"Fuoco al clero". E Twitter grazia chi odia i cristiani
Spagna incendiaria. L'assalto su Twitter della campagna #Fuegoalclero in coincidenza con la discussione sulla Legge Celaá, che vuole limitare le scuole paritarie, soprattutto cattoliche, e l'insegnamento della religione. I vertici spagnoli del social non intervengono nonostante le numerose denunce e il popolo cristiano reagisce con l'hashtag #Yoapoyoalclero. La Sinistra cerca di ricreare lo stesso clima della guerra civile in cui furono uccisi oltre 4.000 sacerdoti. In cinque anni, da quando c'è Podemos, attacchi moltiplicati per sette a chiese e cristiani.
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Da una settimana in Spagna è trend topic su Twitter l’hastag #Fuegoalclero. Non è casuale, ma sicuramente è stato orchestrato da gruppi di estrema sinistra. Questo hastag, che ha ricevuto migliaia di retweet, arriva proprio nei giorni in cui si discute in Parlamento la nuova legge sull'educazione, conosciuta come Legge Celaá. Questa legge cerca di intrappolare l'educazione paritaria in Spagna (la maggior parte delle scuole paritarie hanno un'impronta cattolica) e l'insegnamento della religione.
Per molti gruppi laicisti, la legge dovrebbe essere ancora più drastica: per loro dovrebbe esistere solo l'educazione di Stato e l'insegnamento della religione dovrebbe scomparire, sia essa cattolica, evangelica o musulmana. Secondo questi movimenti, nei centri educativi paritari si indottrinano i bambini. Evidentemente loro sono gli unici che possono rendere i bambini davvero liberi, quando nella scuola di Stato si indottrinano i bambini sotto forme varie come l'ideologia Lgbt.
Inoltre, è stato completamente tralasciato l'articolo 27.3 della Costituzione spagnola, che garantisce ai genitori di educare i loro figli secondo le proprie convinzioni.
Questi settori laicisti hanno intensificato con articoli di stampa l’offensiva contro le scuole paritarie e l'insegnamento della religione, arrivando in molti casi all'attacco esplicito ai credenti. In verità, sono anni che scrivendo su questi temi ma l'attacco si è intensificato ancora di più negli ultimi mesi.
“Brucerete come nel ‘36”
#Fuegoalclero è strettamente collegato al tema “Brucerete come nel ‘36” che è comparso in numerose occasioni dipinto nelle chiese durante l’8 Marzo, Giornata della donna, insieme a simboli femministi. Si riferisce al desiderio esplicito di ritornare alla Guerra civile del 1936 quando in solo due mesi 142 templi furono incendiati. Questi incendi di conventi incominciarono nel 1931, con l’inizio della Seconda Repubblica e nel 1934 con la Rivoluzione delle Asturie e avevano i medesimi istigatori: il Fronte Popolare comunista e anarchico. Anche durante la Guerra civile furono assassinati 13 vescovi 4.184 Sacerdoti, 2.365 religiosi e 283 religiose, molte delle quali furono anche violentate. Già nel 1934 avevano assassinato più di una trentina di religiosi.
Gli stessi che accusano la Chiesa cattolica e alcuni partiti di “Nazionalcattolicesimo”, di “voler tornare al regime di Franco”, incitano alla violenza della guerra civile. Insieme a “brucerete come nel ‘36”, un altro slogan che si ripete nelle scritte sulle chiese è “la chiesa che più illumina è quella che brucia”. Altre volte nelle manifestazioni femministe radicali si canta “andiamo a bruciare la conferenza episcopale machista e patriarcale”.
Fuoco. Violenza. Odio.
Twitter non risponde
Di fronte al delitto di odio dell'hashtag “Fuegoalclero”, molti sono utenti della rete sociale hanno denunciato Twitter Spagna e il suo direttore generale, Nathalie Picquot. È risaputo che la piattaforma interviene quando ritiene che qualcuno menta. Però, in questo caso non c’è stata nessuna risposta. Ancora una volta i cristiani sono cittadini di serie B.
Molti utenti di Twitter hanno cominciato allora a lanciare l’hastag “#Yoapoyoalclero”, mostrando con dati e testimonianze, la necessità dell’impegno instancabile dei sacerdoti nella società, diventando a sua volta hastag di tendenza. Di fronte all’odio hanno risposto col perdono.
La religione più attaccata.
Secondo il Rapporto sugli attacchi alla libertà religiosa in Spagna, che realizziamo ogni anno come Osservatorio per la libertà religiosa in Spagna, nel 2019 si sono registrati 55 attacchi a templi, la maggior parte chiese. Un numero moltiplicato per 7 a partire dagli ultimi 5 anni, vale a dire dal 2014, anno nel quale il Partito comunista Podemos ha fatto irruzione sullo scacchiere politico.
Dei 175 attacchi che hanno avuto luogo l'anno scorso, l’80% ha avuto come oggetto i cristiani. Gli attacchi sono divisi in 5 sezioni: violenza fisica contro le persone, attacchi ai templi, vessazioni ai credenti, scherno alla religione e laicismo belligerante.
La religione cristiana è la più attaccata nel mondo. In Europa l'attacco non è solo fisico, ma si prendono di mira i templi, come abbiamo visto e i credenti nel loro contesto sociale. Si pretende che i cristiani non si manifestino come tali nella vita pubblica e che debbano vivere la loro fede soltanto in privato. Gli insulti su internet sono numerosi, è impossibile contarli, però risulta chiaro che quando questi insulti si convertono in tendenza su un social (e maggior ragione non si fa nulla per impedirlo) è evidente che si tratta di un’azione orchestrata, che ha come obiettivo il portare in campo un laicismo belligerante, che rinchiuda i cristiani nelle loro case e le loro chiese.
* Presidente dell'Osservatorio spagnolo per la libertà religiosa e di coscienza