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CALABRIA NEL MIRINO

Errori e lottizzazioni, che pasticcio la Sanità alla 'nduja

L'imbarazzante uscita di scena del commissario alla sanità calabrese Cotticelli, che per giustificare la figuraccia sul piano d'emergenza ipotizza improbabili malori. E ora, al suo posto, l'ingresso di Giuseppe Zuccatelli, trombato in politica, ma piazzato da Leu nonostante gli insuccessi e le gaffe in campo sanitario. 

Politica 10_11_2020

La vicenda appare grottesca, necessita di evidenti spiegazioni di natura politica e potrebbe anche avere strascichi giudiziari. La sostituzione del commissario straordinario alla sanità della Regione Calabria, Saverio Cotticelli con Giuseppe Zuccatelli sta provocando un terremoto nel governo e non sono esclusi clamorosi sviluppi nelle prossime ore.

Cotticelli è un generale di corpo d’armata dei Carabinieri in pensione ed era stato nominato dal Governo Conte I. Era particolarmente apprezzato dall’ex Ministro della salute, Giulia Grillo (Movimento 5 Stelle) ma poi si era fatto ben volere anche dalla governatrice calabrese Jole Santelli, deceduta nelle settimane scorse per un male incurabile.

Nei giorni scorsi è incappato in un’uscita infelice durante un’intervista televisiva dai contorni non ben definiti. Addirittura lui insinua di essere stato stordito/drogato prima dell’intervista o comunque di aver avuto un malore perché non ricorda di essere stato lucido quando al giornalista ha detto di non sapere che avrebbe dovuto redigere il piano Covid per la Calabria. Quella dichiarazione ha indotto il Governo a licenziarlo, anche se lui, giocando d’anticipo, si è dimesso qualche ora prima.

Due sere fa, ospite negli studi de La 7, durante la trasmissione “Non è l’Arena”, di Massimo Giletti, Cotticelli ha raccontato la sua versione dei fatti e, pur chiedendo scusa ai calabresi di eventuali inadempienze nella lotta al virus, ha chiarito che il piano Covid per la Calabria l’aveva preparato lui e che, nonostante tutti i boicottaggi di natura politica, era riuscito a portarlo avanti. Ha inoltre insinuato che, dietro l’intento dell’esecutivo di rimuoverlo, possano nascondersi trame per denigrare la sua gestione, accollando al suo ufficio perdite finanziarie non imputabili a lui, e per avvantaggiare il suo successore. Addirittura Cotticelli si è detto pronto ad andare alla Procura della Repubblica per denunciare questi disegni torbidi, affinchè si possano individuare eventuali profili penali di alcune condotte di funzionari pubblici del settore sanitario e di esponenti politici locali.

Peraltro il suo successore Giuseppe Zuccatelli è un personaggio assai chiacchierato, soprattutto per la sua vicinanza a Pierluigi Bersani e al Ministro della salute, Roberto Speranza. Si tratterebbe, quindi, di una nomina squisitamente politica, con un obiettivo ben preciso: dotare Zuccatelli di tutte le risorse fin qui negate al suo predecessore, al fine di consentirgli di gestire l’emergenza sanitaria calabrese, anche in vista delle prossime elezioni regionali che si terranno in Calabria a causa della prematura scomparsa della governatrice Santelli (la sinistra punta a riconquistare la guida della regione). Il neo commissario, oltre a poter contare su ingenti risorse (fin qui negate a Cotticelli), avrà enormi poteri: dovrebbe indicare i nomi dei commissari straordinari delle aziende sanitarie e ospedaliere calabresi, dare direttive al Dipartimento regionale Tutela della salute, occuparsi degli appalti sopra la soglia comunitaria, redigere il piano Covid. Peraltro la sua nomina è avvenuta in fretta e furia, bypassando le procedure in nome della drammaticità della situazione Covid in Calabria, identificata come zona rossa. Il Ministro Speranza ha vantato il curriculum professionale di Zuccatelli; gli ha fatto eco il Ministro per il Sud, il dem Giuseppe Provenzano. Ma non tutti sanno che il neo commissario, di cui i parlamentari grillini calabresi hanno già chiesto al governo l’immediata rimozione, ha avuto tanti insuccessi e svarioni, sia politici che professionali e istituzionali.

Zuccatelli è arrivato in Calabria l'anno scorso per guidare l' Asp di Cosenza (una delle aziende sanitarie più grandi d'Italia, con 1 miliardo di euro di bilancio), e le due realtà sanitarie di Catanzaro, l'ospedale Pugliese Ciaccio e l’azienda ospedaliera universitaria Mater Domini, con risultati a dir poco controversi. Il primario cosentino del reparto di malattie infettive del San Matteo di Pavia, Raffaele Bruno ha scritto qualche giorno fa su Twitter che Zuccatelli «ha depotenziato il reparto di malattie infettive dell’ospedale catanzarese Mater Domini, declassandolo! In tutto il mondo sono state potenziate!».

Ha avuto esperienze politiche alquanto infelici, essendo stato candidato alla Camera alle ultime elezioni politiche del 2018 con Liberi e Uguali nel collegio Emilia Romagna 2, dove ha raccolto poco più di 5.000 voti (il collegio è andato a Simona Vietina, di Forza Italia). A Cesena è stato consigliere comunale Pd e ha fondato uno dei primi gruppi consiliari d’Italia di Articolo 1, il raggruppamento costituito da Bersani ai tempi della scissione nel Pd.

Ma se l’elettorato lo ha sonoramente bocciato, il partito di appartenenza lo ha sempre premiato con incarichi di grande responsabilità, in base alle più elementari logiche della lottizzazione, assai dominanti in ambito sanitario.

Venendo agli accadimenti recenti, Zuccatelli, oltre che essere marchiato politicamente, è stato anche protagonista, di un video negazionista alquanto imbarazzante e diventato giustamente virale sui social. A fine maggio, dopo che il Covid aveva ucciso migliaia di persone, Zuccatelli, da commissario di nomina governativa dell’Asp di Cosenza, negava l’utilità della mascherina, affermando in una conversazione che «per beccarti il virus, se io fossi positivo, tu devi stare con me e baciarmi per 15 minuti con la lingua in bocca, altrimenti non te lo becchi».

Una dichiarazione negazionista intollerabile, soprattutto perché pronunciata non a gennaio o febbraio, quando erano in molti a sottovalutare ancora il virus e a scherzare sulla mascherina, bensì a fine maggio, quando tutte le dichiarazioni ufficiali dell’Organizzazione mondiale della sanità chiarivano che con la mascherina i rischi di contagio si riducevano sensibilmente. Dunque quel video, per quanto smentito e ridimensionato dal diretto interessato, non fuga i sospetti su di lui e, soprattutto, rischia di continuare a influenzare negativamente i comportamenti dei cittadini calabresi durante questi mesi di restrizioni e di lotta al Coronavirus.

Perfino l’associazione di tutela dei consumatori Codacons ne ha subito chiesto la rimozione, con una nota ufficiale.

Per ora il governo continua a difenderlo. Ma i calabresi davvero meritano che la tutela della loro salute debba essere affidata ad un uomo così di parte e con tutti questi precedenti imbarazzanti?