IL NUOVO GOVERNO
Eppure assomiglia tanto a un ribaltone
Quello di Monti non è un governo tutto tecnico: deve avere la fiducia del parlamento e produrrà scelte politiche. Senza però il voto degli italiani.
Editoriali
16_11_2011
Nasce il governo Monti. Un governo tecnico, almeno così si dice. Devo dire che non ho molta stima per i governi tecnici. Naturalmente il mio giudizio non riguarda l’illustre rettore della Bocconi e commissario europeo. Posso anche essere convinto ad ammettere che di un governo tecnico c’era effettivamente bisogno. E’ proprio il governo tecnico in quanto tale che non mi convince.
Il filosofo Heidegger diceva che nella tecnica non c’è mai nulla di tecnico. E infatti nemmeno il governo Monti lo è in senso vero e proprio. Anche questo governo, infatti, pur essendo strenuamente voluto dal Presidente Napolitano e nascere quindi come “governo del Presidente” deve poi avere la fiducia del Parlamento, ossia delle forze politiche. La fiducia nasce sempre da un voto politico, perché il governo tecnico riceve il mandato di fare i suoi interventi tecnici dalla volontà del Parlamento, in quanto si presume sia la volontà del popolo.
Del resto le “cose da fare” avranno certamente aspetti tecnici, ma comportano scelte politiche: pensioni, tasse, tagli, dismissioni, patrimoniale, vendite … non è che possano essere fatte da un contabile, ma da un politico. Del resto, se si imputa al precedente governo di non aver fatto bene certe cose si dà un giudizio politico, uguale a quello che si dà su Monti quando si dice che ora quelle cose deve farle lui. Alla politica non si sfugge, nemmeno nascondendosi dietro alla tecnica.
I governi tecnici in genere mi infastidiscono anche perché di solito nascono per degli obiettivi mirati (“governi di scopo” vengono detti) ma poi non si limitano certo a perseguire quegli obiettivi. Del resto un governo di scopo è una assurdità. Un governo, una volta ricevuta la fiducia del Parlamento, è pienamente insediato e può fare quello che vuole. Monti è stato chiamato per applicare gli interventi concordati con l’Europa? Ma una volta insediato è in diritto/dovere di fare anche altro. Ed infatti, il governo Monti sicuramente durerà fino alla fine della legislatura. E’ anche certo che Monti stesso approfitterà di questo periodo di governo per costruirsi un futuro politico nazionale anche dopo le elezioni del 2013.
Il governo tecnico mi suona male anche perché le scelte politiche sono sempre “di parte” e non è possibile accontentare tutti, mentre il governo tecnico, dicendosi solo tecnico, vorrebbe ricevere una fiducia ampia in Parlamento e diventare un governo “di unità nazionale”. Ora mi chiedo: se l’emergenza chiama a fare scelte impopolari, perché mai queste sarebbero più facili se l’impopolarità ricade su molti anziché sulla sola maggioranza uscita dalle elezioni? Più allargo la fascia di coloro che dovranno subire l’impopolarità e meno sono in grado di operare. Senza contare che per distribuire l’impopolarità su un’ampia fascia di forze politiche devo ammucchiare partiti diversi, quelli che vogliono la patrimoniale e quelli che no, il che blocca le decisioni nei veti incrociati.
Poi c’è un ultimo aspetto. Ormai siamo governati di fatto da un sacco di gente che non è mai stata eletta dal popolo. I commissari europei e in genere i funzionari europei non sono mai stati eletti da nessuno. Nemmeno Monti è mai stato eletto da nessuno. Ora, aver fatto delle elezioni e trovarsi poi una maggioranza e un governo diversi da quelli usciti dalle elezioni sarà anche tecnico, ma sicuramente molto e molto politico.