Donbass, gli ucraini si ritirano da Severodonetsk
L'esercito ucraino, da due mesi sotto pressione a Severodonetsk, ha ricevuto ieri l'ordine di ritirata. Innegabili le grandi difficoltà dell'esercito di Kiev che, nella battaglia di attrito, ha subito perdite ingenti. I russi avanzano nel Donbass ed ora puntano agli ultimi obiettivi, Sloviansk e Kramatorsk. A Kiev si cerca un capro espiatorio.
L'esercito ucraino ha ricevuto l’ordine di ritirarsi da Severodonetsk, nella regione di Luhansk, su posizioni più fortificate. Lo ha dichiarato il capo dell'amministrazione militare regionale di Luhansk, Serhiy Haidai, citato dall'agenzia di stampa Interfax-Ucraina.
"La situazione in cui si trovano truppe disgregate da molti mesi solo per essere lì' non ha più senso. Il numero di morti nei territori non fortificati può aumentare ogni giorno", ha sottolineato Haidai. "Pertanto, i nostri difensori a Severodonetsk hanno già ricevuto l'ordine di ritirarsi su nuove posizioni fortificate e da lì di combattere". Il ripiegamento degli ucraini (che ricorda quello “su posizioni prestabilite” che durante la Seconda guerra mondiale accompagnava sempre gli annunci di ritirate delle truppe italiane in seguito a sconfitte come quella di El Alamein) potrebbe essere ben più ampio di quanto dichiarato.
Severodonetsk è già da giorni in mano ai russi come molti villaggi nei suoi dintorni: nella cittadina gli unici reparti ucraini presenti sono arroccati in una parte dello stabilimento chimico Azot senza alcuna possibilità di fuga o ritirata. L’annuncio di Haidai sembra quindi riferirsi ad una ritirata dall’intero settore di Severodonetsk- Lysychansk dove i russi stanno per chiudere in due “sacche” con una manovra di accerchiamento circa 10mila militari ucraini.
Un piano messo a punto da tempo per bloccare le linee logistiche e far cadere l’area di Lysychansk senza doverla espugnare metro per metro come invece ipotizzano. I russi puntano a chiudere le truppe di Kiev in due sacche inclusa quella più a sud tra Zolote e Hirska. "In direzione di Toshkivka - Pidlisne, il nemico ha catturato gli insediamenti di Pidlisne e Myrna Dolyna", si leggeva nel rapporto dello stato maggiore ucraino del 22 giugno, secondo cui le truppe russe sono anche avanzate vicino a Hirske. Queste avanzate hanno inoltre avuto per effetto di tagliare il collegamento stradale tra i combattenti ucraini che difendevano Zolote e Hirske e altre unità ucraine a Lysychansk.
Ieri la milizia della Repubblica popolare di Luhansk ha reso noto che il raggruppamento dell'esercito ucraino intrappolato nella sacca di Gorskoe-Zolotoe, nel Donbass, è stato eliminato. "Il gruppo ucraino situato nella sacca di Gorskoe-Zolotoe e' stato eliminato. Tutti gli insediamenti sono sotto il nostro controllo", si legge nel messaggio diffuso sui canali Telegram in cui si aggiunge che le forze russe hanno installato lo stendardo della Vittoria (la bandiera che celebra il trionfo dell'Unione Sovietica nella Seconda guerra mondiale) sull'edificio dell'ex amministrazione militare-civile Ucraina di Zolotoe.
Più a nord, a ovest di Lysychansk i russi premono per tagliare le linee di rifornimento alla guarnigione ucraina costringendola a ritirarsi. Fonti militari della Repubblica popolare di Luhansk riferiscono della resa di molti reparti ucraini in questo settore dove i russi avrebbero distrutto il 22 giugno con attacchi dal cielo molti lanciarazzi multipli Uragan.
Le operazioni russe in corso consentirebbero poi di procedere sugli ultimi due grandi obiettivi dell’offensiva nel Donbass, Slovyansk e Kramatorsk, nel territorio della provincia ucraina di Donetsk, che potrebbero venire tagliati fuori dalle retrovie verso il fiume Dnepr da una più ampia manovra a tenaglia già ipotizzabile osservando gli sforzi tesi a tagliare le linee di comunicazione ucraine da Lysychansk a Bakhmut e sull'asse Izyum-Slovyansk, dove gli ucraini hanno rilevato la presenza di due reparti corazzati russi con ampio supporto d’artiglieria.
Innegabili le gravi difficoltà e le ampie perdite tra le truppe ucraine che potrebbero rendere più difficile la tenuta dei reparti in prima linea indipendentemente dall’afflusso o meno di armi occidentali. Reggere all’urto russo non dipende solo dalla disponibilità di armi avanzate, come sostiene la propaganda ucraina, ma soprattutto dall’addestramento e dall’equipaggiamento dei reparti militari ucraini, secondo molti report sempre più composti da coscritti con poca preparazione e con dotazioni molto limitate. Il ministero della Difesa russo ha annunciato che sul fronte nel Luhansk il 34° battaglione della 57a Brigata Meccanizzata ucraina ha perso 600 uomini (150 morti e 450 feriti) e le compagnie non conterebbero ormai più di 15-20 militari con gli ufficiali più giovani che hanno disertato.
Sempre i russi sostengono che la 30a Brigata Meccanizzata ucraina ha perso "il 50% del personale" con oltre 170 feriti evacuati dalla linea del fronte nel settore di Klinovoye (Donetsk). I russi sostengono inoltre di aver ucciso almeno 650 militari ucraini in 24 ore e anche se i numeri forniti da Mosca e da Kiev rispondono certamente a esigenze di propaganda, è innegabile che gli sviluppi sui fronti del Donbass vedono gli ucraini in gravi difficoltà.
Secondo il giornale statunitense Politico, che cita 4 fonti anonime vicine alla presidenza ucraina, Zelensky intenderebbe rimuovere il capo del Servizio di sicurezza interno (SBU), Ivan Bakanov, a causa dello sbandamento di diversi reparti in prima linea e delle ingenti perdite territoriali. La ricerca di un capro espiatorio per le sconfitte militari potrebbe anticipare un profondo distacco tra le forze armate e i leader politici ucraini a causa di un contesto militare che vede i militari pagare un prezzo elevatissimo nel confronto bellico con i russi, senza i mezzi e la preparazione per poter sperare nella vittoria e per appagare le ambizioni del governo di Kiev o le aspirazioni a vedere la Russia indebolita e logorata che sembrano accomunare Stati Uniti, Gran Bretagna e (in modo autolesionista) l’Unione Europea.