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GIURISTI PER LA VITA

Gender a scuola, partono le prime denunce

Partono le prime denunce contro l’applicazione pratica delle direttive UNAR nelle scuole. Il primo caso riguarda quanto accaduto al Liceo Classico Giulio Cesare di Roma, dove alcune insegnanti fanno leggere un libro porno-gay.

Educazione 25_04_2014
L'entrata del liceo Giulio Cesare, Roma

Partono le prime denunce contro l’applicazione pratica delle direttive UNAR nelle scuole.
Il primo caso riguarda quanto accaduto al Liceo Classico Giulio Cesare di Roma, dove alcune insegnanti hanno inteso dare attuazione al documento dell’Ufficio Nazionale Antidiscriminazione Razziale denominato Strategia nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere (2013-2015), quello che contempla, tanto per intenderci , «l’empowerment delle persone LGBT nelle scuole, sia tra gli insegnanti che tra gli alunni» nelle scuole italiane di ogni ordine e grado.

La direttiva presa in considerazione dalle docenti del Giulio Cesare è stata, in particolare quella contenuta nel punto 4.1.2 (Obiettivi e misure), ove si prevede, «in relazione all’ambito “Educazione e Istruzione”», una particolare misura costituita dall’«arricchimento delle offerte di formazione con la predisposizione di bibliografie sulle tematiche LGBT e sulle nuove realtà familiari» (punto 2 del paragrafo “misure”).

Proprio con l’intento di avvicinare gli studenti al “mondo omosessuale”, superando così asseriti pregiudizi e stereotipi, in alcune classi del ginnasio – a ragazzi quattordicenni (e forse tredicenni) – è stata imposta la lettura di un romanzo dallo sconcertante contenuto pornografico, in cui venivano descritti nei dettagli rapporti sessuali tra uomini. Si tratta di divulgazione di materiale dichiaratamente osceno, che non può non urtare la a sensibilità dell’uomo medio, specie se si considera che tale divulgazione era diretta ad un pubblico composto da minorenni. Ancor più grave è il fatto che tutto ciò sia stato organizzato dal corpo docente di una scuola pubblica.

Anche al fine di arrestare questa pericolosissima deriva, i Giuristi per la Vita, insieme all’associazione Pro Vita Onlus, hanno deciso di sporgere una denuncia alla competente Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma.

Pubblichiamo qui di seguito il testo integrale della denuncia

PROCURA DELLA REPUBBLICA
PRESSO IL TRIBUNALE DI ROMA
DENUNCIA
* * *
I sottoscritti Avv. Gianfranco Amato, nato a Varese,  il 1° marzo 1961, in proprio ed in qualità di Presidente e legale rappresentante dell’associazione Giuristi per la Vita, Codice Fiscale 97735320588, e Antonio Brandi, nato a Roma il 10 maggio 1952, in proprio ed in qualità di Presidente e legale rappresentante dell’associazione Pro Vita Onlus, Codice Fiscale 94040860226, elettivamente domiciliati ai fini della presente denuncia in Roma, presso via Ennio Quirino Visconti, n.20, presso lo studio dell'Avv. Francesco Donzelli (salvatorefrancesco.donzelli@ordineavvocatiterni.it),
ESPONGONO
quanto segue.
1. l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazione razziale (UNAR) ha emanato un documento che va sotto il nome di Strategia nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere (2013-2015), in esecuzione della Raccomandazione CM/REC (2010) 5 del Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa, volta a combattere la discriminazione fondata sull’orientamento sessuale o l’identità di genere.

2. Al punto 4.1.2 (Obiettivi e misure), il citato documento dell’UNAR ha previsto, «in relazione all’ambito “Educazione e Istruzione”», una particolare misura costituita dall’«arricchimento delle offerte di formazione con la predisposizione di bibliografie sulle tematiche LGBT e sulle nuove realtà familiari» (punto 2 del paragrafo “misure”). Il documento, nel presentarsi come un insieme di proposte e strategie volte a salvaguardare il rispetto del principio di uguaglianza anche nel delicato frangente dell’orientamento sessuale, contiene in realtà misure volte al rafforzamento dei gruppi LGBT all’interno del vivere sociale ed alla diffusione delle pratiche omosessuali in ogni ambiente, anche scolare, arrivando all’istigazione a vivere la sessualità in una prospettiva esclusivamente omosessuale. Questo vero e proprio tradimento delle pur lodevoli finalità antidiscriminatorie a vantaggio di una propaganda omosessuale tout court può essere rinvenuto in innumerevoli passaggi del documento in questione. Ci sia consentito evidenziarne i più significativi, con particolare riferimento all’ambito delle strategie da dispiegarsi nel contesto scolastico e, più in generale, educativo. A pag. 17, ad esempio, tra gli obiettivi che l’UNAR si pone, si contempla espressamente «l’empowerment delle persone LGBT nelle scuole, sia tra gli insegnanti che tra gli alunni».  L’idea pare dunque essere quella del rafforzamento, sia numerico che nella collocazione in ogni ambito sociale, della categoria LGBT a scapito delle altre. Fin dalla più tenera età un simile obiettivo va perseguito, prosegue l’UNAR, attraverso «percorsi innovativi di formazione in materia di educazione alla affettività che partano dai primi gradi dell'istruzione, proprio per cominciare dagli asili nido e dalle scuole dell'infanzia a costruire un modello educativo inclusivo, fondato sul rispetto delle differenze» (cfr. Strategia nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere (2013-2015), p. 17). Si parla inoltre di «accreditamento delle associazioni LGBT, presso il MIUR, in qualità di enti di formazione» (ibidem, p. 19), quasi a dire che le istanze relative all’orientamento sessuale e l’identità di genere portate avanti dalle associazioni LGBT, da idee a cui ciascun individuo è libero di aderire o meno, debbano diventare materie obbligatorie di studio e tema di formazione professionale degli insegnanti. In estrema sintesi, dunque, pare davvero che l’UNAR confonda il divieto di discriminazione con la propaganda di un’idea e l’istigazione ad aderirvi. Del resto, l’«empowerment», per riprendere la terminologia del Ministero, non può che voler dire questo in concreto.

