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L'EDITORIALE

Eucarestia, l'inizio di un cammino

Si apre domani il Congresso Eucaristico Nazionale. Il tema - "Signore da chi andremo?" - esprime la domanda di senso dell'uomo moderno, a cui siamo chiamati a dare una risposta certa.

Editoriali 02_09_2011
adorazione eucaristica
Il 3 settembre si apre ad Ancona il XXV Congresso Eucaristico Nazionale, che durerà fino all'11 settembre, giorno in cui è prevista anche la presenza del Papa. Il tema scelto per questa edizione è: "Signore, da chi andremo?". Abbiamo chiesto a suor Maria Gloria Riva, fondatrice di una Comunità monastica dedita all'Adorazione eucaristica, di introdurci al tema di questo Congresso.

Il XXV Congresso Eucaristico si apre con una mostra dal titolo: Alla mensa del Signore: Capolavori della pittura europea Raffaello e Tiepolo. Non è un caso. Non è neppure pura formalità, ma scelta precisa, quella di dare all’Eucaristia il suo contesto naturale che è la Bellezza. Non è neppure un caso che proprio alle soglie dell’apertura del Congresso il Santo Padre ci spalanchi, nel corso dei suoi interventi del mercoledì, un orizzonte vastissimo sulla via pulchritudinis, la via della Bellezza.


Cristo nell’Eucaristia è il Bellissimo che ha voluto rimanere con l’uomo tutti i giorni fino alla fine del mondo, sostando là dove l’uomo è più vulnerabile, dove è più conoscibile: il pasto.


La mostra traccia le linee guida del Congresso. La scelta che si è fatta è stata quella di concentrare l’attenzione sulla celebrazione. La liturgia è infatti il luogo dove la Chiesa si manifesta Madre e Maestra, ed è il luogo dove la Chiesa si dimostra davvero semper reformanda, non nell’accezione luterana del termine, divenuto popolare proprio negli ambienti della Riforma, ma nell’accezione vera, quella connessa alla dimensione sacramentale di una Chiesa che fa l’Eucaristia e di una Eucaristia che fa la Chiesa.


La mensa quotidiana della Chiesa è quella Eucaristica che trova la sua sorgente nell’ultima Cena. Da qui il senso profondo delle opere scelte: le cene viste lungo i secoli, le cene di Cristo con i suoi e in particolare l’ultima Cena: momento sorgivo della ricchezza sacramentale dell’esperienza cristiana. Il Congresso vuole però anche sviluppare il riverbero che questa Cena ha sulla vita quotidiana del popolo, sulla famiglia in particolare, quale Chiesa domestica, ma anche sulla vita della fede che si sviluppa all’interno di un borgo o di una città come ad esempio la grande tradizione delle processioni eucaristiche. La documentazione di queste ultime, unita a quella delle confraternite, avrà uno spazio particolare nella mostra. È proprio attraverso il percorso visivo di questi elementi che si può recuperare il vero corso della storia cristiana dentro le pieghe del tessuto popolare.

Ogni Congresso eucaristico ha anzitutto al suo interno questo fattore grandemente positivo: la fede è un fatto pubblico. La fede e la professione di fede della Chiesa è per sua natura un elemento di forte aggregazione e di proposta concreta e reale all’uomo privo di riferimenti forti. In fondo che il Congresso abbia voluto tenere a tema la domanda di senso dell’uomo moderno, oggi così disorientato anche per un cristianesimo che non sempre ha saputo rimanere all’altezza del mistero che custodisce, lo dice chiaramente il titolo del Congresso: Signore da chi andremo?

La domanda è chiaramente retorica e il Congresso offre la risposta: andremo dal Signore, dall’unico che di sé ha detto: «Sono la via, la verità, la vita».


Tutti i momenti salienti del Congresso scaturiranno da questa domanda, che sostiene la Chiesa nella sua passione per l’uomo (primo giorno del Congresso), che le dona di essere vera presenza di misericordia (II giorno), che le permette di affrontare con coraggio le sfide quotidiane nell’ambito del lavoro e del riposo (III giorno). Una domanda che annoda come un filo rosso tutta la storia che l’ha preceduta (da qui il senso forte della tradizione che si sviluppa nel IV giorno). La Chiesa, cioè, custodisce un deposito che le è stato consegnato (tradere) da chi ha risposto in modo unico alla domanda di senso dell’uomo: Cristo.

Ci auguriamo perciò che quanti parteciperanno al Congresso ci vadano anzitutto con l’apertura totale del cuore a questa domanda: da chi andremo? E alla sua risposta che conduce non a una certezza, ma al cammino della fede, fatto di percorsi oscuri illuminati dalla luce dell’Eucaristia, salvezza dell’uomo e della città.