Errare umano, perseverare è diabolico
Purtroppo è successo di nuovo: dopo quella di Genova, anche l’alluvione nel Messinese ha provocato morti e danni ingenti. Allo sgomento per la tragedia si aggiunge ancora una volta lo shock delle immagini che hanno ripreso alcuni momenti dell’ondata di piena che trascinava via cose e persone.
Purtroppo è successo di nuovo: dopo quella di Genova, anche l’alluvione nel Messinese ha provocato morti e danni ingenti. Allo sgomento per la tragedia si aggiunge ancora una volta lo shock delle immagini che hanno ripreso alcuni momenti dell’ondata di piena che trascinava via cose e persone.
Ancora una volta i telegiornali hanno mandato in onda i filmati girati sul posto dalle persone che assistevano impotenti e disperate a quanto stava accadendo davanti ai loro occhi. E ancora una volta la portata emotiva di quei video, già altamente drammatici per il loro contenuto, è stata amplificata dalla concitata disperazione delle voci in sottofondo, che commentavano, urlavano e piangevano nello stesso tempo della ripresa.
Lo stesso era successo alcuni giorni fa a Genova, dove certi giornalisti televisivi avevano dato il peggio di sé andando a frugare senza ritegno nei sentimenti delle vittime (compreso un ragazzo che aveva perso la madre nell’ondata di piena) e i notiziari avevano puntato sulle emozioni mandando in onda immagini girate in presa diretta da alcuni cittadini.
Già allora avevamo sottolineato che questo modo di visualizzare le tragedie non aggiunge nulla all’informazione ma gioca il suo impatto sul sensazionalismo. Lo ripetiamo adesso. Che bisogno c’era di mandare in onda (per giunta in fasce di largo ascolto) questi video? Se proprio si voleva documentare la gravità dell’accaduto, sarebbe stata buona cosa eliminare l’audio originale, per rispetto delle vittime, degli autori dei filmati e del pubblico.