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GOVERNO ASSENTE

E silenziosamente sbarcano 2000 immigrati

Salta il governo, ricominciano gli sbarchi. Sarà un caso, ma da quando al ministero degli Interni non c'è più Minniti e non ci andrà neppure Salvini, in meno di due giorni sono arrivati più di 2000 immigrati, pescati da navi militari e da quelle delle Ong. 

Politica 29_05_2018
Immigrati soccorsi da un gommone

Gli ambienti finanziari tedeschi e della Ue, così come la Nato e il Pentagono, non sono gli unici a festeggiare lo “scampato pericolo” di un governo italiano Lega-M5S critico verso l’euro e la Ue e “amico” di Mosca. A modo loro hanno brindato allo scongiurato rischio di vedere Matteo Salvini al Ministero degli interni, con un ricco programma di contrasto all’immigrazione illegale, anche i trafficanti di esseri umani e le lobby del soccorso e dell’accoglienza.

Per una strana casualità infatti il tramonto del governo Conte, dopo i veti del Quirinale, ha coinciso con un nuovo flusso di immigrati illegali come non si vedeva dal luglio scorso quando Marco Minniti varò le misure di contenimento che hanno ridotto sensibilmente i traffici verso l’Italia aiutando sostanzialmente alla Guardia costiera di Tripoli a salvare e riportare in Libia i clandestini in vista del loro rimpatrio curato dalle agenzie dell’ONU.

In base ai dati diffusi dal Viminale pochi giorni or sono, dal 1° luglio 2016 al 24 maggio 2017 sono arrivati sulle nostre coste 161.738 migranti, mentre dal 1° 2017 luglio al 26 maggio 46.423, ovvero 115.315 in meno. Gli arrivi dall’inizio dell”anno al 26 maggio sono stati 10.808 (7.103 provenienti dalla Libia), cioè il 78,61% in meno rispetto al 2017 (50.524). Ebbene, nelle ultime 48 ore sono invece stati portati in Italia oltre 2mila clandestini soccorsi dalle navi militari della Marina italiana, della Guardia costiera, delle flotte Ue di Frontex ed Eunavformed oltre che dalle immancabili navi delle Ong a cui si deve l’arrivo di gran parte dei clandestini giunti in Italia dall’inizio dell’anno recuperati sottraendoli illegalmente alle motovedette libiche.

Impossibile non notare l’impegno, tornato in grande stile, anche delle navi militari (le italiane Carabiniere e Diciotti, la britannica Protector, la francese Le Henaff e la spagnola Numancia) che, come in passato, continuano a soccorrere i migranti illegali, ma invece di riconsegnarli alle autorità libiche o sbarcarli nei Paesi di nazionalità delle navi stesse li portano direttamente in Italia. Alla faccia delle misure varate da Minniti anche nei confronti delle Ong. Ma il ministro “decisionista” ora non c’è più, Salvini non sarà ministro degli Interni e ora il “dossier migranti” sembra tornare in mano ai soliti noti, immigrazionisti ideologici o che da anni incassano miliardi sui flussi illegali.

Quella che dovremmo chiamare “Operazione traghetto”, varata dall’Italia alla fine del 2013, che ci ha portato da allora 750 mila clandestini, sembra quindi destinata a ripartire in grande stile. Degli oltre 2mila sbarcati in Italia nelle ultime ore più di 1.500 clandestini sono stati sottratti alla Guardia Costiera libica che li stava soccorrendo e che l’Italia equipaggia e addestra affinchè riporti indietro i migranti illegali per farli rimpatriare. Tra mille contraddizioni e ambiguità “l’invasione” continua quindi, anzi sembra destinata a riprendere vigore, alla faccia del voto degli italiani, degli interessi nazionali e del buon senso. Un’Italia che appare ancor più allo sbando soprattutto alla luce di due notizie quasi del tutto ignorate dai media giunte da Libia e Austria.

L'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) ha rimpatriato dalla Libia 148 ghanesi con un volo charter atterrato ad Accra a conferma che il modello dei rimpatri dei clandestini funziona e occorrerebbe solo incentivarlo bloccando ogni accesso ai porti italiani a navi straniere che abbiano imbarcato immigrati illegali. I respingimenti assistiti restano l‘unica soluzione per scoraggiare e far cessare i flussi azzerando il business ai trafficanti e alle lobby del soccorso e dell’accoglienza.

Da Vienna invece giunge notizia che i migranti appena entrati in Austria e quelli che non conoscono abbastanza bene il tedesco saranno penalizzati economicamente. Lo prevede la riforma dello Stato sociale austriaco, già presente nell'accordo di coalizione: il sussidio statale di 863 euro per gli austriaci scenderà a 563 euro per i rifugiati o i richiedenti asilo che non hanno un livello sufficiente di tedesco, e che non saranno in grado di dimostrare un livello di conoscenza B1. I nuovi arrivati o chi non sarà riconosciuto come rifugiato invece dovrà aspettare 5 anni prima di entrare nel sistema sociale austriaco e goderne i benefici. "Il tedesco diventerà la chiave per avere il sussidio completo", ha detto il cancelliere austriaco, Sebastian Kurz. Il leader del partito di destra Fpoe, Heinz-Christian Strache, ha motivato la scelta della riforma dello stato sociale dicendo che era necessaria perché “i costi stavano esplodendo". L’Austria però, va rilevato, è governata dalla Coalizione che ha vinto le elezioni, è una democrazia che rispetta il voto degli elettori ed esprime evidentemente una sovranità e una credibilità istituzionale ben maggiori dell’Italia.