MESSAGGIO RADIO
E il Papa spiegò Dickens alla Bbc
Tre minuti di intervento sull'emittente britannica il 24 dicembre: così Benedetto XVI ha stupito il mondo anglofono.
- La BBC scopre il papa. E noi un Windsor cattolico, di M. Respinti
Attualità
27_12_2010
Al termine del Canto di Natale in prosa di Charles Dickens (1812-1870), riproposto di recente anche da alcune affascinanti versioni cinematografiche, il piccolo Tim – il bambino malato che ha contribuito a redimere il vecchio avaro Scrooge – esclama: «Il Signore vi benedica tutti». Con queste stesse parole notissime a ogni inglese, che ha studiato a scuola almeno una volta il Canto di Natale di Dickens, Benedetto XVI ha concluso, il 24 dicembre, uno dei suoi più singolari messaggi.
C'era una volta la BBC, la radio-televisione inglese che attaccava la Chiesa Cattolica e il Papa a ogni pié sospinto. E c'è ancora. Ma dal viaggio del Papa in Gran Bretagna del settembre 2010, un successo straordinario e del tutto imprevisto, qualcosa è cambiato. Ed ecco l'invito della BBC al Papa per tre minuti di messaggio radiofonico in lingua inglese, il 24 dicembre.
Tre minuti che hanno stupito le decine di milioni di ascoltatori della BBC in tutto il mondo anglofono. Nessuna polemica, ma il messaggio di Gesù Cristo senza sconti per nessuno. Si potrebbe dire che ci sono il Catechismo della Chiesa Cattolica e il suo Compendio. E che ora ci sono i tre minuti della BBC, il compendio del compendio, la storia della salvezza raccontata in tre battute.
Primo minuto: il mondo, ricorda il Papa, è sempre in attesa di qualcosa. È fatto così. L’attesa, in un certo senso, lo costituisce, almeno dopo il peccato originale. Ma spesso il mondo sbaglia attesa. Succede oggi. E succedeva ai tempi di Gesù, quando «il popolo scelto da Dio, i figli di Israele, vivevano un’attesa intensa. Aspettavano il Messia che Dio aveva promesso di inviare, e lo descrivevano come un grande leader che li avrebbe riscattati dal dominio straniero e avrebbe restaurato la loro libertà». In questa attesa c'era qualche cosa di giusto: la fiducia nelle promesse di Dio, la speranza della libertà. Ma anche qualcosa di sbagliato: l'idea che la liberazione sarebbe arrivata per via materiale e soltanto politica.
Secondo minuto: il Papa spiega che «Dio è sempre fedele alle sue promesse, ma spesso ci sorprende nel modo di compierle». Gli ebrei attendevano la liberazione. L’attesa non è andata delusa. «Il bimbo nato a Betlemme ha portato la liberazione». Ma una liberazione diversa da quella che molti ebrei aspettavano: «la liberazione che egli ha portato non era politica […]: al contrario, Cristo ha distrutto la morte per sempre e rinnovato la vita per mezzo della sua morte obbrobriosa sulla croce. E benché sia nato nella povertà e nel nascondimento, lontano dai centri del potere terreno, egli era lo stesso Figlio di Dio. Per amore nostro egli ha preso su di sé la nostra condizione umana, la nostra fragilità, la nostra vulnerabilità, e ha aperto per noi la via che porta alla pienezza della vita, alla partecipazione alla vita stessa di Dio». Gli ebrei aspettavano la liberazione nel senso di fine del dominio romano. È venuto qualcosa di molto più grande, la redenzione universale ci tutti – non degli ebrei soltanto – per mezzo della povertà e della sofferenza dello stesso Figlio di Dio.
Terzo minuto: Dio ci ha dunque dato molto, più di quanto aspettavamo. in effetti, ci ha dato tutto nel Figlio Suo che ci ha redento. Ma si attende da noi una duplice risposta: che accogliamo con fede il Figlio suo e che annunciamo agli altri la Buona Novella che abbiamo ricevuto. «Mentre meditiamo nei nostri cuori su questo grande mistero in questo Natale, ringraziamo Dio per la sua bontà verso di noi, e annunciamo con gioia a chi è intorno a noi la buona notizia che Dio ci offre la libertà da tutto ciò che ci opprime: ci dona speranza, ci porta vita».
- La BBC scopre il papa. E noi un Windsor cattolico, di M. Respinti