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APPROPRAZIONE INDEBITA

Gli affari di Hezbollah con la droga

Hezbollah e il narcotraffico sudamericano, un’alleanza insospettabile ma che (stando
ad indagini condotte negli Stati Uniti) sembrerebbe comprovata dai fatti.

 

Hezbollah e il narcotraffico sudamericano, un’alleanza insospettabile ma che (stando ad indagini condotte negli Stati Uniti) sembrerebbe comprovata dai fatti. La crisi mediorientale che di fatto ha chiuso i rubinetti ai due tradizionali finanziatori del gruppo guidato da Nasrallah, ha costretto i miliziani sciiti libanesi a guardare altrove, a mercati più redditizi. Già un anno fa il presidente Obama aveva accusato  la Lebanese Canadian Bank di riciclare denaro per un circuito dedito allo spaccio di cocaina a livello mondiale. Ora che la banca in questione è stata venduta alla Società Generale de Banque au Liban, si è scoperto molto di più, a cominciare dal complesso sistema che l’organizzazione sciita usa per finanziarsi. Il quadro che emerge è degno di una spy-story, venendo delineato un intreccio che permetteva a Hezbollah di aggirare le sanzioni internazionali grazie a legami con alcuni tra i più grandi cartelli di narcotrafficanti al mondo e in particolare con Ayman Joumaa, arrestato in Virginia per traffico di stupefacenti e considerato da un funzionario della Drug enforcement administration “uno dei più importanti trafficanti di droga al mondo”.

Secondo le indagini condotte negli Stati Uniti, il riciclaggio di denaro era diventato una delle attività principali della Lebanese Canadian Bank: si parla di centinaia di milioni di dollari fatti girare tra diversi conti intestati a ricchi manager con residenza non libanese.  Un sistema ingegnoso che ha consentito a Hezbollah di nascondere ad occhi indiscreti il proprio status finanziario e, soprattutto, il suo coinvolgimento in affari tutt’altro che trasparenti. Si è scoperto, quindi, che l’organizzazione guidata da Nasrallah non vive solo grazie ai sostentamenti provenienti da Teheran e da Damasco (200 milioni di dollari l’anno versati dai due regimi sciiti direttamente nelle casse di Hezbollah), ma che il circuito messo in piedi in questi ultimi anni è stato fondamentale per tenere in vita l’organizzazione filo-iraniana. Sostanzialmente, i proventi della vendita di cocaina venivano riciclati attraverso il cambio valuta dalla Lebanese Canadian Bank, per poi essere utilizzati per acquistare armi destinate ai miliziani sciiti.

Da Il Foglio del 14 dicembre 2011