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Induismo

Festa in India per suor Sanomina

Ai festeggiamenti hanno partecipato anche gli stessi indù che avevano perseguitato la sua famiglia nel 2008 costringendola a fuggire

 

 

Se gli indù non sono istigati dagli integralisti, la convivenza e il buon vicinato con i cristiani sono possibili. Eccone la prova. Il 27 maggio a Bangalore, India, presso le Suore di Nostra Signora di Fatima, Sanomina Kanhar ha compiuto  il primo passo per diventare suora. Sanomina è proviene dal villaggio di Sadingia che fa parte della parrocchia di Pobingia e si trova nel distretto di Kandhamal, stato di Orissa. La cerimonia durante la quale Sanomina ha emesso la prima professione è stata organizzata dal parroco, padre Cassian Pradhan. Vi hanno partecipato nove sacerdoti, quattro suore e oltre 400 cristiani arrivati dai villaggi vicini. 15 anni fa, quando lei aveva cinque anni, la sua famiglia, unica cattolica mentre le altre 54 famiglie residenti nel villaggio sono indù, è stata tra le vittime di una delle peggiori ondate di persecuzione induista contro i cristiani. Furono distrutte 400 chiese e cappelle e 6.500 abitazioni, molti dispensari e istituti scolastici cattolici furono saccheggiati. Più di 100 cristiani furono uccisi e almeno 40 donne furono violentate. Circa 56.000 persone fuggirono e si nascosero per sottrarsi alle violenza. Tra di loro c’erano anche Sanomina, i suoi due fratelli e i suoi genitori. Gli induisti avevano picchiato suo padre, Kumar, distrutto casa loro e rubato il loro bestiame: sette capre, cinque pecore e quattro mucche. Si sono salvati rifugiando nel campo di raccolta di Janla, gestito dalle suore di Madre Teresa. Al ritorno al villaggio, passato il pericolo, la famiglia ha subito altre minacce, ma è rimasta e poco per volta le cose sono tornate alla normalità ed è stato motivo di grande gioia il fatto che anche gli indù hanno partecipato alla festa organizzata in onore di suor Salomina. Padre Madan Sinhgh, direttore di Jana Vikas, un centro di servizi sociali, ha raccontato ad AsiaNews che anche le persone che in passato hanno perseguitato la famiglia di Sanomina hanno contribuito ai festeggiamenti: “proprio le persone che perseguitavano la sua famiglia hanno accolto suor Salomina nella sua casa dall’ingresso del villaggio con danze e musiche tradizionali, hanno anche aiutato a cucinare i pasti per gli ospiti e i parenti. È stata una testimonianza di fede e un segno di unità e fratellanza”.