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LA CONFERENZA

Futuro dell'Europa, sia una minaccia che un'occasione

Inizierà il prossimo 9 maggio la Conferenza sul Futuro dell'Europa. È sia una minaccia che un'opportunità per i cristiani. Perché c'è ampio spazio di dibattito per associazioni e cittadini. Ma il Parlamento ha nominato quale suo rappresentante il laicista Guy Verhofstadt e la presidente Ursula von der Leyen ha esordito con un articolo ecologista.

Politica 23_03_2021
Parlamento europeo

Conferenza per il Futuro dell’Europa? Sarebbe una ottima occasione di riscoprire la comune identità, ma i primi passi fanno pensare al peggio. Lo scorso 10 marzo è stato salutato come un ‘evento storico’ la firma della Dichiarazione per la ‘Conferenza sul Futuro dell’Europa’, documento congiunto della Presidenza del Parlamento Europeo, della Presidenza del Consiglio e della Presidenza della Commissione Ue. Potrebbe essere una grandiosa occasione per i cittadini dei Paesi europei per far ascoltare la propria voce ed imporre la propria opinione e le ragioni vere di uno stare insieme su valori chiari e sani principi. Purtroppo, le premesse non sono ben auspicanti.

Le necessarie altisonanti dichiarazioni di Sassoli (“Oggi si segna un nuovo inizio per l'Unione europea e per tutti i cittadini europei… un'opportunità unica per tutti i cittadini europei…invitiamo tutti a farsi avanti per ..la costruzione di quella che sarà l'Europa di domani”), del Premier Costa ("La convocazione della Conferenza sul futuro dell'Europa è un messaggio di fiducia e speranza… che insieme costruiremo un'Europa futura equa, verde e digitale") e della Presidente Von der Leyen ("Oggi invitiamo tutti gli europei a parlare… Le aspettative dei cittadini sono chiare: vogliono dire la loro… sulle questioni che riguardano la loro vita. La nostra promessa oggi è altrettanto chiara: ascolteremo"), erano ben chiare alla presentazione del documento congiunto sulla Conferenza.

La ‘Conferenza sul Futuro dell’Europa’, iniziativa promossa sin dal 2019 da Germania e Francia, è stata posticipata di un anno a causa del Covid 19, dovrebbe iniziare il prossimo 9 maggio 2021, giorno della proclamazione della Dichiarazione Schuman del 1950. I tre vertici delle autorità europee attuali dicono nel loro testo di volersi "impegnare per rafforzare il legame tra i cittadini europei e le istituzioni, organizzando eventi in partenariato con la società civile e le parti interessate a livello europeo, nazionale, regionale e locale, con i parlamenti nazionali e regionali, il Comitato delle regioni, il Comitato economico e sociale, le parti sociali e il mondo accademico…[sino a] giungere a conclusioni entro la primavera del 2022, in modo da fornire orientamenti sul futuro dell'Europa". Ancora, dice il documento, la Conferenza sarà (corsivo nostro) “un processo dal basso verso l'alto, incentrato sui cittadini, che consente agli europei di esprimere la loro opinione su ciò che si aspettano dall'Unione europea…attraverso una piattaforma digitale multilingue interattiva…La partecipazione dei cittadini a tali eventi dovrebbe mirare a rispecchiare la diversità dell'Europa…I panel di cittadini dovrebbero tener conto dei contributi raccolti nel quadro della conferenza e alimentare i lavori della plenaria della conferenza mediante la formulazione di una serie di raccomandazioni a cui l'Unione dovrà dare seguito… Il comitato esecutivo [della Conferenza] sarà responsabile dell'adozione per consenso delle decisioni connesse ai lavori della conferenza e ai suoi processi ed eventi… La sessione plenaria della conferenza si riunirà almeno ogni sei mesi e sarà composta da rappresentanti del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione europea, nonché da rappresentanti di tutti i parlamenti nazionali su un piano di parità e da cittadini

"Il risultato finale della conferenza sarà presentato in una relazione destinata alla presidenza congiunta…intendiamo dare ai cittadini la possibilità di esprimersi sulle questioni che li riguardano… le discussioni riguarderanno, tra l'altro: la costruzione di un continente sano, la lotta contro i cambiamenti climatici e le sfide ambientali, un'economia al servizio delle persone, l'equità sociale, l'uguaglianza e la solidarietà intergenerazionale, la trasformazione digitale dell'Europa, i diritti e valori europei, tra cui lo Stato di diritto, le sfide migratorie, la sicurezza, il ruolo dell'UE nel mondo, le fondamenta democratiche dell'Unione e come rafforzare i processi democratici che governano l'Unione europea. Le discussioni potranno riguardare anche questioni trasversali connesse alla capacità dell'UE di realizzare le priorità politiche, tra cui legiferare meglio, l'applicazione dei principi di sussidiarietà e proporzionalità, l'attuazione e applicazione dell'acquis e la trasparenza)…I cittadini restano liberi di sollevare ulteriori questioni che li riguardano…”.

Ovviamente i lavori si fondano sui valori dell'UE inclusi nei  trattati dell'UE e dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea. E’ una grande occasione per tutti i cittadini per far sentire la propria voce, innanzitutto le associazioni, le chiese, i popoli e le nazioni cristiane europee, troppo spesso umiliati da istituzioni e lobbies globaliste che si oppongono a quei valori comuni, tra i quali (lo ricordiamo) c’è non solo l’identità e sovranità nazionali, la sussidiarietà, la libertà religiosa, ma anche la ‘dignità di ogni essere umano’.  

C’è però più di una coincidenza che fa molto preoccupare sul tentativo di pre-ordinare le conclusioni di lavori e dibattiti. Oltre all’aver dichiarato l’Europa pro LGBTI proprio nel giorno dell’avvio della organizzazione della Conferenza, il Parlamento europeo ha deciso di nominare (18 marzo) il suo membro della Presidenza congiunta: sarà l’alfiere europeo delle politiche pro aborto, pro LGBTI, pro eutanasia e peggior nemico di valori e nazioni cristiane, il liberale Guy Verhofstadt. A confermare la ‘falsa partenza’, l’articolo di ieri di Ursula Von der Leyen sul quotidiano web on-line di Soros (Project Syndacate) sul globalismo verde. L’ennesima promessa di felicità per tutti, solo che il mondo intero sappia inginocchiarsi alla ‘Dea Natura’ ed ai suoi profeti. Non è questa l’identità europea. Le ombre sono scure, tuttavia se parteciperemo noi cristiani con le nostre associazioni, potremo dar battaglia per il nostro destino e quello dei nostri figli.