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Dottrina sociale
a cura di Stefano Fontana

Nel solco dell’Ungheria

Famiglia naturale: la Slovacchia verso la riforma della Costituzione

Approvata in prima lettura la proposta di modifica della Costituzione slovacca con il fine innanzitutto di riconoscere la verità dei due sessi, maschile e femminile. È l’ultimo atto della guerra in campo costituzionale nell’Occidente di oggi, tra chi difende e chi attacca il diritto naturale.

Dottrina sociale 17_04_2025

Non solo l’Ungheria, come illustrato ieri dalla Bussola, ma anche la Slovacchia inizia il percorso di revisione costituzionale per blindare la famiglia naturale fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna.

L’Assemblea nazionale slovacca ha approvato in prima lettura la proposta del governo di modifica della Costituzione con lo scopo di ribadire la sovranità nazionale nei temi etici e culturali. Questa proposta di modifica della Costituzione prevede: il riconoscimento giuridico di soli due generi, maschile e femminile, il riconoscimento del matrimonio tra un uomo e una donna come unica unione possibile; l’esclusività della possibilità di adozione riservata a coppie eterosessuali sposate; l’equiparazione della retribuzione tra maschi e femmine; il diritto dei genitori a scegliere i programmi di educazione dei propri figli al di fuori dell’attività scolastica delle scuole statali. Il percorso non è facile da realizzare, dato che per modificare la Costituzione servono i due terzi dei voti dei parlamentari.

Contemporaneamente la Spagna si sta avviando a inserire il diritto all’aborto nella Costituzione, cosa che era nel programma elettorale del presidente Pedro Sánchez. Il 5 marzo scorso, la ministra spagnola per le pari opportunità, Ana Redondo, ha dichiarato di sostenere la modifica della Costituzione spagnola per includere il "diritto" di uccidere i nascituri attraverso l'aborto. Anche la Spagna si sta avviando quindi sulla strada della Francia, dove il 4 marzo 2024, i senatori e i membri dell'Assemblea nazionale hanno votato per prevedere l'aborto come "libertà" garantita dalla Costituzione. 

È in corso una guerra in campo costituzionale: da un lato si vuole affrettare la deriva verso diritti innaturali, dall’altra si cerca di blindare i fondamentali principi della legge naturale. È anche interessante osservare che le “novità” vengono dall’Europa oggi cosiddetta “centrale”, mentre in occidente la cultura del nulla la fa ancora da padrona, almeno per ora. Infine, va pure detto che la rivendicazione della Slovacchia della propria sovranità in questi settori della vita sociale è rivolta contro l’Unione Europea, insopportabile garante e promotrice dei diritti artificiali.

Questi eventi rimandano ad una riflessione sulla natura delle Costituzioni degli Stati europei. Da un lato esse sono viste come espressione di un “patto costituzionale” stabilito da un’assemblea di notabili che hanno parlato convenzionalmente a nome della “nazione”, come avvenuto per gli Stati generali nella Francia del 1789. Dall’altro lato vengono considerate come fondate non su un voto discrezionale di un’assemblea, ma su una base naturale e storica, sui principi indisponibili di un ordine naturale finalistico sedimentatosi nella storia di una nazione.

Stefano Fontana