E allora noi facciamo i funerali senza il morto
Per dare la possibilità ai fedeli laici di ritornare a partecipare attivamente e fisicamente alla celebrazione della Messa, perché non celebrare frequentemente durante i giorni feriali la Messa del funerale senza morto? Al governo compete la disciplina sanitaria per contrastare l’epidemia, ma non la disciplina delle preghiere di suffragio o della Missa pro defuncto. Quindi...
«Dal maggio del 2020 si diffuse in Italia l’abitudine di celebrare il funerale senza morto. Sì, il morto c’era e non c’era. Non c’era perché era già bello e sepolto in tempo di pandemia. E c’era, era presente con la sua anima e anche con la sua foto, debitamente posta sull’altare del sacrificio della Messa».
Così recitano le Cronache bolognesi dell’anno 2020.
La proposta è reale: per dare la possibilità ai fedeli laici di ritornare a partecipare attivamente e fisicamente alla celebrazione della Messa, perché non celebrare frequentemente durante i giorni feriali la Messa del funerale senza morto?
Certamente i fedeli presenti non saranno più di 15, per essere ligi alla nuova forma di “giuseppinismo”. Una volta era l’imperatore austriaco Giuseppe II († 1790) che determinava il numero dei candelieri da accendere nel corso dell’adorazione eucaristica. Oggi è il Conte, Giuseppe, che fissa il numero dei parenti e amici ammessi al funerale. Vedremo se la Polizia di Stato o l’Arma dei Carabinieri saranno alle porte della chiesa per contare il numero dei partecipanti che piangono il morto, anziché essere deputati al contrasto di operazioni criminali.
Certamente i 15 fedeli presenti saranno dotati di mascherine e debitamente distanziati almeno di due metri, perché nessuno desidera contagiare o essere contagiato, ma solo chiedere la misericordia di Dio per il morto di cui si fa suffragio.
Ma i 15 presenti dovranno essere solo parenti più stretti, e non amici. E il parente sarà solo il consanguineo? O è ammesso anche l’affine? E fino a che grado? Posto che si può partecipare all’eredità fino al sesto grado. È sufficiente l’auto-certificazione di parentela? O bisogna presentarsi con il certificato di famiglia inclusivo dell’albero genealogico? Allora bisognerà fare un passaggio all’ufficio comunale dell’anagrafe. Ma tutta questa burocrazia per partecipare alla Messa di funerale di uno già morto e sepolto.
Ma cos’è un funerale? È necessaria la presenza del cadavere? Oppure è ammesso il funerale per procura? Non dico e non penso alla sostituzione di morto, perché nessuno di noi vivo vuole sostituirsi a un morto. Ma penso alla Messa di funerale senza la presenza delle spoglie mortali.
Certamente non compete a un governo repubblicano a dirci cos’è la Messa, cos’è il funerale, e quando e come vanno celebrati se con morto o senza. Al governo compete la disciplina sanitaria per contrastare l’epidemia, ma non la disciplina delle preghiere di suffragio o della Missa pro defuncto.
Ah, dimenticavo: se il defunto – suo malgrado – avesse più di 15 tra parenti, consanguinei e affini, e amici, non dubiti che tutti ma proprio tutti saranno ammessi alla celìebrazione della Messa: dopo un’ora circa seguirà la seconda Messa per il defunto con i successivi 15 amici e parenti. Perché a un governo non competerà certo dirci che non bisogna esagerare nelle Messe di suffragio e che a un defunto spetta esclusivamente una Messa da funerale e mai di più.