3. In attuazione della summenzionata direttiva, presso il Liceo Classico Giulio Cesare di Roma, nelle prime classi del ginnasio (frequentate quindi da studenti di età inferiore a sedici anni), gli allievi sono stati obbligati a leggere un romanzo, a forte impronta omosessualista, dal titolo “Sei come sei” della scrittrice Melania Mazzucco (Edizioni Einaudi), alcuni passi del quale rivelano, in realtà, un chiaro contenuto pornografico;

4. Nelle pagine 126 e 127 del citato romanzo, in particolare, si legge il seguente brano: «(…) Nessuno avrebbe mai sospettato che quel muscoloso, ruvido, stopper della squadra di calcio dell’oratorio (…) la notte si stancava la mano sulle foto di Jimi Hendrix, Valerij Borzov e Cassius Clay. Pure, benché sapesse che Mariani Andrea non soltanto lo avrebbe respinto ma anche tradito e sputtanato, un pomeriggio, quando dopo la partita indugiò nello spogliatoio e si ritrovò solo con lui, Giose decise di agire – indifferente alle conseguenze. Si inginocchiò, fingendo di cercare l'accappatoio nel borsone, e poi, con un guizzo fulmineo, con una disinvoltura di cui non si immaginava capace, ficcò la testa fra le gambe di Mariani e si infilò l'uccello in bocca. Aveva un odore penetrante di urina, e un sapore dolce. Invece di dargli un pugno in testa, Mariani lasciò fare. Giose lo inghiottì fino all’ultima goccia e sentì il suo sapore in gola per giorni. Il fatto si ripeté altre due volte, innalzandolo a livelli di beatitudine inaudita» (doc.1);

5. La notizia dell’accaduto è stata riportata da alcuni organi informativi (doc.2). Non v’è chi non veda in una simile pubblicazione, specie se inserita nel solco tracciato dall’UNAR su cui a lungo gli esponenti si sono intrattenuti, una palese condotta di proselitismo e di istigazione verso il giovanissimo pubblico a compiere pratiche omosessuali ed a sperimentare la sessualità in una prospettiva esclusivamente gay.

6. Nei fatti sopra esposti pare doversi rinvenire la fattispecie di cui all’art. 528 c.p. Si è trattato infatti di consapevole divulgazione di materiale dichiaratamente osceno, la cui finalità non può che concretarsi nella celebrazione, fin nei dettagli più minuziosi, di un rapporto omosessuale fine a sé stesso. Nessuna finalità artistica sembra pertanto configurabile. La sensibilità dell’uomo medio non può che dirsi urtata da simili pubblicazioni, specie se si considera che la divulgazione era diretta ad un pubblico composto da minorenni.
A tale riguardo, qualora, come in questa sede si auspica, venisse riconosciuta nei fatti sopra esposti la finalità di istigazione ad avere rapporti omosessuali diretta agli studenti del Liceo Classico Giulio Cesare, andrebbe probabilmente indagata l’eventuale presenza all’interno dell’uditorio di ragazzi di età inferiore ad anni 14, nel qual caso, ovviamente, le condotte verrebbero ad essere sussunte sotto l’egida dell’art. 609 quinquies c.p. Tale ipotesi si presenta come tutt’altro che inverosimile atteso che, per direttiva dell’UNAR, la diffusione delle pubblicazioni di cui poc’anzi si è citato un breve stralcio deve essere fatta propria da ogni contesto scolastico.

In ogni caso, si impone l’applicazione dell’aggravante dell’art. 61 n. 9 c.p. poiché la divulgazione del materiale è stata organizzata dal corpo docente della scuola, in diretta attuazione delle direttive dell’UNAR.

* * *

Per tutto quanto sopra esposto, i sottoscritti Avv. Gianfranco Amato e Antonio Brandi, nelle qualità sopra indicate, sporgono

DENUNCIA
nei confronti degli insegnanti del predetto plesso scolastico (e di tutti gli altri eventuali concorrenti a qualsivoglia titolo), che verranno identificati, per i reati previsti e puniti dagli artt. 528 e 609 quinquies c.p., e con l’aggravante ex art. 61, primo comma, n.9 del Codice Penale, nonché per ogni altro eventuale reato che l’Ill.mo Sig. Procuratore della Repubblica dovesse ravvisare nei fatti narrati ed in quelli accertandi in corso d’indagine, affinché venga comminata agli autori la giusta punizione;

ELEGGONO DOMICILIO
ai fini della presente denuncia, in Roma, via Ennio Quirino n. 20, presso lo studio dell’Avv. Francesco Donzelli;

CHIEDONO
di essere informati, ai sensi e per gli effetti di cui agli articoli 406 e 408 c.p.p., della eventuale formulazione della richiesta di proroga delle indagini preliminari ovvero della formulazione della richiesta di archiviazione;

INDICANO
quali fonti di prova:
1) copia delle pagine 126 e 127 del romanzo “Sei come sei” di Melania Mazzucco;
2) articolo pubblicato su Romagiornale.it.

Roma, li 23 aprile 2014
           Con Osservanza

                   Avv. Gianfranco Amato

                   Antonio Brandi