Flirt economico fra Merkel e Putin, Trump si intromette
La notizia estiva è la partecipazione di Vladimir Putin al matrimonio del ministro degli Esteri austriaco. Ma la vera notizia è economica: la Merkel e Putin, in un vertice informale, hanno discusso del progetto del gasdotto Nord Stream 2, che collega Russia e Germania. E Trump è pronto a imporre sanzioni contro la sua realizzazione.
La notizia estiva è la partecipazione di Vladimir Putin al matrimonio del ministro degli Esteri austriaco, Karin Kneissl con l’imprenditore Wolfgang Meilinger. Un evento mondano molto discusso, perché per l’opposizione austriaca è un segno di avvicinamento del governo di centrodestra con la Russia di Putin, in chiave anti-Ue. La notizia economica, sempre di ieri, è l’incontro di Putin con la cancelliera tedesca Angela Merkel a Meseberg, per discutere del gasdotto Nord Stream 2. Ma la notizia che conta è quella che non si vede: l’opposizione degli Stati Uniti al progetto del gasdotto e la minaccia di sanzioni contro tutte le aziende che partecipano al progetto, incluse quelle tedesche.
L’evento mondano in Stiria, in Austria, è l’oggetto principale del dibattito politico austriaco in questo caldo agosto. Protestano soprattutto i Verdi (la principale forza di opposizione, il partito del presidente della repubblica austriaca), che chiedono le dimissioni immediate del ministro degli Esteri Kneissl. La donna, una docente universitaria che non è affiliata ad alcun partito, neo-sposa all’età di 53 anni, nelle foto appare contentissima per la presenza del presidente russo, che balla con lei, le offre lo spettacolo di un coro di cosacchi russi, le regala un quadro di scena agreste e un tradizionale samovar. Per i Verdi austriaci, al di là della mondanità, tutto questo è un comportamento anti-europeo.
Dopo la diplomazia delle feste nuziali, l’evento principale è stato quello economico, al castello di Meseberg, residenza estiva non lontana da Berlino. “Assieme ai partner tedeschi stiamo lavorando al nuovo gasdotto Nord Stream 2, che completerà il sistema di trasporto del gas naturale in Europa, minimizzerà i rischi di transito, assicurerà la crescita del consumo in Europa”, ha dichiarato Putin nella conferenza stampa congiunta con la Merkel all’inizio del vertice informale. Il progetto è sviluppato soprattutto dalla Gazprom, l’azienda statale russa che monopolizza l’esportazione del gas, assieme a diversi partner europei: Royal Dutch Shell, Wintershall, Uniper, OMV ed Engie. Il progetto consiste nel raddoppio del già esistente gasdotto Nord Stream che collega direttamente la Russia alla Germania passando dal Baltico.
Il progetto del raddoppio va contro agli interessi di buona parte dell’Europa orientale. Particolarmente preoccupata è l’Ucraina, che è attualmente terra di transito dei principali gasdotti russi per l’Europa. Il timore del governo di Kiev, tuttora impegnato in una guerra non dichiarata con la Russia per il controllo delle regioni del Donbass, è quello di perdere del tutto il transito del gas quando i contratti scadranno alla fine del 2019. La Merkel ha assicurato che Putin continuerà a pompare gas attraverso l’Ucraina anche dopo l’inaugurazione del Nord Stream 2. Ma il governo di Kiev ha molti dubbi in merito, considerando che il progetto è stato avviato per volontà della Russia in concomitanza con l’inizio del braccio di ferro con l’Ucraina. Ad essersi sempre opposti sono anche la Polonia e i Paesi Baltici, non solo perché si vedono completamente aggirati dal grande progetto infrastrutturale, ma anche perché in questo modo vedono la loro influenza politica diminuire a cospetto di un più forte rapporto tedesco-russo. Un gasdotto che unisce la Russia e la Germania, infatti, segna anche un riavvicinamento degli interessi di Berlino e Mosca. E per i paesi che sono in mezzo ai due, il ricordo delle alleanze russo-tedesche del passato è sempre vivo e doloroso. Preoccupazione, quella dei membri orientali dell’Ue, che è condivisa anche dagli Stati Uniti. Una fonte del Wall Street Journal lo spiegava chiaramente ieri, in questi termini: “L’influenza della Russia fluirà attraverso quel gasdotto direttamente nel cuore dell’Europa e questo è ciò che vogliamo prevenire”.
La notizia invisibile, appunto, è la minaccia latente di nuove sanzioni americane contro l’Europa. Gli Usa hanno pronto un pacchetto di contromisure economiche da applicare per cercare di fermare il progetto russo-tedesco. Le sanzioni colpiranno le aziende e, probabilmente, anche le banche, che lavorano al Nord Stream. Nell’agosto del 2017, dopo l’indagine sulle ingerenze russe nelle elezioni del 2016 (in cui lo stesso Trump è coinvolto nell’inchiesta “Russiagate”), il Congresso ha dato carta bianca all’esecutivo sull’eventuale imposizioni di sanzioni a compagnie e persone coinvolte nel progetto del gasdotto baltico. Non si tratta di una politica nuova: anche l’amministrazione Obama era fermamente contraria al Nord Stream, in linea con gli interessi degli alleati europei orientali. Il Russiagate ha dato, però, una marcia in più. Oltre al fatto che, contrariamente a Obama, l’amministrazione Trump non ha remore ad applicare sanzioni e dazi anche ai partner europei. E specialmente alla Germania, che il presidente considera un concorrente sleale. C’è anche un interesse diretto nel farlo: gli Usa intendono aumentare le vendite del loro gas liquido all’Europa, oggetto di discussione fra Trump e il presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker nel loro ultimo summit a Washington.
Insomma, fra feste di matrimonio e incontri in castelli brandeburghesi, c’è un convitato di pietra che si prepara alla sua nuova guerra economica. E finora ha dimostrato di fare sul serio. Buffo che i ruoli in questi balletti diplomatici estivi siano completamente rovesciati rispetto a quelli solitamente percepiti. Perché, secondo luoghi comuni molto diffusi, è Trump l’amico di Putin e la Merkel è il baluardo europeo contro le mire del Cremlino. E’ vero il contrario: nel flirt economico fra la Merkel e Putin c’è Trump che si sta mettendo di traverso con tutto il suo imponente peso.