El pueblo, unido... boccia il presidente marxista
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I risultati elettorali cileni per la riforma della carta fondamentale hanno visto premiati i partiti di centrodestra e in particolare il partito cristiano conservatore e il leader dei Repubblicani Antonio Kast. Uno stop del popolo ai progetti del presidente Boric su aborto, eutanasia, matrimoni e adozioni Lgbti, espropri proletari e statali.
I risultati elettorali cileni per l’elezione del Consiglio Costituzionale e la riforma della carta fondamentale, hanno visto premiare grandemente i partiti di centro destra ed in particolare il partito cristiano conservatore ed il leader dei Repubblicani Antonio Kast. Solo due anni fa Kast era stato sconfitto alle elezioni presidenziali del 2021 dall’attuale Presidente Gabriel Boric e dalla coalizione di partiti socialisti, populisti di sinistra e marxisti e tra gli osanna della sinistra globalista di tutto l’occidente.
È il caso di cantare oggi, parafrasando la celebre canzone degli Inti Illimani, che el pueblo unido jamas serà vencido (por los comunistas y socialistas). L’infatuazione nei confronti di Boric, ex leader delle proteste vandaliche e violente del 2020 e 2021, è finito e la delusione avanza tra tutti i ceti sociali, un dato che i sondaggi rilevano costantemente e culminano questa settimana con una disapprovazione popolare al 66%, un apprezzamento del solo 28%, mentre i tanto vituperati carabineros, oggetto delle ire dei partiti di maggioranza e dei movimenti sociali, sono l’istituzione più apprezzata dal popolo cileno con 83% dei cittadini che li sostiene.
In due anni par sia passato un secolo, tanto è veloce l’evolversi del sentimento politico e l’emergere delle inadeguatezze gestionali e limiti ideologici della attuale coalizione e del Presidente Gabriel Boric. Il Partito Repubblicano cileno ha stravinto le elezioni per il Consiglio Costituzionale, conquistando 22 membri su un totale di 50 che sono chiamati a riformare la Costituzione e aggiornare/sostituire quella attualmente in vigore, approvata nel 1980 sotto il dittatore Augusto Pinochet.
Il partito guidato da José Antonio Kast ha ottenuto il 36% dei voti (3,3 milioni), diventando così la forza più votata dal ritorno alla democrazia nel paese, al secondo posto c'è l’intera coalizione filogovernativa Unità per il Cile, che ha ottenuto il 28,45% dei voti (2,6 milioni) e al terzo posto il gruppo conservatore Chile Seguro, con il 21,1% delle schede (1,9 milioni).
C’era dunque da aspettarsi che José Antonio Kast, dopo i risultati di ieri, dichiarasse che «il Cile ha sconfitto un governo fallimentare» che è stato «incapace di affrontare la crisi dell'insicurezza e della migrazione», mentre ieri è stato «il primo giorno di un futuro migliore per il nostro Paese, è il primo giorno di un nuovo inizio per il Cile».
Dal canto suo, il giovane rivoluzionario e speranza dei socialisti mondiali Gabriel Boric ha ammesso la sconfitta dal Palacio de la Moneda e ha invitato il Partito Repubblicano a non «commettere lo stesso errore» che ha commesso la coalizione socialcomunista attualmente al Governo e che lui stesso di fatto guida, riferendosi al precedente processo costituzionale, il cui testo costruito a colpi della sua maggioranza con l’unico intento di trasformare il Cile in un paese socialista e per di più all’avanguardia sui diritti incivili di aborto, eutanasia, matrimoni ed adozioni LGBTI, indottrinamento LGBTI, espropri proletari e statali etc.
Fu respinto in un plebiscito del settembre 2022 da circa il 62% degli elettori, come abbiamo descritto più volte diffusamente su La Bussola. Successivamente, la maggioranza di sinistra di Camera e Senato aveva in 17 giorni, da dicembre 2022 a gennaio 2023 approvato le norme per una nuova costituente riformatrice della Costituzione, nell’ottica di mantenere le promesse elettorali di Boric e della sua falange. Oltre ai 50 eletti dal popolo domenica scorsa, il parlamento cileno aveva approvato l’elenco dei 24 membri della Commissione di esperti e i 14 membri del Comitato tecnico di ammissibilità, tutti in rappresentanza proporzionale dei partiti presenti in parlamento, che ha iniziato i suoi lavori ad inizio marzo.
Dunque, i consiglieri costituzionali eletti domenica inizieranno a redigere una nuova costituzione dal mese di giugno, sulla base della bozza compilata dai 24 esperti e, successivamente, presenteranno il testo finale al voto referendario del prossimo dicembre, con il quel i cittadini cileni voteranno con un seco ‘si’ o ‘no’ il nuovo testo. Ora che ha perso e che la sua popolarità è rasoterra, il golden boy della sinistra ha ricordato come il processo costituente guidato dai suoi partiti era fallito per non aver «saputo ascoltare gli altri e coloro che la pensavano diversamente» ed invitato ad adottare l’arma del dialogo accogliente delle ragioni di tutti «per risolvere le differenze».