È beato Giovanni Merlini, missionario nell'Italia anticlericale
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È la prima beatificazione del 2025 quella del redentorista spoletino, successore di San Gaspare del Bufalo. Nell'Ottocento segnato da tensioni e rivoluzioni non predicava soluzioni umane, ma la vera fraternità nel Preziosissimo Sangue di Cristo.
È Giovanni Merlini (1795-1873) il primo nuovo beato del Giubileo 2025. La sua figura è legata a doppio filo a quella di San Gaspare del Bufalo (1786-1837), di cui fu successore alla guida dei Missionari del Preziosissimo Sangue, assumendo tuttavia un’autonomia e una specificità, che vanno anche oltre l’opera del fondatore.
Al termine dell’Angelus di ieri, mentre a San Giovanni in Laterano si concludeva la cerimonia di beatificazione, Papa Francesco ha ricordato il profilo di Merlini, sacerdote «dedito alle missioni e al popolo», nonché «consigliere prudente di tante anime e missionario di pace». Da parte sua, durante l’omelia per la beatificazione, il cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, ha definito Merlini «un uomo di preghiera», con «ottime capacità di governo», in grado di esercitare la virtù della prudenza «in modo veramente straordinario: studiava le situazioni, consultava e interveniva in forme adatte e questo, specialmente in decisioni difficili per le persone, con carità».
Nativo di Spoleto, nell’allora Stato Pontificio, Giovanni Merlini conobbe San Gaspare nel 1820, pochi anni dopo la fondazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue. L’incontro avvenne durante gli esercizi spirituali predicati da San Gaspare nell’abbazia di San Felice a Giano dell’Umbria. Merlini, che era già sacerdote da due anni, rimase folgorato dal carisma del fondatore e volle entrare nella congregazione. San Gaspare del Bufalo e il beato Giovanni Merlini sono immersi nella temperie della Roma pre-risorgimentale e risorgimentale, epoca di contrasti, inquietudini politiche, tensioni sociali, in cui, tuttavia, la Chiesa Cattolica riesce ancora a offrire una risposta forte alle sfide dell’emergente secolarizzazione. Attraverso il suo motto («La volontà di Dio sola mi basta»), Giovanni Merlini fu un autentico pastore di anime, animato da saggezza, prudenza e spirito di riconciliazione, con uno sguardo privilegiato ai reietti della sua epoca, nell’obbedienza incondizionata alle istituzioni civili e alle gerarchie ecclesiastiche.
Un’epoca in cui Giovanni Merlini svolge un ruolo di missionario a tutto tondo, percorrendo Roma, lo Stato Pontificio e l’Italia intera (in via di unificazione), convertendo peccatori, ladri e briganti e confortando i poveri. La predicazione dei primi Missionari del Preziosissimo Sangue si caratterizza per la totale assenza di compromessi o contaminazioni con qualunque forma di ideologia modernista. In un secolo sospeso tra illuminismo, idealismo e positivismo, per il beato Giovanni Merlini, l’unica reale premura è la salvezza delle anime, per la quale la via privilegiata era rappresentata dalla devozione alla Vergine Maria e – per l’appunto – al Preziosissimo Sangue di Gesù Cristo.
Come spiegato da don Valerio Volpi, missionario del Preziosissimo Sangue e direttore dell’ufficio di pastorale giovanile e vocazionale della congregazione, Merlini non cercava «soluzioni umane» per la realizzazione della comunione e della fraternità: in tal senso «estendere la festa del Preziosissimo Sangue a tutta la Chiesa voleva dire gridare al mondo che la comunione e la fraternità non erano punti da costruire, quanto piuttosto premesse indispensabili e irrinunciabili da cui far partire ogni altro tentativo. Proprio perché le guerre e le rivoluzioni avevano sconfessato i tentativi umani di costruire comunione e fraternità, bisognava riaffermare che Cristo aveva già compiuto questa opera e che essa andava assunta come principio vitale di fondo per ogni altro pensiero o azione».
