musulmana. L'essenza della pazienza è il credere nella volontà di Allah.
E pazienti con la giustizia devono essere stati i jihadisti a zonzo per l’Europa: pare che Allah li abbia già premiati.
Un tribunale tedesco ha infatti stabilito che la recente deportazione in Tunisia di Sami Aidoudi - un islamista sospettato di essere una guardia del corpo dell'ex leader di al Qaeda Osama bin Laden e di cui abbiamo già scritto su queste pagine - era illegale e che, a spese del contribuente, deve essere immediatamente riportato in Germania. Una sentenza che pone, ancora una volta, sotto una luce inquietante la natura del sistema giudiziario tedesco. Un sistema che sembra fin troppo politicizzato, e in cui i giudici ricoprono il ruolo di attivisti impegnati nello scontro con i parlamentari che negli ultimi mesi si stanno impegnando ad accelerare le deportazioni.
Aidoudi è stato riportato nel suo paese di origine il 13 luglio, dopo anni di manovre con i tribunali che gli hanno permesso di rimanere in Germania perché, secondo i suoi legali, in Tunisia rischia di “essere sottoposto a torture”. Tra il 2006 e il giugno 2018, il caso di Aidoudi è stato discusso per quattordici volte nei tribunali della Renania Settentrionale-Vestfalia, secondo il Ministero della Giustizia.
Aidoudi, un islamista salafita, è arrivato per la prima volta in Germania nel 1997 e prima degli attentati dell’11 settembre ha trascorso un periodo di addestramento in Afghanistan e Pakistan: è quanto danno per certo le autorità tedesche, secondo le quali in quel periodo è stato alla sequela di Bin Laden.
Da allora, è stato sotto sorveglianza da parte dell'intelligence tedesca per propaganda islamista e aver tentato, con successo, di radicalizzare i giovani musulmani. Aveva relazioni "di vasta portata" con le reti salafita e jihadiste, secondo un rapporto ufficiale trapelato dalla stampa tedesca.
C’è anche un video pubblicato dallo Spiegel che mostra il nostro uomo mentre predica secondo i dettami salafiti, mentre un altro, ancora più esplicito, è stato rimosso da YouTube. E fa sorridere se il nostro uomo ritornerà in Europa proprio a ridosso dell’ultima chiamata contro i crociati di Aidoudi. Ma non è solo in Germania che le cose funzionano al contrario. In questi giorni la Francia ha riportato a piede libero un jihadista “per errore”.
Qualid B. un islamista che, fino a poco tempo fa, era detenuto in custodia in un carcere francese in vista del processo programmato per novembre. L'uomo però è stato scarcerato lo scorso aprile a causa di un errore del giudice istruttore che ha dimenticato di confermare la sua detenzione provvisoria. Una dimenticanza che potrebbe esser fatale, anche se il presunto jihadista si trova sotto “stretto controllo giudiziario”, come fa sapere il ministero della Giustizia francese.
Le accuse nei confronti di Oualid sono pesantissime. Infatti, insieme a Reda Bekhale e ai suoi fratelli, ha ordito le trame dell’attentato alla metropolitana di Lione nel 2014. E, sempre secondo l'accusa, Oualid avrebbe anche reclutato diversi combattenti da mandare in Sira per combattere il jihad.
Il ministro della Giustizia Nicole Belloubet, ha avviato un'ispezione “per capire come si sia potuto verificare un atto dalle conseguenze potenzialmente gravi, visto il profilo pesante dell'interessato”. Ma la frittata è ormai fatta.
Il giornale francese Le Canard enchainé ha inoltre fatto sapere che il giudice responsabile dell'errore sarebbe stato invitato a dimettersi dai suoi superiori. Anche perché, nel frattempo, Oualid è stato sorpreso a guidare senza patente e sul suo telefono sono state trovate immagini di jihadisti armati e video di propaganda dell'Isis. Forse anche quello di Abu Bakr al Baghdadi.
Ma un giudice inquirente ha dimenticato di rinnovare la detenzione provvisoria di Oualid B, che ha portato alla sua scarcerazione automatica.