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intervista al vescovo Ginoux

«Giochi, cerimonia creata per profanare il Cristianesimo»

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«Da due anni i media francesi annunciavano che la serata inaugurale delle Olimpiadi sarebbe stata un evento per decostruire cliché. Le immagini rivoltanti sono state presentate apposta per irridere il cristianesimo e manipolare le coscienze». La cerimonia d'apertura dei Giochi secondo il vescovo francese Ginoux. 
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Ecclesia 08_08_2024

Nonostante i Giochi della XXXIII Olimpiade si avviino alla chiusura, non si è smesso in queste settimane di parlare della cerimonia d'inaugurazione. La performance delle drag queen che ha richiamato a tutti la scena dell'Ultima Cena di Leonardo da Vinci ha provocato indignazione in tutto il mondo, suscitando il biasimo di credenti (non solo cristiani) e non. Sabato scorso, con un certo ritardo, è arrivata anche la nota di protesta della Santa Sede dopo che in questa direzione si era già espressa la Conferenza episcopale francese e numerosi vescovi di tutto il pianeta.

Le immagini di Parigi hanno ferito particolarmente i cattolici francesi, mettendoli nelle condizioni di vedere annacquato l'orgoglio provato per essere i padroni di casa di un grande evento come le Olimpiadi. Uno stato d'animo che traspare in modo inequivocabile in quest'intervista che monsignor Bernard Ginoux, schietto vescovo francese già titolare della diocesi di Montauban, ha concesso sull'argomento alla Nuova Bussola Quotidiana.

Eccellenza, si aspettava tutte le polemiche che ci sono state per la cerimonia inaugurale dei Giochi olimpici di Parigi?
Da mesi, anzi da almeno due anni, i media francesi annunciavano che la serata inaugurale dei Giochi Olimpici sarebbe stata un evento straordinario, folgorante e inaspettatamente innovativo. L'idea era quella di «decostruire i cliché». Queste parole implicavano che gli ideatori avrebbero adottato uno stile decisamente sorprendente, in altre parole, avrebbero messo in scena i cliché del momento, le ideologie propagandate dai think-tank dei circoli di tendenza. Ci si poteva aspettare di vedere riferimenti all'inclusione, al wokismo, al rovesciamento dei codici culturali. In breve, la direzione della cerimonia era chiara: andare oltre il pensiero comune per mostrare lo stravagante, l'inedito e, soprattutto, il provocatorio. In altre parole, l'arte non è altro che l'inversione della realtà e la negazione dei criteri di bellezza. In definitiva, l'artista è colui che impone una falsa percezione della realtà. La sera del 26 luglio lo abbiamo dimostrato al mondo intero. 

Da francese prima ancora che da vescovo, cosa ha provato di fronte alle immagini ormai famose della performance ideata dal direttore artistico Thomas Jolly?
La Francia, madre delle arti e delle lettere, ha presentato uno spettacolo pretenzioso e miserabile allo stesso tempo. La parodia dell'Ultima Cena, il famoso dipinto di Leonardo da Vinci, ha deturpato uno degli episodi più eclatanti della missione di Cristo e dell'attaccamento cristiano all'Eucaristia. 

Sono credibili le giustificazioni arrivate dopo il clamore e in base alle quali la rappresentazione si sarebbe ispirata in realtà ad una cena pagana?
Thomas Jolly ha negato di aver cercato di scioccare qualcuno. Ha invocato un dipinto di un illustre artista sconosciuto (Jan Harmensz van Bijlert, ndr) intitolato "La festa degli dei" per spiegare l'origine della sua messa in scena grottesca e offensiva. Tali scuse a posteriori sono state smentite dagli stessi attori e dalla preparazione dello spettacolo. Le proteste sono arrivate da tutto il mondo, non solo dai cristiani! Lo stesso Erdogan ha espresso il suo disappunto al Papa. 

Cos'altro l'ha colpita negativamente della cerimonia d'inaugurazione di queste Olimpiadi francesi?
Dovremmo anche rivedere la sanguinosa messa in scena dell'esecuzione della regina Maria Antonietta, in cui l'onore della Francia fu deriso sotto l'occhio vigile di un Presidente della Repubblica che era anche co-Principe di Andorra! In un periodo in cui attentati e violenze sono all'ordine del giorno, sfruttare il passato sanguinoso del nostro Paese è un'ulteriore provocazione (o apologia dell'odio?). È inaccettabile quando sosteniamo che i Giochi Olimpici sono un mezzo per promuovere la fratellanza e la pace. Queste immagini sono una profanazione, per non dire un orrore. Gli ideatori non possono dire che non volevano scioccare. Dicendo questo, dimostrano malafede e prendono il pubblico per un branco di idioti. Hanno deliberatamente presentato immagini rivoltanti. Lo stesso vale per alcune sequenze di canzoni. Le canzoni di Aya Nakamura erano piene di linguaggio scurrile, slang e insulti. La "danza" delle clownesche Guardie Repubblicane ridicolizzava questi servitori della nazione. 

Crede che dietro le scelte fatte nella cerimonia ci sia una strategia culturale precisa o sono solo frutto di considerazioni artistiche?
Thomas Jolly, Tony Estanguet e gli altri non sono "perdenti" che hanno fallito nel loro spettacolo. Sebbene ci fossero alcuni elementi positivi in questa mascherata, non hanno compensato il livello di volgarità, oscenità e derisione raggiunto da questi cosiddetti artisti. Hanno cercato di sovvertire i valori culturali e religiosi della Francia, hanno insultato - con il pretesto dell'inclusione - la storia e il cristianesimo, fondamenti della civiltà europea. Si è trattato di una manipolazione della realtà il cui scopo era deridere, calpestare i valori della civiltà occidentale e fare del sarcasmo sulla religione. Ma molti spettatori l'hanno ammirata perché non hanno capito. È da questo pubblico che gli artigiani della "decostruzione" artistica possono arrivare in prima linea ed essere applauditi. 

Che atteggiamento dovremmo avere noi cattolici di fronte a simili scene?
Come fedeli cattolici, non possiamo riconoscere in questo spettacolo la promozione della bellezza, la ricerca del bene dell'uomo, la sua elevazione.