Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Santa Francesca Saverio Cabrini a cura di Ermes Dovico
Migrazioni
a cura di Anna Bono
Guatemala

Fallito il 19 ottobre il tentativo di centinaia di emigranti di entrare in Messico dal Guatemala

Centinaia di emigranti irregolari diretti negli Usa sono stati respinti alla frontiera tra Guatemala e Messico dalla polizia messicana che ha usato gas lacrimogeni per fermarli

Migrazioni 20_10_2018

 

Il 19 ottobre centinaia di emigranti diretti verso gli Stati Uniti hanno tentato di entrare in Messico dal Guatemala sfondando le recinzioni di frontiera all’altezza di un ponte, ma sono stati fermati dalla polizia messicana che ha risposto a lanci di pietre usando gas lacrimogeni. Respinti, si trovano al momento in Guatemala, nella città di frontiera di Tecun Uman. Le autorità messicane li hanno informati che soltanto chi ha documenti in regola potrà entrare nel paese. Chi ne è privo deve chiedere asilo oppure tornare indietro. Molti emigranti hanno solo la carta d’identità, che consente di viaggiare nei paesi dell’America centrale, ma per entrare in Messico occorre essere muniti di passaporto. Gli emigranti provengono per lo più dall’Honduras. Hanno percorso centinaia di chilometri in gran parte a piedi, partendo da San Pedro Sula. Sostengono di essere in fuga da violenza e povertà. Si stima che circa il 10% degli abitanti di Guatemala, El Salvador e Honduras siano già fuggiti dai rispettivi paesi per sottrarsi alla violenza, all’arruolamento forzato  in organizzazioni criminali e pessime condizioni economiche. La regione presenta uno dei tassi di omicidi più alto del mondo: secondo le Nazioni Unite nel 2015 il tasso era di quasi 64 omicidi ogni 100.000 abitanti in Honduras e di oltre 108 in El Salvador. Jari Dixon, un esponente dell’opposizione in Honduras ha detto che gli emigranti non “inseguono il sogno americano”, ma “fuggono dall’incubo honduregno”. Per contro il ministro degli esteri dell’Honduras ha esortato i cittadini “a non farsi manipolare da un movimento chiaramente politico che cerca di minare governabilità, stabilità e pace”.