Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
San Colombano a cura di Ermes Dovico

LETTERATURA

Gli angeli di Eugenio Corti

«La mia impressione è che quando
in un qualsiasi posto la forza del male sembra diventata invincibile, san Michele arriva...».

Cultura 31_12_2010
Eugenio Corti

«"Angeli di Dio, che siete i nostri custodi" invocò mentalmente, rivolgendosi com'era sua abitudine non solo al proprio ma anche all'angelo della moglie: "custodite noi che vi fummo affidati dalla pietà celeste...". Che incantevole preghiera era questa! Gli uomini e gli angeli che si danno una mano e lottano insieme...».

Nella parte conclusiva del romanzo Il cavallo rosso, Eugenio Corti rappresenta il proprio doppio narrativo, lo scrittore Michele Tintori, durante un viaggio in automobile di ritorno da una conferenza. Energico interprete di una battaglia ideale e di civiltà, Michele rilegge il proprio impegno nella prospettiva del grande combattimento contro il male che travaglia il mondo intero e cerca di farsi spazio nel cuore di ogni uomo.
In questa lotta, della quale in modi diversi danno conto tutte le opere di Corti, in qualunque luogo e tempo siano ambientate, gli angeli sono presenza costante e incontrabile con una concretezza che rasenta la fisicità.

Con identica naturalezza nelle sue pagine si materializzano storie d'amore intense e delicate, violente battaglie sui diversi fronti della seconda guerra mondiale, scene di quotidiana pace familiare e drammi collettivi scatenati dall'ideologia. E, senza che il lettore avverta alcuno strappo, la percezione della presenza dell'angelo custode, seduto su un sasso accanto al protagonista in una notte durante la guerra di liberazione in Italia (Gli ultimi soldati del re) oppure al suo fianco in tanti momenti drammatici della guerra al fronte russo. O ancora nel fruscio delle ali dell'angelo custode che, nel Cavallo rosso, accompagna il giovane Manno nel passaggio dal tempo all'eternità.

Un'intensa sintonia lega il percorso umano e letterario di Corti agli angeli, al punto da lasciare al volo dell'angelo di Michele, che torna a combattere sulla terra dopo aver scortato Alma in paradiso, il compito di chiudere il suo romanzo capolavoro e di spalancare agli occhi del lettore una nuova coscienza del suo compito nel mondo.

A chi si stupisca per questa propensione a rappresentare l'agire angelico così strettamente intrecciato alle minute vicende degli uomini in un autore rigorosamente impastato di cristiana e lombarda concretezza, lo scrittore oppone appunto le ragioni del realismo, in virtù del quale chi scrive è tenuto a documentare anche l'intervento del divino nel mondo. Non il fascino di una suggestione letteraria, ma un'esigenza di verità, in una concezione della scrittura come strumento della battaglia per l'affermazione del bene.

Per questa ragione, accanto agli angeli di ciascuno, nelle pagine cortiane entra spesso in scena, invisibile agli occhi ma ben presente, san Michele, l'arcangelo guerriero amato dallo scrittore per la sua inesausta opposizione al male.

Considera al proposito Corti: «Certo, anche noi che viviamo nella storia dobbiamo combattere contro il male, ma il maggiore di tutti i combattimenti contro il male - il più terribile combattimento che ci sia mai stato - è stato guidato da san Michele nella realtà della trascendenza, e questo non può non avere conseguenze nella nostra realtà terrena, dove i demoni sconfitti continuano a insidiarci: ecco perché, oltre agli angeli di ciascuno di noi, in certi momenti quaggiù interviene lo stesso arcangelo Michele».

Emblematica la rappresentazione del racconto per immagini L'isola del paradiso, che narra quanto è accaduto dopo l'ammutinamento del Bounty ai marinai che inseguivano l'utopia di una vita felice senza regole. L'autore riprende le notizie contenute nelle relazioni coeve a quell'episodio, secondo le quali la comunità degli utopisti devastata dall'odio e dagli omicidi ritrova la possibilità di una vita serena grazie alla Bibbia (l'unico libro scampato alla distruzione del Bounty) e all'apparizione di san Michele. In una situazione in cui la potenza del male sembra aver passato ogni limite, l'arcangelo richiama i superstiti dell'ammutinamento a una verità semplice ma impegnativa: solo il rispetto della legge divina può garantire una vita pienamente umana.

È un'evidenza semplice a chiarire - attraverso l'illetterato marinaio Adam Smith - il senso della presenza del capo degli angeli fedeli tra gli uomini: «La mia impressione è che quando in un posto - dico in qualsiasi posto, grande o anche molto piccolo - la forza del male sembra diventata invincibile, san Michele arriva, compare. Perché? Cosa ti posso dire? Perché quello è... il suo posto, ecco».