Gänswein: l'unica certezza è che non v'è certezza alcuna
Ennesima puntata del "caso Gänswein". Voci di un possibile ritorno senza incarichi in Germania. Da prendere rigorosamente con beneficio d'inventario, come tutte le voci precedenti.
Viene quasi voglia di soprassedere sulle ultime voci, girate nelle scorse 24 ore, relative al destino di mons. Georg Gänswein, tante se ne sono dette finora senza che mai si avverassero.
Per dovere di cronaca e con un condizionale più che d'obbligo riportiamo la notizia che fa il giro del web, stando alla quale, a fine mese Gänswein dovrebbe essere rispedito a casa sua, nella diocesi tedesca di Friburgo, senza altro compito se non quello di starsene fuori dal Vaticano (dove però aveva appena traslocato in un appartamento nella vecchia Santa Marta una volta lasciato il Mater Ecclesiae).
Se così fosse il 66enne arcivescovo si aggregherebbe all'onorata schiera dei baby-pensionati di Santa Romana Chiesa, con i cardinali Müller, Sarah e Burke, i quali de iure o almeno de facto non rivestono alcun incarico. Se così fosse, appunto. E non è detto che sia.