Francesco celebra in suffragio di Benedetto XVI
Ieri la Messa per il Papa emerito, suffragato insieme ai cardinali e vescovi defunti nel corso dell'anno.
Papa Francesco ha presieduto ieri all'altare della Cattedra nella Basilica vaticana la Santa Messa in suffragio del predecessore Benedetto XVI, nel contesto dell'annuale celebrazione per i cardinali e vescovi defunti.
L'ultima celebrazione di un Papa per il predecessore defunto fu celebrata nel 2010 da Benedetto XVI per Giovanni Paolo II: dall'anno seguente, con la beatificazione, il suffragio ovviamente venne meno lasciando il posto alla venerazione del Pontefice proclamato beato. La celebrazione avveniva solitamente a ridosso dell'anniversario della morte, compatibilmente con i tempi liturgici, quando si era in prossimità della Pasqua. Nel caso di Benedetto XVI probabilmente si è scelto di celebrare la Messa in suffragio nel già "calendarizzato" 3 novembre, piuttosto che in occasione dell'anniversario della morte, avvenuta il 31 dicembre, periodo già occupato dalle celebrazioni natalizie, che si dispiegano su un periodo più ampio rispetto a quelle pasquali.
Nell'omelia Francesco ha ricordato un passo della prima enciclica di Papa Ratzinger: «Benedetto XVI, che oggi ricordiamo insieme ai Cardinali e ai Vescovi defunti nel corso dell’anno, nella sua prima Enciclica scrisse che il programma di Gesù è "un cuore che vede" (Deus caritas est, 31). Quante volte ci ha ricordato che la fede non è anzitutto un’idea da capire o una morale da assumere, ma una Persona da incontrare, Gesù Cristo: il suo cuore batte forte per noi, il suo sguardo s’impietosisce davanti alle nostre sofferenze». E lo ha poi citato in conclusione, ricordando «quelle parole iniziali di Papa Benedetto: "umile lavoratore nella vigna del Signore". Sì, il cristiano, soprattutto il Papa, i Cardinali, i Vescovi, sono chiamati a essere umili lavoratori: a servire, non a essere serviti; a pensare, prima che ai propri frutti, a quelli della vigna del Signore».
Piccola nota liturgica: dalle immagini di ieri si nota che anche sull'altare della Cattedra la croce è stata spostata di lato. Nessuna "violazione", per carità, le norme vigenti ammettono l'una e l'altra opzione. Ma quella croce al centro, che negli ultimi anni abbiamo visto qua e là rimpicciolire e/o defilare, per Benedetto XVI non era un dettaglio, come affermava sin da cardinale nel suo Introduzione allo spirito della liturgia: «Dove non è possibile rivolgersi tutti assieme verso oriente in maniera evidente, la croce può servire come l'oriente interiore della fede. Essa dovrebbe trovarsi al centro dell'altare ed essere il punto cui rivolgono lo sguardo tanto il sacerdote quanto la comunità orante. In tal modo seguiamo l'antica esortazione pronunciata all'inizio dell'Eucaristia: "Conversi ad Dominum", rivolgetevi al Signore. Guardiamo insieme a Colui la cui morte ha squarciato il velo del tempio, a Colui che sta presso il Padre in nostro favore e ci stringe nelle sue braccia, a Colui che fa di noi un nuovo tempio vivente. Tra i fenomeni veramente assurdi del nostro tempo io annovero il fatto che la croce venga collocata su un lato dell'altare per lasciare libero lo sguardo dei fedeli sul sacerdote. Ma la croce, durante l'Eucaristia, rappresenta un disturbo? Il sacerdote è più importante del Signore?».
Bella domanda, tanto più in tempi di lotta al "clericalismo".