Ex anglicano: il Sinodo non ceda a gruppi di pressione
Mons. Nazir Ali, passato dalla Chiesa d'Inghilterra a quella di Roma lo scorso anno, precisa che la sinodalità non deve portare all'accettazione acritica di qualsiasi opinione e che si deve tener conto anche della voce dei credenti di ieri.
Michael James Nazir Ali, 73 anni, di origini pakistane, è stato vescovo anglicano fino all'anno scorso, quando ha aderito alla Chiesa cattolica ed è stato ordinato presbitero per l'Ordinariato di Nostra Signora di Walsingham (a sua volta retto da un altro ex vescovo anglicano, mons. Keith Newton). Intervistato da Asia News ha rilasciato una significativa testimonianza sulle persecuzioni anticristiane, non solo nel suo Paese d'origine («Dico sempre che la persecuzione inizia con la discriminazione e l'esclusione. E ora sta accadendo anche in Europa»). E ha aggiunto parole chiare sul Sinodo.
Mons. Nazir Ali individua alcuni rischi proprio in base alla sua esperienza da anglicano (e in genere nel mondo protestante), primo fra tutti quello di cedere a «gruppi di pressione esterni alla Chiesa, che possono essere molto attivi e ben organizzati». Anche le consultazioni tra i fedeli non possono essere condotte in modo acritico: «le opinioni delle persone consultate devono essere soppesate, a volte persino evangelizzate. Non si può semplicemente dire: questa è la voce del popolo di Dio».
Infine richiama la necessità di non confondere il sensus fidelium con le opinioni dominanti e di ascoltare anche i credenti di ieri: «il sensum fidelium non è solo l'opinione delle persone di oggi: è il senso della fede nel corso dei secoli, ha un aspetto diacronico oltre che sincronico». Un aspetto decisamente dimenticato, quello della continuità con le generazioni passate. In altre parole la Tradizione, che, diceva Chesterton, «significa dare il voto alla più oscura di tutte le classi, quella dei nostri avi».