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EDITORIALE

Europa sì, ma quale?

Basta con il pensiero unico, la "fase 2" è fallimentare: i trattati, da Maastricht in poi, vanno ripensati ex novo. Il premier britannico David Cameron, minacciando l'uscita dalla Ue, ha aperto un dibattito sull'Europa, che va rilanciato.

Editoriali 25_01_2013
Il premier britannico David Cameron

Ribadendo e dettagliando al World Economic Forum di Davos la sua posizione riguardo alla Ue, il premier britannico David Cameron ha ulteriormente tirato un salutare sasso nella piccionaia del pensiero unico sul tema che l’ordine costituito dell’”Europa” tenta ancora di imporre, seppur con crescente insuccesso. In estrema sintesi Cameron intende rinegoziare la posizione della Gran Bretagna nell’Unione e punta a un referendum popolare per giungere a tale negoziato non con il cappello in mano.

Ormai non dovrebbe esservi alcun dubbio che la pretesa di costruire la “fase 2” delle istituzioni europee dopo la caduta del muro di Berlino sulla base di accordi pensati e definiti per un’Europa, che la caduta del muro di Berlino aveva mandato in soffitta, si sta rivelando un clamoroso fallimento. Pertanto va bene qualunque cosa serva a far scoprire che…il re è nudo, ovvero che il trattato di Maastricht e tutti gli altri trattati che ne derivano vanno ripensati ex novo: anche la presa di posizione di un Paese come la Gran Bretagna che non potrà mai essere membro dell’Unione allo stesso modo in cui possono esserlo la Francia o la Germania. D’altra parte nemmeno noi dovremmo esserlo allo stesso modo tenuto conto del ruolo che la storia e la geografia ci assegnano nel Mediterraneo; e quindi anche nell’area danubiana che, gravitando verso il Mar Nero, gravita in ultima analisi essa pure verso il Mediterraneo.

Europa sì, ma quale? Con il suo intervento Cameron ha aperto questo cruciale dibattito, sin qui tenuto ben chiuso. Poi le sue risposte potranno essere diverse dalle nostre, ma non è questo che importa. In primo luogo importa si riconosca che non si può pensare a un’ Europa intesa come una tabula rasa storica, economica e culturale su cui costruire dal nulla un “marziano” di dimensioni continentali ispirato a “Per la pace perpetua” di Immanuel Kant. Ciò chiarito, e chiarito pure che senza riconoscere le radici storiche dell’Europa non si va da nessuna parte, allora ci si potrà mettere a edificare un’Unione Europea che funzioni. E se per questo c’è voluto il colpo di scena di Cameron, viva Cameron!