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MISERICORDIA

É di questa Quaresima che abbiamo bisogno

Quest'anno la Quaresima arriva senza lasciare campo al desiderio. Abbiamo appena riposto le statue del presepio, che già si stendono i veli della penitenza. Ma non sembra faccia problema. Tutto scorre talmente in superficie che i tempi si presentano uguali e intercambiabili, se non fosse per il breve sussulto provocato dai giorni di Carnevale.

Editoriali 10_02_2016
Le Opere di Misericordia del Caravaggio

Quest'anno la Quaresima arriva senza lasciare campo al desiderio. Abbiamo appena riposto le statue del presepio, che già si stendono i veli della penitenza. Ma non sembra faccia problema. Tutto scorre talmente in superficie che i tempi si presentano uguali e intercambiabili, se non fosse per il breve sussulto provocato dai giorni della vacanza di Carnevale.

Eppure le stagioni del calendario cristiano continuano a scorrere con vivezza e determinazione. I Vangeli delle domeniche risuonano decisi come una tromba e la voce di Gesù ci raggiunge dalla sinagoga di Nazaret e dalla riva del lago di Gennesaret: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Il verbo singolare riguarda Pietro, mentre il plurale è rivolto a tutti coloro che lavorano sulla barca e ancora vi salgono come pescatori o pellegrini.

Ora viene la Quaresima, ci richiama tutti con la cenere sul capo e l’invito a penitenza e ci provoca con l’elenco delle quattordici Opere di Misericordia. Il vento del Giubileo inarca la vela e sospinge la barca. Come sottrarci? In fondo, la Quaresima è un “percorso di vita”, come si vedono nei sentieri di montagna e nei giardini delle città. Qualche esercizio, uno strappo, una corsetta per smaltire la vita sedentaria e sentirci meglio, più agili nel corpo e nello spirito. 

Detta così, la Quaresima assomiglia ai corsi di sussistenza e alle pubblicità ginnico-spirituali che occhieggiano dalle vetrine di certi negozi. L’esercizio e il combattimento quaresimale sono altra cosa. Noi non siamo atleti, ma discepoli. Siamo amici e familiari di Gesù. Il nostro percorso non è tanto uno sforzo ascetico, quanto piuttosto un itinerario dove lui cammina con noi, senza risparmiarci il nostro passo, anzi stimolandolo, visto che per ottenere la salvezza della Pasqua occorre muovere cuore e gambe. Siamo attratti a vivere con Lui e come Lui, pur in un abisso di differenza. Ma i limiti e perfino i peccati – quando siamo pentiti e guardiamo a Lui - non contano. Dio Padre, e il Figlio incarnato che ne è tramite con il dono dello Spirito, gode nel perdonarci. 

Il Giubileo che invade San Pietro, le cattedrali del mondo, le porte delle case di cura e delle carceri, fa scorrere torrenti di misericordia. Ce n’è bisogno. Le guerre dei potentati economici e politici, le fiumane di profughi che escono dalle città distrutte e rimangono bloccati davanti a nuove barriere; le macchinazioni delle tecniche che deformano il corpo delle donne e fabbricano bambini senza genitori, gli intrighi legislativi che pervertono giustizia e verità;  tanti mali sottili che attraversano i cuori degli uomini, hanno bisogno di misericordia. La misericordia di un giudizio che dice chiaro il bene e il male. Un abbraccio che accoglie, perdona, consola. Per una Quaresima che vale una vita.