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"Femminismo" parola di successo. Ma è solo politica

Lo storico vocabolario «Merrian-Webster» indica "femminismo" come la parola più cercata sul suo sito web. Tutto merito della famosa marcia delle donne a Washington del gennaio scorso. Ma l'obiettivo era solo il neo presidente Trump.

Cultura 15_12_2017
La marcia delle donne a Washington

La notizia rimbalza attraverso l'autorevolissima BBC britannica: la parola dell'anno è «femminismo»!

Cosa significa «parola dell'anno»?
Il «Merrian-Webster» è stato il primo vocabolario american-english, pubblicato sin dal 1806. Ora di proprietà della Encyclopædia Britannica, sin dal 1996 pubblica una versione on-line, molto consultata e autorevole.
Ogni anno il «Merrian-Webster» incorona come «parola dell'anno» la parola più ricercata nel suo sito; quest'anno è toccato (pare) alla parola «femminismo».

D'acchito può sembrare strano che una parola così frusta, così passata sia stata oggetto di tanto interesse. Poi, ripensandoci con calma, lo stupore si placa.
In effetti sembra essere in corso un forte ripensamento delle istanze femministe. Se sia merito delle promesse che il movimento non ha mantenuto o dei libri di Costanza Miriano non lo sappiamo; di sicuro interrogarsi sull'utilità e sull'opportunità del femminismo non è più un peccato.

Siamo dunque liberi di chiederci se davvero il femminismo abbia portato un miglioramento alla condizione femminile; se le donne, libere di somigliare agli uomini, siano davvero più felici. Possiamo addirittura chiederci se, per caso, femminismo e liberazione sessuale non abbiano semplicemente infranto tutta una serie di interdetti morali che impedivano di considerare la donna un mero oggetto sessuale...
Qualche ruolo, nel successo della parola «femminismo», può averlo avuto anche il caso Weinstein, che ha ricompattato il fronte femminista rianimando il vecchio cliché del maschio predatore sessuale. Ne abbiamo lette di tutti i colori sull'ondata di indignazione pubblica, sui vari ashtag e sulle coraggiose denunce postume di vittime di stupri più o meno consenzienti.
Ecco, dunque, un'altra spiegazione logica del successo della parola dell'anno 2017.
Invece no!

Il sito del «Merrian-Webster» spiega che il successo di questa parola non è dovuto né a Weinstein, né a Costanza Miriano; bensì alla Marcia delle Donne su Washington dell'inizio dell'anno corrente.
Ricordate? Il giorno dopo il giuramento di Donald Trump circa cinquecentomila manifestanti si sono raccolti a Washington per protestare contro il nuovo presidente in nome dei diritti delle donne (e degli  LGBT, ovviamente).

E perché così tante persone hanno manifestato contro Trump in nome dei diritti delle donne (e degli LGBT)? Perché uno degli argomenti usati dalla stampa per screditare l'attuale presidente USA è il fiorente elenco di sue affermazioni politicamente scorrette riguardanti le donne. La Marcia delle Donne ha definitivamente bollato Trump come maschilista.
È facile: un personaggio pubblico può essere definito in base ai suoi avversari. E un avversario brutto e cattivo vale più di mille campagne elettorali.

L'iniziativa sembrava essere del tutto spontanea, nata attorno al disgusto femminile nei confronti di Trump coagulato sui social network. In realtà è stato il frutto dello sforzo di oltre cento organizzazioni coordinate da Planned Parenthhood e dal Natural Resources Defense Council (NRDC). Poi si scopre che Planned Parenthood è legata a doppio filo con Hillary Clinton, l'avversario democratico di Trump alle elezioni presidenziali.