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Iraq

Dopo l’Isis a minacciare i cristiani della Piana di Ninive sono le milizie sciite

A due anni dalla sconfitta dello Stato Islamico vari fattori scoraggiano ancora il ritorno a casa dei cristiani. Ad allarmare sono soprattutto le milizie sciite dell’etnia Shabak

 

La Piana di Ninive, in Iraq, benché sottratta all’Isis dal 2017, non è ancora del tutto sicura. Lo ha spiegato nei giorni scorsi Dindar Zebari, coordinatore per gli aiuti internazionali del governo della Regione autonoma del Kurdistan iracheno. Alcune zone della Piana sono infatti in mano a milizie locali, organizzate su base settaria. Altri fattori che impensieriscono le famiglie cristiane di Mosul e della Piana e ne rallentano il ritorno sono il timore di non essere protette da violenze e ritorsioni, la mancanza di lavoro e di infrastrutture. Inoltre, ha detto Zebari, “in molti casi terre appartenenti a proprietari cristiani o yazidi sono state confiscate per alterare gli equilibri demografici dell’area”. Preoccupa soprattutto la minaccia delle milizie sciite legate all’etnia Shabak. Epicentro di questa nuova persecuzione anti-cristiana, ha spiegato all’agenzia di stampa AsiaNews don Paolo Thabit Mekko, responsabile della comunità cristiana a Karamles, è la cittadina di Bartella in cui “campeggiano con sempre maggiore frequenza per le vie e le piazze immagini di miliziani in lotta contro l’Isis e stendardi che ritraggono santi e figure sacre della tradizione sciita”. A Bartella, e in misura minore altre località della Piana di Ninive come Karamles e Qaraqosh, negli ultimi anni la presenza degli Shabak è cresciuta notevolmente. La presenza di milizie sciite “crea disagio e le prospettive per il futuro destano malumore e preoccupazione” ha spiegato don Paolo, secondo cui è in atto un piano per modificare la demografia dell’area “orchestrato dalla leadership sciita e manovrato dell’esterno con la complicità di una parte dei politici Shabak e di esponenti a Baghdad che li sostengono”. 30 anni fa gli abitanti di Bartella erano tutti cristiani. Adesso metà della popolazione è cristiana e metà musulmana di etnia Shabak. A due anni dalla sconfitta del “Califfato” meno di un terzo delle 3.800 famiglie di Bartella sono tornate a casa.