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DRAMMI IGNORATI

Europa miope sul traffico di esseri umani dall'Ucraina

L’Europa volutamente blocca gli aiuti ai suoi stessi paesi di confine, ritarda le misure per i rifugiati, ignora il traffico di esseri umani, ma dimostra di esser pronta nel destinare miliardi per l’acquisto di armi per l’Ucraina. Per Polonia e Ungheria la situazione è drammatica, a causa dell'incomprensibile e cocciuta violenza che ancora oggi l’Europa riversa sui due paesi con il blocco dei miliardi del Recovery Fund, con l’ipocrita scusa delle violazioni dello Stato di Diritto. Pur avendo chiesto aiuti sin dalle prime settimane del conflitto, sinora da Bruxelles hanno ricevuto in cambio solo parole.
- PIO X E LA PACE FONDATA SULLA GIUSTIZIA di Daniele Trabucco 

Attualità 28_03_2022

I leaders europei danno bella mostra nel concentrarsi sull’acquisto di armi e, compiacendosi della cultura del nemico assoluto, rimangono miopi di fronte al dramma dei rifugiati e del traffico di esseri umani. Tutta le retorica dell’accoglienza, così di moda verso i migranti dai paesi islamici, ora è svanita nel nulla. Nei gironi scorsi si è deciso un altro miliardo di aiuti in armamenti per l’Ucraina, ulteriori spese militari nei paesi europei ma zero euri per l’accoglienza dei rifugiati.

Più di 6,5 milioni di persone sono ad oggi sfollate in Ucraina, mentre 3,7 milioni sono fuggite dal paese da quando l'invasione russa è iniziata un mese fa, questi gli ultimi dati ufficiali presentati dall’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) due giorni orsono. Dati vecchi perché ogni giorno decine di migliaia di rifugiati passano i confini di Polonia, Moldova, Ungheria, Romania e, pur avendo chiesto aiuti sin dalle prime settimane del conflitto, sinora da Bruxelles hanno ricevuto in cambio solo parole.

Se la situazione è grave per la Moldova e la Romania, per Polonia ed Ungheria è ancora più drammatica, a causa della incomprensibile e cocciuta violenza che ancora oggi l’Europa riversa sui due paesi con il blocco dei miliardi di Recovery Funds, con l’ipocrita scusa delle violazioni dello Stato di Diritto. Il Financial Times dei giorni scorsi descrive bene questo strozzinaggio nei confronti della Polonia, il comunicato della Missione di Osservatori elettorali dell’Osce dimostra la mala fede verso Governo Orban a 7 giorni dalle elezioni.

In tutto questo spartito della commedia irreale che Bruxelles sta recitando, la trama oscura del traffico di esseri umani non poteva che seguire lo stesso copione. Almeno dal 5 marzo grazie ad alcuni quotidiani, diverse organizzazioni umanitarie, per lo più cristiane, avevano chiesto seri interventi per prevenire e combattere il traffico umano di bimbi e donne rifugiati ucraini. Nessuno può dire che il pericolo sia rimasto sconosciuto, visto che sia la BBC inglese, sia tv francese France24, sia il portale di notizie europee Euractiv.com, l’11 e 12 marzo avevano rilanciato l’allarme che proveniva anche da Caritas Europe: uomini sospetti che offrivano trasporto e alloggio ai rifugiati, preferibilmente donne e bambini.

Solo il 17 marzo si svegliava anche l’organismo del Consiglio di Europa GRETA (Gruppo di esperti sull'azione contro il traffico di esseri umani): «Ci sono rapporti di trafficanti che prendono di mira i bambini senza genitori che fuggono dall'Ucraina, e molti di questi bambini sono attualmente irreperibili, a seguito della frettolosa evacuazione di orfanotrofi e case di accoglienza».

A 15 giorni dalle prime denunce, il 19 marzo, era la volta dell’Agenzia Onu per i bambini Unicef che, nel denunciare il pericolo, chiedeva ai governi dei paesi confinanti di prevenire e combattere il pericolo dei trafficanti di bimbi e donne ucraine che fuggivano dalla guerra. Nei giorni scorsi proprio i paesi di confine tanto ignorati da Bruxelles hanno diramato la notizia dei primi arresti di criminali che erano dediti al rapimento e compravendita di bambini piccoli e giovani donne per il mercato europeo della schiavitù e della prostituzione.

Oltre alla lotta ai trafficanti, Polonia ed Ungheria hanno sin dai primi giorni della crisi attivato misure per fornire ai rifugiati documenti identificativi e una pronta scolarizzazione dei bambini e ragazzi. Ebbene, dopo le promesse vuote di aiuti della Commissione per accoglienza dei rifugiati dello scorso 8 marzo, sono dovuti passare quindici giorni per capire le intenzioni di Bruxelles.

Finalmente, il 24 marzo scorso, i tre Commissari Dubravka Šuica, Margaritis Schinas, Ylva Johansson (ma non la Presidente Von der Leyen) hanno tenuto la loro conferenza stampa per far sapere che in diversi settori, tra cui l'istruzione, la salute, il lavoro e i diritti umani, la Commissione sta preparando diversi piani per assistere i milioni di ucraini che sono entrati nell'UE. «Attivata la direttiva sulla protezione temporanea che darà un accesso immediato e incondizionato, cure mediche, alle scuole, ai lavori e agli alloggi, tutti pilastri del nostro stile di vita europeo...la Commissione sosterrà i nostri Stati membri per garantire che i bambini tornino il più rapidamente possibile a scuola e all'asilo».

La Commissione svilupperà linee guida politiche per gli Stati membri e fondi per «sostenere l'inclusione», ma solo tra una settimana potrebbero essere pronte misure per i bambini non accompagnati, orfani o separati dai loro genitori, compresi quelli con disabilità. C’è preoccupazione per la tratta di bambini non accompagnati, compresi quelli nati da madri surrogate, ha detto il Commissario Ylva Johansson, ma Europol ha attivato una task force contro il traffico di esseri umani.

L’Europa volutamente blocca gli aiuti ai suoi stessi paesi di confine, ritarda le misure per i rifugiati, ma dimostra di esser pronta nel destinare miliardi per l’acquisto di armi per l’Ucraina. Ovvia la censura sui primi arresti in Germania di migranti nigeriani ed iracheni che schiavizzavano sessualmente le giovani ucraine. Non ne siamo sorpresi, intanto il 26 marzo anche il Commissario ucraino per i diritti umani (Ombudsman) ha invitato i paesi europei a prendere misure forti per contrastare il traffico di donne e bambini ucraini che sono fuggiti dal paese. La goffaggine europea su rifugiati e traffico di esseri umani è indigesta anche a Kiev.