Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Santa Francesca Saverio Cabrini a cura di Ermes Dovico
ELEZIONI REGIONALI

Fedriga trionfa in Friuli. Non si vede l'effetto Schlein

Ascolta la versione audio dell'articolo

Massimiliano Fedriga viene riconfermato a pieni voti in Friuli Venezia Giulia. Lega ancora primo partito, tallonato da FdI. A sinistra, la coalizione Pd-M5S perde clamorosamente. L'effetto Schlein ancora non si vede. Disastro Terzo Polo, non entra in Consiglio. Si afferma il partito della protesta no Green Pass, con Giorgia Tripoli.

Politica 04_04_2023
Fedriga (ai tempi del Covid)

L’unica incertezza riguardava l’entità del successo. La riconferma di Massimiliano Fedriga non è mai stata in discussione, ma la valanga di voti che il governatore leghista del Friuli Venezia Giulia ha ottenuto alle elezioni di ieri e domenica, al di là delle già incoraggianti previsioni, conferma l’ottimo stato di salute del centrodestra, soprattutto nelle regioni del nord. L’esponente del Carroccio ha preso oltre il 60% dei consensi contro il 30% del suo diretto rivale, Massimo Moretuzzo, della coalizione di sinistra (Pd e Cinque Stelle). Altra notizia sorprendente è il risultato di Giorgia Tripoli, avvocato quarantenne, esponente del fronte no vax e no green pass, che sfiora il 5% e prende quasi il doppio del risicato 2,5% conquistato da Alessandro Maran, candidato del Terzo Polo di Calenda e Renzi, che non supera lo sbarramento e rimane fuori dal Consiglio regionale friulano.

Al netto della bassa affluenza (45,26% degli aventi diritto), che è comunque ormai un dato consolidato in ogni tornata elettorale, risaltano le performance della Lega e di Fratelli d’Italia, che si contendono il podio di primo partito, anche se a prevalere di poco è il Carroccio.

Fedriga, a caldo, ha commentato: “L'affermazione è al di sopra di ogni aspettativa. Ringrazio gli elettori per avermi confermato alla guida della Regione. Un'importante manifestazione di fiducia che rappresenta una grande responsabilità, anche perché sono il primo governatore di questa Regione a essere rieletto dai cittadini. Sapere che il lavoro svolto in questi 5 anni, segnati dal Covid e non solo, sia stato così apprezzato dalla gente è orgoglio e sprone per continuare a lavorare ancora più fortemente per conseguire gli obiettivi del nostro programma".

Tra le prime a congratularsi con Fedriga il premier Giorgia Meloni. “Ha lavorato molto bene in questi anni, insieme a tutta la coalizione, e sono certa continuerà a farlo. Una vittoria che premia il modello amministrativo e il buongoverno del centrodestra e che ci sprona a fare sempre meglio", ha scritto su Facebook.

Di sicuro il voto friulano rappresenta una boccata d’ossigeno per l’esecutivo, dopo le polemiche sull’immigrazione e sul Pnrr, che avevano creato tensioni anche in Europa e ringalluzzito le opposizioni. L’effetto Schlein sul voto regionale di ieri non c’è stato affatto e lo stesso candidato della sinistra sonoramente sconfitto ha ammesso che si trattava di una sfida impossibile. Appare sempre più chiaro che la nuova segretaria dem raccoglie nel bacino pentastellato ma non sfonda al centro, per cui tra Pd e Movimento 5 Stelle ci sarà un semplice travaso di consensi, che innervosirà l’ex premier Giuseppe Conte e renderà ancora più precaria l’alleanza. Senza dimenticare che i centristi del Pd, sempre più a disagio, di fronte alle prese di posizione radicali della Schlein, meditano di uscire dal partito. L’indebolimento di Azione e Italia Viva, già evidenziato a febbraio nel voto regionale in Lombardia e Lazio e confermato ieri in Friuli, apre ampi spazi ai dissidenti dem per tentare di costruire un’area moderata che sottragga voti anche a Forza Italia e dimostri di avere più credibilità dell’anomala accoppiata Renzi-Calenda. Questo è un disegno che si sta facendo strada in quegli ambienti, anche se per ora non viene ufficializzato, visto che manca più di un anno alle elezioni europee, nelle quali, con il sistema proporzionale, tutti potranno correre da soli e misurare la propria forza nelle urne.

Segnale politico interessante, anche se probabilmente collegato alla mobilitazione dei portuali di Trieste, è quello del cartello antisistema no vax-no green pass, che ieri nelle urne friulane ha raccolto quasi il 5%, ha doppiato il terzo polo ed è entrato in consiglio regionale. Può darsi che le recenti conferme degli effetti avversi dei vaccini, le inchieste sul ministro Speranza e i vari componenti del Comitato tecnico-scientifico e tutti gli altri elementi controversi della gestione della pandemia che stanno emergendo da mesi abbiano inciso favorevolmente su quello che innegabilmente rappresenta una novità politica: l’affermazione di un fronte di protesta nutrito e consolidato. Il centrodestra, oltre che guardarsi alle spalle per un possibile recupero della sinistra, non dovrà sottovalutare il malcontento che serpeggia in alcuni suoi ambienti e che probabilmente contribuisce ad alimentare forme di dissenso come quella che in Friuli si è coagulato attorno al candidato no vax. L’esperienza di appoggio al governo Draghi ha certamente aperto ferite nell’elettorato di centrodestra, che potranno cicatrizzarsi nel tempo solo con un’energica azione di governo, a livello nazionale e sui singoli territori.