Germania, i salafiti importano intolleranza
I salafiti, da sempre, propugnano una Nahda, una rinascita culturale islamica. Anche con l'uso della forza. In Germania i salafiti sono in costante crescita. Un rapporto dell'intelligence nazionale tedesca (BfV) rivela che siano raddoppiati in cinque anni, superando le 10mila unità.
I salafiti, da sempre, propugnano una Nahda, una rinascita culturale islamica. Il genere di rinascita a cui aspirano, da allora, non è mai cambiato e consiste nell'ambizione di implementare in tutto il mondo la sharia, la legge islamica, ritenendo corretta solo una lettura integrale e letterale di Corano. I salafiti sono certi di essere i veri seguaci dell'islam e lo sono perché emulano i primi "pii" musulmani, i salaf, professando la versione a loro avviso più autentica dell'islam.
Di pio i salafiti hanno l'uso della spada, ma in senso tecnico. E adesso che sono arrivati anche in Europa, abbiamo imparato a capire anche noi cosa voglia dire. In Germania hanno visto il numero di salafiti raddoppiare negli ultimi cinque anni, e ora, per la prima volta, si è raggiunta la soglia dei 10.000. A rivelarlo è il rapporto annuale dell'Ufficio federale della Costituzione (Bfv) - l'intelligence tedesca -, presentato pochi giorni fa dal ministro dell'Interno Horst Seehofer e dal presidente del BfV, Hans-Georg Maaßen a Berlino. Il BfV è arrivato addirittura a stimare che la Germania sia diventata la patria di oltre 25.000 islamisti, dei quali quasi 2.000 rappresentano un'immediata minaccia per gli attentati.
Il rapporto non è stato preso sotto gamba da nessuno; pubblicizzato, sicuramente, un po' meno: ma d'altronde sarebbe impossibile non prendere in considerazione quello che è il rilevatore più importante della sicurezza interna in Germania. Il BfV stima che il numero di islamisti in Germania sia passato dai 24.425 del 2016 ai 25.810 del 2017. Eppure nel rapporto non vengono presi in esame i seguaci dello Stato islamico o di al-Qaeda che vivono nel Paese, pertanto la stima risulta monca. E' dato per certo, invece, che il più grande gruppo islamista di casa Merkel siano i salafiti: nel 2012 erano 4.500, al 2017, 10.800.
I salafiti considerandosi i difensori di un islam "originale" e non "adulterato", si propongono di stabilire una teocrazia secondo l'interpretazione delle norme della sharia. Salafiti e jihadisti condividono la medesima ideologia, si differenziano principalmente per il modo in cui cercano di conseguire il loro obiettivo, "la teocrazia salafita". I salafiti diffondono l'islam attraverso intense attività di propaganda - che descrivono come "lavoro missionario" (la daʿwa) per trasformare la società. Ma non escludono la violenza di ispirazione religiosa come mezzo per raggiungere gli obiettivi. Credono, infatti, che in virtù della pretesa di superiorità morale e universale dell'islam come piano divino necessario alla salvezza di tutta l'umanità, esso debba essere imposto con la forza se necessario. Quand'è che non è necessario?
Il rapporto dell'intelligence tedesca illustra come i salafiti stiano concentrando i loro sforzi di reclutamento soprattutto tra gli immigrati che cercano rifugio in Germania. Sotto l'apparenza di aiuti umanitari, gli islamisti riescono a radicalizzare gli immigrati. Visitano i campi per rifugiati e proprio a questo scopo offrono assistenza. E ovviamente mirano alle giovani menti, agli adolescenti non accompagnati, che in virtù dell'età sono particolarmente sensibili all' "attività missionaria salafita". E' così che vengono iniziati alla radicalizzazione, ed è il motivo per cui il salafismo risulta la tendenza islamista in più rapida crescita in Germania. Il rapporto rivela, quindi, che "la scena salafita rappresenta il campo di reclutamento essenziale per la Jihad: quasi senza eccezione, i tedeschi che si sono uniti alla jihad erano stati precedentemente in contatto con la scena salafita".
Ad essere particolarmente interessati al fenomeno sono gli stati federali della Germania orientale e settentrionale e la Renania Settentrionale-Vestfalia. Il rapporto del BfV fa anche un collegamento diretto tra l'aumento dell'antisemitismo in Germania e l'ascesa dei movimenti islamisti nel paese: "la propaganda islamista combina spesso motivi religiosi, territoriali e politici con la visione antisemita del mondo. L'immagine del giudaismo nemico costituisce un pilastro centrale nella propaganda di tutti i gruppi islamisti". Il BfV ha registrato un cospicuo numero di incidenti antisemiti nel 2017 e lo ha legato esclusivamente ai gruppi islamisti attivi nel Paese. Striscioni anti-israeliani, sermoni antisemiti, attacchi verbali e fisici contro gli ebrei sono all'ordine del giorno in Germania, e lo sa bene anche la Merkel.
Ma il rapporto del BfV accosta ai salafiti un'altra espressione dell'islam in Germania, il Millî Görüş (che in turco sta per "Visione Nazionale"). Il movimento conta circa 10.000 membri nel paese e si dice fortemente contrario all'integrazione musulmana nella società europea: l'obiettivo, ancora una volta, è sostituire l'ordine Occidentale con il "giusto ordine" islamico. Come se non bastasse, oltre ai salafiti e al Millî Görüş, il BfV stima che in Germania, attualmente, risiedono ben 1.040 membri della Fratellanza Musulmana, 950 di Hezbollah e 320 di Hamas.
Dopo la presentazione del rapporto del BfV, il ministro dell'interno, Horst Seehofer, ha chiesto che il governo accelerasse le deportazioni degli islamisti. "Oggi non abbiamo più nulla sotto controllo in nessuna area", ha concluso il ministro. E la storia lascia presagire altri capitoli "interessanti".