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Induismo

Due suore in carcere in Nepal con l’accusa di proselitismo

Sono state arrestate a settembre nella missione dove gestiscono un centro di assistenza per bambini poveri e rischiano una condanna al carcere

 

 

Il Nepal è uno dei 50 stati in cui i cristiani sono più perseguitati. Oltre l’81 per cento della popolazione è di fede indù. I cristiani sono meno dell’1,5 per cento e sono trattati come cittadini di seconda classe. Ad esempio, in alcune regioni del paese sono stati esclusi dagli aiuti statali anti Covid-19. Come l’India con cui confina, il paese ha adottato una legge anti conversione che dovrebbe sanzionare chiunque induca una persona ad abiurare la propria fede, ma di fatto, sotto l’influenza degli integralisti indù, viene applicata per colpire i cristiani. Il 14 settembre, con l’accusa di proselitismo e attività di conversione al Cristianesimo, sono state arrestate e richiuse in carcere due suore coreane della congregazione di San Paolo di Chartres, suor Gemma Lucia Kim e suor Martha Park, che nella missione di Pokhara, a 200 chilometri dalla capitale Katmandù, gestivano Happy Home, un centro di formazione per i bambini di una baraccopoli. Finora la richiesta di libertà su cauzione avanzata dalla Chiesa locale non è stata accolta e si spera in una nuova udienza che potrebbe svolgersi alla riapertura dei tribunali dopo il 4 novembre, giorno in cui quest’anno cade il Diwali, la festa indù delle luci. Sulla vicenda è intervenuto monsignor Paul Simick, vicario apostolico del Nepal, con un comunicato pervenuto alla fondazione Aiuto alla Chiesa che soffre: “Le accuse di conversione  - afferma monsignor Simick – sono del tutto infondate e ingiuste. Quanto sta avvenendo rivela non solo l’intolleranza verso le nostre missionarie, ma anche una totale ignoranza verso le necessità dei più poveri. (Le due religiose) hanno dedicato anni della loro vita ai poveri e ai bisognosi: come Chiesa esigiamo un’indagine dettagliata di quanto avvenuto”. Happy Home fornisce vitto, alloggio, istruzione, servizi medici e professionali a circa 120 bambini poveri.