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Asia

È morto padre Guo Fude, il sacerdote cinese più anziano

Aveva 105 anni, ne ha trascorsi 25 in carcere perseguitato dal regime comunista cinese

 

Il 30 dicembre scorso è morto padre Guo Fude, il sacerdote più anziano della Cina. L’agenzia di stampa AsiaNews ne ha ricordato la vita. Aveva 105 anni, 25 dei quali trascorsi in carcere. Era stato ordinato sacerdote nel 1947 dall’allora vescovo di Yanzhou, monsignor Theodore Schu, missionario verbita tedesco. Dopo un periodo trascorso a Manila per perfezionare i suoi studi, era rientrato in Cina per essere vicino alla sua gente mentre il regime comunista di Mao Tse-Tung rafforzava i controlli e intensificava la repressione del dissenso. Ha pagato la sua scelta a caro prezzo. “Non accettai di partecipare ad attività di denuncia contro altri membri del clero e mi rifiutai di collaborare con le autorità – scriveva in una autobiografia pubblicata qualche anno fa – e nel 1959, durante il movimento di ‘riforma ideologica’, fui arrestato e trascorsi otto anni e mezzo in prigione, accusato di attività sovversiva contro lo Stato”. Fu arrestato di nuovo con l’accusa di essere una spia straniera nel 1967, durante la Rivoluzione culturale. Rilasciato nel 1979, subì un terzo arresto  nel 1982 per aver continuato a diffondere la fede e trascorse in carcere altri cinque anni. “Guardando indietro alla mia vita – ha scritto in occasione del suo centesimo compleanno – la prigione è diventata un luogo dove ho potuto riflettere, pregare e crescere spiritualmente. La mia prigionia mi ha dato la forza per affrontare le difficoltà della vita e continuare a servire Dio, con la consapevolezza che ogni prova era parte del suo piano divino. La mia esperienza in prigione mi ha insegnato che le ricchezze terrene sono effimere, mentre la fede in Dio è l'unica vera ricchezza”. La sua fede e i difficili anni della persecuzione sono stati ricordati durante le esequie da monsignor Giovanni Lu Peisen, vescovo di Yanshou: “Padre Guo ha dedicato tutta la sua vita a scrivere una meravigliosa storia di altruismo e di amore, usando la sua vita come penna e il tempo come. Oggi, molti ricordano quei suoi occhi profondi ma calorosi, e quella frase che ha ispirato innumerevoli giovani sacerdoti e fedeli: ‘il sacerdozio non è una professione mondana, ma una grazia divina donata da Dio. Devi servire il popolo, ma senza essere contaminato dallo spirito mondano; devi amare tutti, ma senza cercare nulla per te stesso; devi prima imparare a chinarti e lavare i piedi degli altri, per essere degno di avvicinarti al Corpo e al Sangue di Cristo’”.