Gambia, in cerca di alternative all’emigrazione irregolare
Con il contributo dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, l’Oim per contrastare l’emigrazione illegale sta per avviare nel Gambia dei corsi di formazione destinati ai giovani
Considerando che la mancanza di lavoro è uno dei principali motivi addotti dai giovani del Gambia per spiegare perché hanno scelto di emigrare illegalmente, l’Organizzazione mondiale per le migrazioni, Oim, ha deciso di varare un programma di corsi di formazione che metta i giovani del paese in grado di cercare lavoro dipendente o di impegnarsi in attività imprenditoriali. Un primo gruppo di 100 giovani, 50 maschi e 50 femmine, seguirà quattro corsi di formazione presso l’Istituto gambiano per le telecomunicazioni e multimediale. I corsi destinati ai giovani della regione dell’Upper River riguardano l’installazione di pannelli solari e la riparazione di telefoni cellulari; quelli per i giovani della regione della West Coast vertono su installazioni satellitari e riparazione di computer portatili. Ogni corso dura da sei a 12 settimane e include una preparazione all’attività imprenditoriale con lezioni di amministrazione aziendale, gestione finanziaria e assistenza clienti. Al termine dei corsi ogni studente riceverà una cassetta di attrezzi. Inoltre, grazie al sostegno finanziario della Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, l’Oim intende creare un fondo di microcredito al quale potranno accedere gli studenti che dopo i corsi di formazione svilupperanno proposte imprenditoriali. Dal 2017 l’Oim ha provveduto al rimpatrio volontario e al reinserimento nella vita sociale ed economica di oltre 4.000 emigranti gambiani irregolari bloccati prima di arrivare a destinazione: “senza prospettive di lavoro – spiega Fumiko Nagano, capo della missione Oim in Gambia – molti ragazzi continuano a essere tentati dall’idea di emigrare illegalmente. Il progetto che intendiamo realizzare va alla radice delle cause dell’emigrazione illegale”.