La più grande figlia spirituale di don Giovanni Merlini è stata Santa Maria De Mattias (1805-1866), a sua volta fondatrice di una congregazione, le Suore Adoratrici del Sangue di Cristo, nata sull’impulso del carisma spirituale di San Gaspare del Bufalo. Dopo essere diventato, nel 1847, moderatore generale dei Missionari del Preziosissimo Sangue, Merlini si guadagnò la stima incondizionata di Papa Pio IX, diventando uno dei suoi consiglieri. Fu proprio la supplica del successore di San Gaspare a indurre il Papa a estendere alla Chiesa universale la festa liturgica del Preziosissimo Sangue, per mezzo del decreto Redempti sumus, firmato da Pio IX il 10 agosto 1849. Oltretutto Merlini predisse al Pontefice la fine dell’esilio a Gaeta, qualora avesse siglato tale decreto.
Don Giovanni Merlini morì a Roma il 12 gennaio 1873 per le ferite riportate la precedente Vigilia di Natale, quando, all’uscita della basilica di Sant’Andrea delle Fratte, dopo una lunga preghiera davanti all’immagine della Madonna del Miracolo, venne investito da una carrozza condotta da un vetturino anticlericale. Non essendosi trattato di un’incidente, Merlini, in punto di morte ebbe parole di perdono per il suo aggressore. Il nuovo beato è sepolto a Santa Maria in Trivio, in via dei Crociferi, nei pressi della Fontana di Trevi, la stessa chiesa dove riposano anche le spoglie di San Gaspare del Bufalo.
Il decreto di beatificazione di Giovanni Merlini promulgato dal Dicastero delle Cause dei Santi è stato autorizzato da Papa Francesco lo scorso 23 maggio, a seguito di una guarigione giudicata scientificamente inspiegabile: nel gennaio 2015, l’ottantenne beneventano Ciriaco Cefalo, ricoverato al Cardarelli di Napoli, versava in condizioni disperate a causa di una grave emorragia intestinale. La situazione era talmente compromessa che i medici avevano suggerito ai familiari di riportare il paziente a casa, per farlo morire serenamente nel suo letto. Tuttavia, a seguito dell’apposizione di un’immaginetta del servo di Dio Giovanni Merlini, portata in ospedale da una nipote, l’infermo migliorò improvvisamente e notevolmente, fino alla guarigione e alle dimissioni dopo un paio di settimane, contro ogni più ottimistica previsione. L’uomo miracolato per intercessione di Merlini è deceduto un anno e mezzo fa per una patologia totalmente differente da quella patita nel 2015: un particolare che ha spianato definitivamente la strada al riconoscimento del miracolo, quindi, alla beatificazione.
Il Sangue di Gesù, Colui che insegna a donarsi
Grande annunciatore del mistero del Preziosissimo Sangue, san Gaspare del Bufalo aiuta a comprendere il significato radicale, per la nostra vita quotidiana, del sacrificio di Cristo. Partendo dall’analisi di un quadro di Gasparro, la Bussola intervista don Giovanni Francilia.
Il Preziosissimo Sangue di Gesù, versato grazie a Maria
San Gaspare del Bufalo è l'apostolo del Preziosissimo Sangue: oltre al Crocifisso portava con sé un quadro, con la raffigurazione della Regina del Preziosissimo Sangue, dove si contempla la Madonna non tanto nell’atto di accettare la morte del Figlio, ma mentre lo esorta ad effondere il Suo Sangue. Il Sangue offerto per la Redenzione è quello di Cristo, ma esso è offerto non senza il pieno consenso della Madre che arriva a “spingere” il Figlio fino al consummatum est.
Il Preziosissimo Sangue, sovrabbondanza dell’Amore
Fin dall’antichità, Dio ha istruito gli uomini circa il valore del sangue. Il sangue degli animali nell’Antica Alleanza non poteva aprire le porte del Paradiso. A liberarci dalla schiavitù del peccato è stato invece il Sangue di Gesù, prezzo della nostra Redenzione. Dio ha voluto che il Figlio versasse il suo Sangue fino all’ultima goccia, per dimostrarci quanto abbia a cuore la nostra salvezza e suscitare anche in noi l’amore verso di Lui.