Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
IL BELLO DELLA LITURGIA

Gli animali dell'Apocalisse e i quattro Evangelisti

I quattro esseri viventi di cui parla Giovanni nell’Apocalisse devono la loro fisionomia alla fusione di due fonti profetiche: Ezechiele, cui appare il tetramorfo carro del Signore, e Isaia i cui alati serafini intonano il Trisaghion. Saranno poi i Padri della Chiesa a riconoscere in queste creature i simboli degli Evangelisti, contribuendo l’arte paleocristiana a definirne e diffonderne la canonica interpretazione.

Cultura 21_11_2020

Cristo in trono tra i simboli degli Evangelisti – Parma, Battistero di San Giovanni (interno)

In mezzo al trono e attorno al trono vi erano quattro esseri viventi, pieni d’occhi davanti e dietro. Il primo vivente era simile a un leone; il secondo vivente era simile a un vitello; il terzo vivente aveva l’aspetto come di uomo; il quarto vivente era simile a un’aquila che vola” (Ap 4, 6 -7)

I quattro esseri viventi di cui parla Giovanni nell’Apocalisse devono la loro fisionomia alla fusione, operata dall’Evangelista, di due autorevoli fonti profetiche: Ezechiele, cui appare il portentoso, tetramorfo carro del Signore, e Isaia i cui alati serafini, librandosi intorno al trono di Dio, intonano il Trisaghion, inno di lode. Saranno poi i Padri della Chiesa, a partire dal II secolo, a riconoscere in queste creature i simboli degli Evangelisti, contribuendo notevolmente l’arte paleocristiana a definirne e diffonderne la canonica interpretazione.

Tra le prime trasposizioni in immagine del brano giovanneo è da annoverare una delle formelle della porta lignea della basilica di Santa Sabina a Roma. Il rilievo ricavato nella tavola di cipresso mostra un giovane Cristo trionfante, principio e fine del mondo - come si evince dall’Alfa e dall’Omega incise ai Suoi lati - e fonte di Vita, come segnala la mandorla in cui è inscritta la figura. È circondato dai quattro animali apocalittici che letti in senso orario sono l’aquila, il leone, il vitello e l’uomo/angelo.

Il V secolo, cui risalgono i battenti romani, segnò l’inizio della fortuna di questo motivo iconografico che trovò la sua ideale collocazione nelle cupole, nei catini e negli archi absidali, di volta in volta fissato sulle diverse superfici dai colori dei frescanti oppure, ancor più frequentemente, dalle tessere di preziosi mosaici, bizantini e non. Nel Mausoleo di Galla Placidia a Ravenna, per esempio, la volta stellata mostra nei pennacchi le figure del tetramorfo, mentre il numero quattro, quanti sono i punti cardinali, esplicita la destinazione universale della salvifica teofania qui rappresentata al centro della cupola dalla croce dorata.

Che al leone corrisponda Marco, all’aquila Giovanni, all’uomo/angelo Matteo e al vitello Luca, come codificato da san Girolamo sulla base degli incipit dei loro rispettivi testi canonici, l’arte lo svela, nel VI secolo per la prima volta, nelle relative porzioni del bellissimo apparato musivo del presbiterio della basilica di San Vitale, ravennate anch’essa. Sullo sfondo di un verde paesaggio roccioso, gli Evangelisti compaiono, singolarmente, sotto forma umana, col proprio libro tra le mani, sormontato ciascuno dal suo simbolo.

Continua Giovanni: Ed ecco, c’era un trono nel cielo, e sul trono Uno stava seduto. Colui che stava seduto era simile nell’aspetto a diaspro e cornalina. Un arcobaleno simile nell’aspetto a smeraldo avvolgeva il trono”.

Le sedici grandi nicchie istoriate che all’interno del Battistero di Parma duplicano la planimetria ottagonale, simbolo di eternità, sono decorate con scene realizzate tra il XIII e il XIV secolo. Sullo sfondo di un cielo trapunto di stelle, il tetramorfo - ai cui lati due cherubini calpestano draghi, significando la vittoria del bene sul male - ne occupa una. E, come riportato dall’ultimo libro neotestamentario, circonda il Cristo benedicente assiso su un trono, il manto rosso e azzurro che Lo contraddistingue.

Il regale Salvatore è iscritto in una mandorla che se qui mostra colori un po’ sbiaditi dal tempo, altrove, in soggetti analoghi, è variopinta come un arcobaleno, prodigioso strumento di collegamento tra la dimensione umana e quella divina. La sua tonalità predominante è il verde che esprime la speranza della misericordia e nella potenza di Dio, unico Signore del tempo e della storia. Alle quattro creature viventi dell’Apocalisse spetta il compito di annunciare al mondo intero questa verità.