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IL LIBRO

Fatima vero centro del mondo, non solo per i cattolici

Papa Francesco il 13 maggio 2017 sarà a Fatima per il centenario delle apparizioni. Non vanno dimenticate le decisione di Giovanni XXIII e Paolo VI di non pubblicare il Terzo Segreto. Una storia della Chiesa nell'ultimo secolo raccontata nell'ultimo libro del giornalista Luciano Garibaldi.

Ecclesia 02_04_2017
Luciano Garibaldi

Una premessa, otto capitoli, due appendici, per un totale di 185 pagine, arricchite da numerose fotografie, talune inedite: questa la struttura di 2017: Fatima centro del mondo, il nuovo libro del giornalista e storico Luciano Garibaldi. Lo ha scritto per la Mimep Docete, l’editrice con sede a Pessano con Bornago, in Brianza, gestita dalle suore polacche della Beata Vergine Maria di Loreto.

Papa Francesco il 13 maggio 2017 sarà a Fatima per il centenario delle apparizioni. Ma già nel suo primo anno di regno, nel 2013, il 13 ottobre, anniversario della sesta ed ultima apparizione, il nuovo Pontefice affidò il mondo a Nostra Signora di Fatima. Cinque mesi prima, il 13 maggio (anniversario della prima apparizione), il patriarca di Lisbona, il cardinale José Policarpo, le aveva consacrato il pontificato di Bergoglio. Tre significative tappe della devozione papale alla Madonna del Portogallo, che inizia già con Benedetto XV nel 1917 e si dipana non senza incertezze fino a oggi attraverso nove pontificati.

È importante conoscere il rapporto che si determinò, nel corso dei decenni, tra i Pontefici e il culto della Madonna di Fatima. Se nessuno può mettere in dubbio la sincera devozione di Pio XII (chiamato anche “il Papa di Fatima” perché era stato nominato vescovo proprio il 13 maggio 1917), di Karol Wojtyla (convinto di essere stato salvato dalle pallottole di Alì Agca per intervento della Vergine, che deviò il proiettile conficcatosi nel suo corpo nel giorno-anniversario del 13 maggio 1981), di Benedetto XVI e ora di Francesco, non va dimenticata la decisione di Giovanni XXIII, che rifiutò di pubblicare la terza parte del segreto. Accadde nel 1960, l’anno nel quale, secondo quanto comunicato da Suor Lucia, avrebbe dovuto essere resa nota la visione del “vescovo vestito di bianco” ucciso a colpi di fucili e frecce insieme con sacerdoti, suore e fedeli in una città in rovina.

Impegnato nel Concilio Vaticano II, e nonostante si fosse appena concluso il lungo viaggio in Italia della statua della Madonna di Fatima con la miracolosa e straordinaria guarigione di Padre Pio, Roncalli decise di non rendere nota la terza parte del Segreto e fece mettere per iscritto la motivazione: «Può essere una manifestazione del divino e può non esserlo». Non diverso il comportamento del suo successore, Paolo VI: sei giorni dopo la sua elezione si fece portare il memoriale di Suor Lucia, lo lesse e decise di non dire nulla. Volle rileggerlo due anni dopo, e ancora tacque.

Le ragioni di quelle decisioni vanno ricercate nella oggettiva difficoltà di spiegare il significato di una visione così tremenda come lo sterminio fisico del Papa e del suo seguito, segno della Passione di tutta la Chiesa. Difficoltà che coinvolgeranno anche Giovanni Paolo I e Giovanni Paolo II, il quale attenderà ben 19 anni prima di decidere di rendere pubblica la terza parte del Segreto, affidandone l’incarico al cardinale Joseph Ratzinger, allora prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.

E saranno le sue parole del 25 giugno dell’anno 2000, e forse ancor più quelle successive del maggio 2010, pronunciate da Papa, durante la sua storica e dirompente visita nella Cova da Iria, a spiegare il vero significato anche per l’oggi di quella apocalittica visione. Il libro ricostruisce tutto questo, a testimonianza della straordinaria importanza che la Chiesa, a partire dai suoi vertici, attribuisce finalmente alle apparizioni e ai messaggi mariani della Vergine del Portogallo.

Luciano Garibaldi svolge attività giornalistica dal 1957: è stato inviato speciale, capo redattore e vicedirettore di varie testate, tra cui La Notte e Gente; ha collaborato per molti anni con Il Giornale e Avvenire; ha scritto oltre trenta libri di storia. Ma il frutto di tanta esperienza, a beneficio di questo volume è la semplicità dell’esposizione e la fedeltà al dato storico, di fronte a un evento che occupa cento anni di storia e che, come l’autore mi ha confidato, gli ha richiesto «mesi di studio e di preparazione». Lo ha favorito il fieno messo in cascina con l’inchiesta sui miracoli di Lourdes, da lui pubblicata negli anni Ottanta sul settimanale Gente, e la ricostruzione, datata 1995, dei fatti di Fatima sul mensile Storia Illustrata, per la quale poté avvalersi della collaborazione di padre Luciano Coehlo Cristino, all’epoca cappellano del Santuario portoghese e recente protagonista del Congresso mariologico internazionale, svoltosi a Fatima nel settembre 2016.

Tra le particolarità del libro anche il collegamento che si stabilisce fra Fatima e Medjugorje e Civitavecchia, altre due località divenute celebri per le apparizioni mariane. Garibaldi è molto legato alla Madonna di Civitavecchia cui attribuisce una guarigione miracolosa istantanea, quando, a seguito di un delicato intervento chirurgico per un brutto male, era stato ritenuto dai medici ormai spacciato. Ma avendo avuto ancora tempo, si è da subito attivato per rendere il suo grazie e la sua testimonianza, per esempio attraverso questo libro.