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MATT RIDLEY

Ecologisti disarmati: consumiamo meno risorse pur essendo di più

Il decennio che abbiamo appena vissuto, nonostante le sue numerose tragedie, è ricco di conquiste per l'umanità: meno poveri, meno affamati, meno ammalati, a fronte di una popolazione aumentata di 1 miliardo di persone. E consumiamo meno risorse, con buona pace delle prediche degli ecologisti. Lo sostiene Matt Ridley, autore di Un ottimista razionale.

Creato 31_12_2019
Nuove tecniche agricole

Al 31 dicembre 2019, è difficile affermare ad alta voce “abbiamo vissuto nel miglior decennio per l’umanità”. Perché il mantra ecologista, quell’“abbiamo poco tempo”, ripetuto in tutte le piazze d’Occidente, ci lascia sempre un retrogusto di apocalisse prossima ventura. Eppure, proprio sul fronte ambientalista, gli ecologisti dovrebbero festeggiare questi anni Dieci del XXI Secolo, come un’età d’oro della sostenibilità. Ad affermarlo e scriverlo, con cognizione di causa, è l’imprenditore, giornalista e Lord britannico Matt Ridley. Nel 2010 aveva pubblicato il popolare saggio Un ottimista razionale. Nel 2019, in un lungo articolo pubblicato sul The Spectator, dimostra che il suo ottimismo fosse ben riposto.

Matt Ridley, membro della camera dei Lord nel partito Conservatore, non teme di andare controcorrente. Col sorriso sulle labbra e con mente lucida, osa sfidare ancora i catastrofisti, che paradossalmente si trovano in gran numero fra i progressisti. Prima di tutto, fa loro presente quali siano le grandi conquiste dell’umanità: per la prima volta nella storia dell’uomo, la condizione di povertà estrema è scesa al di sotto del 10% della popolazione mondiale, abbiamo il dato minimo di sempre della mortalità infantile, le carestie sono ormai rare (anche se non scomparse: basti pensare a quella più recente nell’Africa orientale), malattie come la poliomielite e la malaria stanno scomparendo. Con tutto questo, la popolazione sulla terra è aumentata, non diminuita.

Con buona pace dei malthusiani (sostenitori della limitatezza delle risorse rispetto alla presenza dell’uomo), siamo quasi 1 miliardo in più rispetto al decennio scorso, eppure, in proporzione e in termini assoluti, molti meno abitanti del nostro pianeta muoiono di fame. Di qui la critica ecologista che consumiamo troppe risorse e fra poco non avremo più di che nutrirci, scaldarci, muoverci. Giusto per riproporre ancora la vecchia ricetta: ridurre il numero della popolazione col controllo delle nascite e “cambiare il nostro stile di vita”. E invece no: come afferma Lord Ridley, il quale a sua volta cita lo studio More from Less (di più ricavato da meno) di Andrew McAfee, i malthusiani sbagliano anche qui. Perché più evolvono le tecniche di produzione, meno risorse si consumano. Per esempio: una lattina contiene oggi 13 grammi di alluminio, riciclabili, mentre a metà del secolo scorso nel conteneva 85, non riciclabili. La quantità di risorse (biomasse, minerali, metalli, combustibili fossili) consumate dai cittadini britannici dal 2000 ad oggi, è calata da 12,5 a 8,5 tonnellate pro capite.

“Se tutto ciò non sembra aver senso – spiega Matt Ridley – pensate solo alla vita in casa vostra. I telefoni cellulari adesso hanno la stessa potenza di calcolo di computer che negli anni 70 occupavano una stanza intera. Io uso il mio cellulare al posto di una macchina fotografica, di una videocamera, di una radio, di una torcia, di una bussola, di una mappa, di un calendario, di un orologio, di un lettore CD, di un giornale e di un mazzo di carte. Le luci LED consumano circa 1 quarto di una lampadina ad incandescenza per ottenere la stessa luminosità”. Così come si consuma meno, nel nostro piccolo, anche nel grande: “Gli esperti, negli anni 70, prevedevano quanta acqua sarebbe stata consumata, nel mondo, nell’anno 2000. Di fatto, l’uso totale dell’acqua in quell’anno era almeno la metà rispetto alla previsione. Non perché vi fossero meno umani, ma perché la creatività umana aveva permesso più efficienti tecniche di irrigazione nell’agricoltura, che è il singolo maggior consumatore dell’acqua”.

Dal piccolo al grande, insomma, pesiamo meno sulla Terra. Stiamo già diventando eco-sostenibili, come vorrebbero gli ecologisti, ma senza rinunciare alla procreazione, dunque all’aumento degli uomini sulla terra, o ad uno stile di vita basato sulla crescita e non sulla decrescita. E questa potrebbe essere la miglior risposta, razionale, a chi predica esplicitamente la nostra decrescita, più o meno “felice”.