Germania sotto attacco jihadista: dopo Solingen, anche Monaco e Linz
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Dopo l'attentato di Solingen del 23 agosto, altri due attacchi (sventati) dell'Isis. Un attentato al consolato israeliano di Monaco e uno al commissariato di Linz am Rhein.
La Germania è ancora in lutto per le tre vittime dell’attentato di Solingen, dove un terrorista islamico ha ucciso, a coltellate, tre persone del pubblico di un concerto in piazza. Ma quello, a quanto pare, era solo l’inizio. L’attentato di Solingen è del 23 agosto. Appena due settimane dopo, il 5 settembre, un altro terrorista dell’Isis ha cercato di fare una strage a Monaco di Baviera e il giorno dopo un altro affiliato dello stesso gruppo terrorista ha provato a uccidere, a Linz am Rhein, gli agenti della locale stazione di polizia.
Il 5 settembre non è una data casuale: è l’anniversario della strage alle Olimpiadi di Monaco del 1972. I terroristi palestinesi, dell’organizzazione Settembre Nero, presero in ostaggio e assassinarono undici atleti israeliani. Il 5 settembre di 52 anni dopo, giovedì scorso, un uomo è stato avvistato dalla polizia per le vie del centro di Monaco con un fucile a tracolla. Il terrorista ha sparato, prima, al Centro di documentazione sui crimini del nazismo, dove sono raccolti i documenti sulla persecuzione degli ebrei sotto Hitler. Poi puntava a fare una strage al Consolato israeliano, che però in quel momento, proprio per commemorare le vittime del 1972, era temporaneamente chiuso. L’aggressore ha sparato sul consolato, provocando l’immediata reazione della polizia che lo ha freddato, dopo un breve scontro a fuoco. «Durante il contatto con la persona – ha scritto la polizia di Monaco, su X - c’è stato uno scontro a fuoco nel quale il sospettato è stato ferito a morte. Nessuna altra persona è rimasta ferita».
Dopo la sua morte, si è risaliti all’identità dell’uomo col fucile. Era un diciottenne, cittadino austriaco, di Salisburgo, di origine bosniaca. Musulmano, pare si fosse radicalizzato su Internet. Secondo la stampa austriaca (ma le autorità non confermano), gli inquirenti avrebbero trovato sul suo cellulare materiale di propaganda dell’Isis. Essendo cittadino austriaco, non ha avuto problemi a passare la frontiera (un confine dell’area Schengen). Però resta da capire come abbia fatto a girare in pieno centro a Monaco di Baviera, alle 9 di mattina, con un fucile a tracolla. Il fucile aveva anche una baionetta inastata, quindi era un’arma di guerra, a tutti gli effetti. Vista la scelta della data e dei bersagli, è invece chiarissimo il movente: un attentato contro gli ebrei, in odio a Israele. E infatti, Hamas, nei suoi canali Telegram, ha subito celebrato il nuovo “martire” della sua causa.
Mentre le indagini sul fallito attentato di Monaco erano ancora in corso, il giorno dopo, di mattina, un altro uomo, armato di machete, si è precipitato dentro il commissariato di polizia della cittadina di Linz am Rhein (in Renania-Palatinato) urlando “Allahu akhbar!” Per i poliziotti è stato relativamente facile difendersi, perché il commissariato era protetto da una doppia porta. Appena il terrorista ha passato la prima, l’agente di guardia ha chiuso la seconda e poi ha chiuso anche l’ingresso alle spalle del terrorista. Rimasto imprigionato nella piccola anticamera, l’uomo non si è arreso. La polizia gli ha comunicato di aver chiamato rinforzi, ma a calci e spallate ha cercato di sfondare la porta. Da Coblenza, successivamente, è arrivata una squadra delle teste di cuoio che è intervenuta in soccorso ai colleghi. L’aggressore è stato stordito con un taser e arrestato.
Successivamente all’arresto, si è indagato sulla sua identità, scoprendo che è un immigrato albanese di 29 anni. Secondo Michael Eblin, ministro dell’Interno del Land della Renania-Palatinato, non era noto alla polizia come estremista islamico. Ma a quanto pare lo è diventato, perché gli investigatori hanno rinvenuto, nella sua abitazione a Linz am Rhein una bandiera dell’Isis dipinta su una sua parete.
Il mondo germanofono si è risvegliato con la minaccia latente del terrorismo all’inizio di agosto, quando è stato sventato, a Vienna, un attentato al previsto concerto di Taylor Swift. La Cia, che ha continuato le sue indagini (visto che si trattava di un concerto di una cittadina americana) ha stimato che, se fosse riuscito, l’attentato avrebbe potuto provocare vittime nell’ordine delle migliaia. Dunque poteva essere uno di quei colpi che passano alla storia con la classificazione di mega-terrorismo.
Non stupisce, poi, l’affermazione elettorale dei partiti che si identificano maggiormente con la causa della lotta all’islamizzazione, mentre i partiti tradizionali continuano a non dare risposte concrete. In Germania, soprattutto, è questo uno dei motivi dell’affermazione dell’AfD. Il 22 settembre, si voterà nel Land di Brandeburgo: partita ancora tutta da giocare, ma secondo gli ultimi sondaggi AfD è in testa anche qui, dopo le vittorie in Turingia e Sassonia.