Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Sant’Espedito a cura di Ermes Dovico
SESSO E POTERE

Epstein, uno scandalo liberal e strane coincidenze

Ascolta la versione audio dell'articolo

Grazie all'inchiesta giornalistica del Wall Street Journal, sappiamo quanti contatti altolocati avesse Epstein, arrestato per tratta delle minorenni e abusi, poi morto in carcere in circostanze misteriose. Sono tutti, casualmente, contatti nel mondo Dem e progressista. Si addensano sospetti sulla Casa Bianca.

Attualità 05_05_2023
Jeffrey Epstein

Nello schifo purulento sugli affari di Epstein e dei suoi conoscenti ci son proprio strane coincidenze con il potere dei Democratici. Il caso di Jeffrey Epstein, il miliardario finanziere arrestato nel luglio del 2019 e deceduto nell’agosto dello stesso anno in circostanze quantomeno opache, non smette di svelare connivenze terribili di plutocrati e burocrati di spicco del mondo ‘liberal e progressista’.

Va ricordato che dai documenti emersi sinora pare che Epstein non avesse alcuna intenzione di togliersi la vita, tutt’altro. E dunque all’emergere di nuove pagine orribili della vicenda, si rafforzano i dubbi su ciò che è realmente accaduto nella cella del carcere di New York. Stranezze e dubbi che si sono moltiplicati dopo la misteriosa morte nelle prigioni francesi di Jean-Luc Brunel, detenuto per traffico e abusi sessuali di minori, finanziere e co-fondatore dell’agenzia di modelle ‘MC2 Model Management’, che avrebbe dovuto testimoniare al processo sul caso Epstein ancora in corso negli Usa. Un anno dopo, e siamo al febbraio di quest’anno, è emersa la complicità e l’assidua frequentazione della lussuosa villa nella terribile ‘Isola dell’Amore’, l’isola di Little St. James (di proprietà di Epstein, parte dell’arcipelago delle Isole Vergini americane nei Caraibi), dell’Amministratore Delegato della banca inglese Barkley Jes Staley, accusato di complicità ed abusi. Con lui sono state chiamate a processo le banche d’affari JP Morgan, Deutsche Bank e la stessa Barkley che dovranno difendersi dalle cause legali che le accusano di “aver favorito il traffico sessuale di Jeffrey Epstein”.

Tanto per esser chiari, si tratta della 5° banca d’affari (JPMorgan), della 21° (Deutsche bank) e della 23° (Barkley) del ranking mondiale, con giri d’affari da capogiro, a dimostrazione di connivenze e simpatie verso indicibili e vergognosi abusi sistematici verso l’infanzia. In questi ultimi giorni sono stati pubblicati, grazie ad un sopraffino lavoro investigativo e giornalistico del Wall Street Journal, documenti che includono migliaia di pagine di e-mail, appuntamenti e programmi dal 2013 al 2017. Questi documenti forniscono nuovi dettagli sulla natura e la frequenza dei contatti di Epstein con una serie di persone potenti, anche molto tempo dopo che era stato indagato e condannato per abusi e molestie sessuali, visto che già nel 2008 si era dichiarato colpevole di adescamento e procacciamento di minori a fini di prostituzione. Nel primo articolo pubblicato il 30 aprile il WSJ denuncia come il capo della Cia, William Burns, suo direttore dal 2021, aveva in programma tre incontri con Epstein nel 2014, quando era vice segretario di Stato, come risulta dai documenti rivelati dal giornale. I documenti mostrano che anche Noam Chomsky, autore di diversi libri contro il capitalismo e i poteri oppressivi ed illiberali, attivista e professore, aveva in programma un volo con Epstein e una cena nella sua casa di Manhattan nel 2015. Con lui, anche Leon Botstein, il presidente di lunga data del Bard College, ha incontrato Epstein diverse volte e lo ha persino invitato al campus. Infine, Kathryn Ruemmler, che è stata consigliere della Casa Bianca con il presidente Barack Obama, ha incontrato Epstein decine di volte, negli anni che l’hanno vista prima a Washington con Obama e poi nel ruolo di avvocato alla Goldman Sachs. Pare abbia viaggiato con Epstein sia a Parigi, sia all’Isola di Little St.James.

Le ridicole giustificazioni o l’assenza di commenti seri sulle frequentazioni di Burns con Epstein, hanno scatenato le polemiche sui siti e quotidiani conservatori, con il Daily Wire che giustamente si chiede perché si siano incontrati  e di quali consigli avesse bisogno l'attuale direttore della Cia e, il Washington Examiner, che il 2 maggio invece denunciava il silenzio inquietante della Casa Bianca che si è rifiutata sinora di commentare le rivelazioni su Burns e sui suoi incontri nel 2014 incontri con Epstein, quando era già sta stato condannato per reati sessuali e abusi su minori nel 2008. Mercoledì 3 e giovedì 4 maggio sono uscite la seconda e terza puntata delle rivelazioni pubblicate sul WSJ: stavolta, nella disamina di mail e agende, sono cascati l'ex segretario al Tesoro, e presidente emerito dell’Università di Harvard, Lawrence Summers, il fondatore miliardario di LinkedIn Reid Hoffman, l'ex primo ministro israeliano Ehud Barak, il cofondatore di Apollo Global Management Leon Black e altri. Summers, che è stato segretario al Tesoro sotto l'ex presidente Bill Clinton dal 1999 al 2001, avrebbe cercato la "consulenza filantropica su piccola scala" di Epstein nell'aprile 2014. L'imprenditore miliardario di Internet e cofondatore di LinkedIn Rein Hoffman ha visitato una volta l'isola caraibica di Epstein e ha pianificato di soggiornare nella sua casa di New York nel 2014. Oltre al regista Woody Allen, che era anche vicino di casa di Epstein, tra le altre persone citate ci sono filantropi, miliardari e ricchi donatori delle campagne Dems.

Sarà un caso che il 26 aprile scorso molti di questi plutocrati siano accorsi alla Casa Bianca, dopo l’annuncio della ricandidatura di Biden, a promettere milioni di dollari? È solo per coincidenza che, in questi stessi giorni crescono le accuse verso l'amministrazione Biden sulla gestione di un'operazione di traffico di bambini su larga scala ai confini con il Messico? Accuse di correità che, secondo il quotidiano Epoch Times,  si trovano non solo nelle 142 pagine delle conclusioni di un gran giurì e ora alla attenzione della Corte Suprema della Florida, ma sarebbero confermate anche da Tara Lee Rodas, informatrice del Dipartimento federale della Salute e dei Servizi Umani che, alla Commissione giustizia della Camera, ha detto come "intenzionalmente o meno, il governo degli Stati Uniti è diventato l'intermediario di un'operazione di traffico di bambini su larga scala e multimiliardaria, gestita da trafficanti che cercano di trarre profitto dalle vite dei bambini". Solo coincidenze che si ripetono tra Dems.