Due sacerdoti, due suore e un catechista aggrediti in India
Sono sono stati vittime di un agguato organizzato da decine di nazionalisti indù all’uscita da un villaggio dove avevano celebrato una messa

Due sacerdoti cattolici, un catechista e due suore sono stati aggrediti in India da decine di esponenti del Bajrang Dal, l’ala giovanile del Vishva Hindu Parishad, espressione del nazionalismo indù. È successo nello stato di Orissa il 6 agosto, nei pressi del villaggio di Gangadhar dove si trova una stazione missionaria della parrocchia di Jaleswar. Padre Lijo Nirappel, parroco della chiesa di san Tommaso a Jaleswar, nella diocesi di Balasore, aveva celebrato una messa in un villaggio vicino, nel secondo anniversario della morte di due fedeli. La funzione si era svolta alle 18.00, al ritorno dai campi dei contadini. Verso le 21.00 il sacerdote si era messo in viaggio per rientrare in sede. Con lui in auto c’erano anche il collega e le due suore, mentre il catechista era in motocicletta. “A meno di mezzo chilometro dal villaggio – ha raccontato padre Nirappel – in un tratto di strada stretto e alberato, ci aspettava un gruppo di circa 70 uomini del Bajrang Dal. Hanno preso di mira per primo il nostro catechista che era in moto. Lo hanno picchiato brutalmente, hanno smontato la moto, svuotato il serbatoio e gettato via il mezzo”. Urlando insulti, hanno poi costretto gli altri a uscire dall’auto: “Ci hanno aggrediti fisicamente, spingendoci, strattonandoci e picchiandoci duramente. Ci hanno preso a pugni, ci hanno sequestrato i telefoni cellulari e continuavano a gridare che volevamo trasformarli in americani, convertendoli con la forza. Urlavano: non potete più fare dei cristiani”. L’accusa, ancora una volta e come succede sempre più spesso, era di convertire a forza o con l’inganno al cristianesimo. Si è trattato di una imboscata premeditata, sostiene il sacerdote. A nulla è valso l’intervento delle donne del villaggio, sopraggiunte, che hanno tentato di spiegare che i religiosi non erano andati nel villaggio per estorcere delle conversioni, ma per pregare per dei defunti. Sono solo riuscite a mettere in salvo le due suore. L'arcivescovo di Ranchi, monsignor Vincent Aind, ha dichiarato all’agenzia di stampa AsiaNews che, a suo avviso, l'attacco è parte di “una strategia più ampia che si sta attuando in molti altri Stati, specialmente quelli governati dal BJP ( il partito ultranazionalista indù del primo ministro Narendra Modi). Si tratta di creare una situazione di disordine pubblico, ma soprattutto di minacciare e disturbare le minoranze. In realtà, è un attacco ai diritti costituzionali”. Siamo cristiani, ha aggiunto, “fa parte della nostra storia. Abbiamo affrontato persecuzioni di vario genere e, in un certo senso, siamo preparati ad affrontarle. Questa è la croce che siamo chiamati a portare, come il Signore ci chiede. Siamo pellegrini e persone sempre piene di speranza, indipendentemente da ciò che accade nel presente”. La Conferenza Episcopale Cattolica Indiana ha espresso il proprio dolore e condannato l’attacco.