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PAPA A SCIENZA & VITA

Eutanasia, aborto e povertà sono attentati alla vita

Papa Francesco ha ricevuto Scienza & Vita in occasione del convegno che segna il decennale dell'associazione. L'incontro è stato occasione per ribadire che la Chiesa considera aborto ed eutanasia gravissimi «attentati alla vita», cui aggiunge l'abbandono dei poveri che nel mondo muoiono di fame o di freddo o in tragedie come quelle che interessano i barconi in mare carichi di migranti in cerca di futuro.

 

 

Ecclesia 31_05_2015
Papa Francesco

Il 30 maggio 2015 Papa Francesco ha ricevuto Scienza & Vita in occasione del convegno che segna il decennale dell'associazione. L'incontro è stato occasione per ribadire che la Chiesa considera aborto ed eutanasia gravissimi «attentati alla vita», cui aggiunge l'abbandono dei poveri che muoiono di fame o di freddo o in tragedie come quelle che interessano i barconi carichi di migranti.

Il Papa ha definito il «servizio alla persona umana» reso da Scienza & Vita come «importante e incoraggiante. Infatti, la tutela e la promozione della vita rappresentano un compito fondamentale, tanto più in una società segnata dalla logica negativa dello scarto». Per questo, ha detto il Pontefice, «vedo la vostra associazione come delle mani che si tendono verso altre mani e sostengono la vita». E «le mani che si stringono non garantiscono solo solidità ed equilibrio, ma trasmettono anche calore umano». Dopo avere posto Cristo al centro, ha ricordato Francesco, associazioni come Scienza & Vita devono operare secondo un duplice dinamismo: «uscire per incontrare e incontrare per sorreggere». Un movimento che «va dal centro verso le periferie», secondo il tema tipico del Magistero di Papa Francesco. Scienza & Vita opera nel campo della bioetica, e il Pontefice le ha ricordato che sempre «va riconosciuto e tutelato il diritto primordiale alla vita». Il nome dell'associazione fa riferimento anche alla scienza, Ma è sempre «la vita nella sua insondabile profondità che origina e accompagna tutto il cammino scientifico; è il miracolo della vita che sempre mette in crisi qualche forma di presunzione scientifica, restituendo il primato alla meraviglia e alla bellezza». 

Il Signore Gesù Cristo, «che è la luce dell’uomo e del mondo, illumina la strada perché la scienza sia sempre un sapere a servizio della vita. Quando viene meno questa luce, quando il sapere dimentica il contatto con la vita, diventa sterile». Il criterio per garantire che «la scienza sia veramente al servizio dell’uomo, e non l’uomo al servizio della scienza» è a sua volta «la sacralità di ogni persona umana». Scienza e vita, appunto. Certo, «la riflessione scientifica utilizza la lente d’ingrandimento per soffermarsi ad analizzare determinati particolari». Ma la sintesi che fa seguito a questa analisi non può che giungere a una conclusione: «una società giusta riconosce come primario il diritto alla vita dal concepimento fino al suo termine naturale». I cristiani e gli uomini di buona volontà, naturalmente, non si preoccupa solo dell'inizio e della fine della vita, ma anche del «tempo che unisce l’inizio con la fine»: qui incontrano le «relazioni familiari e sociali», che pure si tratta di difendere. «Il grado di progresso di una civiltà» non si misura dal benessere, dalla tecnologia o da altri parametri materiali ma «dalla capacità di custodire la vita, soprattutto nelle sue fasi più fragili». 

Non è veramente progredita una civiltà ricca e tecnologica ma dove quotidianamente si verificano «attentati alla sacralità della vita umana. È attentato alla vita la piaga dell’aborto. È attentato alla vita lasciar morire i nostri fratelli sui barconi nel canale di Sicilia. È attentato alla vita la morte sul lavoro perché non si rispettano le minime condizioni di sicurezza. È attentato alla vita la morte per denutrizione. È attentato alla vita il terrorismo, la guerra, la violenza; ma anche l’eutanasia». «Amare la vita», promuovere una «cultura della vita» significa «sempre prendersi cura dell’altro, volere il suo bene, coltivare e rispettare la sua dignità trascendente». È una battaglia che oggi i cristiani non possono combattere da soli. «Non abbiate paura», esorta il Papa, «di intraprendere un dialogo fecondo con tutto il mondo della scienza, anche con coloro che, pur non professandosi credenti, restano aperti al mistero della vita umana». E, nello stesso tempo, non dimenticate la devozione mariana e la preghiera, che sono l'anima di ogni apostolato, compreso quello così importante per la vita.