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SPAGNA

E ora daremo all'islam anche la cattedrale di Cordova

La giunta dell’Andalusia ha dato tempo fino a tutto marzo al Consiglio che regge la Cattedrale di Cordova di acconsentire a una cogestione paritaria con i musulmani, altrimenti andrà per vie legali. La cattedrale, infatti, era una moschea e ora gli islamici, aizzati dalla nouvelle vague fondamentalista, la rivogliono.

Ecclesia 06_03_2015
L'interno della cattedrale di Cordova

Eh, da due secoli la Spagna è così: una terra che trasuda cattolicesimo da ogni poro e un’élite politico-artistico-intellettuale che il cattolicesimo lo odia. Fino al punto di castrarsi pur di fare un dispetto alla moglie. L’ultima è questa: la giunta dell’Andalusia ha dato tempo fino a tutto marzo al Consiglio che regge la Cattedrale di Cordova di acconsentire a una cogestione paritaria con i musulmani, altrimenti andrà per vie legali. Il che, come fa osservare il foglio informativo dell’Aiuto alla Chiesa che Soffre, potrebbe anche voler dire esproprio. 

La cattedrale, infatti, era una moschea al tempo di Al-Andalus, e adesso gli islamici, aizzati dalla nouvelle vague fondamentalista, la rivogliono. In attesa di riprendersi, con calma, il resto. Certo, intanto si procede un pezzo alla volta: un numero di membri, nella gestione, uguale a quello della Chiesa. Poi si vedrà. Naturalmente, l’iniziativa è partita dai soliti pulpiti: la formazione Sinistra Unita ha accusato la Chiesa andalusa di avere occultato la «natura islamica» del monumento. E i centri islamici non si sono fatti pregare. Già: pregare. Infatti, secondo la dottrina islamica classica, un luogo in cui un musulmano ha pregato una volta diventa musulmano per sempre. Il caso di Cordova, com’è di certo nelle intenzioni, può costituire un precedente, perché i “mori” in Spagna ci sono stati otto secoli e non c’è quasi angolo che non ne conservi traccia. Bisognerà dunque aspettarsi una sequela di contenziosi, anche se gli interessati dovranno far presto, perché il buonismo politicamente corretto non durerà per sempre: già i popoli occidentali cominciano a dar segni di insofferenza e la storia insegna che ogni ideologia può in qualsiasi momento rovesciarsi nel suo contrario. 

Nel caso della cattedrale di Cordova e di tutti gli altri monumenti ex islamici di Spagna, l’«occultamento» è una bufala perché da anni non c’è guida turistica che non assilli i visitatori con la triste storia della cattiveria dei cristiani che hanno tentato a suo tempo di cancellare le meraviglie dell’arte arabesca. Ma basta farsi un giro su internet per verificare come ciò sia completamente falso. La stessa voce relativa di Wikipedia riporta “Moschea di Cordova”, che dedica alla “Cattedrale” un paragrafo. Il decano dei canonici della cattedrale, mons. Pérez Moya, ha replicato alla giunta che, se cercava una scusa, doveva cercare meglio, perché non c’è opuscolo informativo che non racconti l’intera storia dell’edificio sacro. Il quale, se vogliamo dirla tutta, non nacque come moschea, ma come chiesa: era la basilica visigota di San Vicente quella che l’emiro Abd al-Rahman trasformò in moschea nel 785 prima che san Ferdinando III di Castiglia la riportasse alla funzione originaria nel 1236. E, per l’esattezza, l’emiro rase al suolo la chiesa, cosa che i cristiani non fecero con la moschea, limitandosi a riattarla. 

L’edificio fu moschea per quattrocento anni, ma cattedrale per ottocento, se non vogliamo calcolare il tempo in cui fu chiesa visigota. Ma parlare di reciprocità con i musulmani non ha senso: è uno dei tanti elementi della logica occidentale che la loro filosofia non è in grado di intendere. Tra un’ideologia islamista per cui la religione è tutto e una filosofia per cui la religione è niente il dialogo è tra sordi e tutto si risolve in base ai rapporti di forza. Oggi l’islam religioso-politico (ma dov’è la differenza?) avanza negli spazi in cui l’Occidente arretra. Coi petrodollari, per vie legali o coi cannoni, a seconda delle circostanze. Senza, naturalmente, cedere una virgola in cambio. 

La moschea di Cordova fu a lungo la più grande di tutto l’islam, anche se pare contenga un clamoroso errore: il mihrab non indica la Mecca ma è genericamente rivolto a Sud. Si tratta della nicchia che, in ogni moschea, addita la direzione della Ka’ba verso la quale si deve pregare. È molto importante per la sal?t (la preghiera obbligatoria), tant’è che sugli aerei di linea di compagnie islamiche una scritta mobile viene proiettata onde consentire ai passeggeri di sapere dove volgersi (nelle stanze degli alberghi c’è un’iscrizione sulla parete); esistono anche tappeti da preghiera con bussola incorporata. Come sappiamo, fu san Ferdinando III, re di Castiglia e León, il Conquistatore dell’Andalusia, a ripristinare il culto cristiano nella moschea di Cordova nel 1236.

L’edificio non fu toccato fino al XVI secolo, quando, completata la Riconquista della Spagna al cristianesimo, diverse colonne centrali vennero rimosse per dar luogo all’attuale meraviglia architettonica che fonde gli stili gotico, rinascimentale e barocco su quello arabo. Il progetto di modifica diede luogo a dispute anche accese, e lo stesso Carlo V avrebbe preferito lasciare le cose come stavano. Ma era l’epoca dell’euforia per il ritrovato Regno Cattolicissimo e gli spagnoli si comportarono come il fidanzato che, viste nella stanza dell’amata le foto di chi l’aveva preceduto, pretende che le si sostituisca con le sue. Ma i cristiani almeno lasciavano le cornici, se erano belle. Cosa che non si può dire degli altri.