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EDITORIALE

«E' un maschio» E la realtà vince sull'ideologia

"It's a boy", titolavano ieri tutti i giornali inglesi riferendosi alla nascita dell'erede al trono d'Inghilterra. A nessuno è venuto in mente di titolare: "E' un umano/a, deciderà lui/lei tra qualche anno cosa vorrà essere". E' la rivincita della realtà.

Editoriali 24_07_2013
Il Daily Telegraph del 23 luglio

“It’s a boy”, “E’ un maschio” titolavano ieri a caratteri cubitali tutti i giornali inglesi. Ovviamente il riferimento era alla nascita dell’erede al trono d’Inghilterra, il figlio di William e Kate, delle cui vicende sono pieni anche i nostri giornaloni. Si trattava di un titolo quasi scontato visto che, sebbene il sesso del nascituro debba restare segreto fino all’ultimo, una improvvida uscita di Kate aveva lasciato intendere che si trattasse di una femmina.

Comunque sia quel titolo colpisce soprattutto per un altro motivo: perché in una sola battuta fa piazza pulita di quella cappa ideologica che sta appestando l’Occidente intero - a cominciare dal Regno Unito - e che vorrebbe vietare di parlare di sesso (che è dato dalla natura) per imporre il concetto di genere (ognuno è quello che vuole).

Sono anni che l’ideologia di genere viene imposta da forti lobby internazionali, nel Regno Unito c’è il matrimonio e anche l’adozione per le coppie omosessuali, la legge sull’omofobia miete vittime tra chi continua a sostenere apertamente, in pubblico, che il matrimonio è solo fra uomo e donna, nessuno ormai osa mettere in discussione che “maschio e femmina non significano nulla, tutto dipende da come mi sento” e che è più corretto parlare di “orientamento sessuale”.

Poi accade un fatto banale: una donna (sì, proprio una donna) è incinta e tutti lì a chiedersi istintivamente, senza pensarci: “E’ maschio o femmina?”. Se poi si tratta della principessa di Cambridge e chi nascerà è destinato/a al trono d’Inghilterra, allora la domanda diventa un tormentone che coinvolge una popolazione intera e anche oltre. E quando nasce ecco il grido liberatorio: “E’ un maschio” (ma sarebbe stato lo stesso fosse stata femmina). A nessuno è venuto in mente di titolare “E’ un umano/a: tra qualche anno deciderà lui/lei cosa vorrà essere, magari non sempre la stessa cosa”. E a nessuno è venuto in mente di chiedere a Umberto Veronesi un suo commento che sarebbe suonato pressappoco così: “Fa niente quello che sembra o che vorrà essere, in realtà siamo destinati a diventare un monogenere”.

E’ la realtà che si prende la rivincita sull’ideologia. Per quanti sforzi si faccia, per quanti soldi vengano investiti in ideologie, alla fine succede sempre quel qualcosa che manda tutto all’aria, un granellino si ficca nell’ingranaggio e blocca quel meccanismo che sembrava così perfetto.

Sì, “è un maschio”. Perché la realtà se ne frega anche degli accordi tra partiti per salvare un governo traballante al costo della verità. E almeno per un giorno tutti possono vedere quanto è stupida questa ideologia che vuole negare l’evidenza.