Dolan in conclave: domande su Prevost e burro d'arachidi
L'arcivescovo di New York non viola il segreto imposto sugli scrutini, ma racconta di essere stato colto di sorpresa da quanti, sin dall'inizio, gli ponevano domande sul confratello statunitense. Che lui conosceva ben poco.

Il 4 settembre la Fairfield University, nel Connecticut, ha ospitato una Serata con il cardinale Timothy Dolan: riflessioni sul conclave e sul nuovo Papa americano: Leone XIV. Della serata ha offerto una sintesi il National Catholic Register. L'arcivescovo di New York non ha violato il segreto imposto sulle operazioni di voto che hanno portato all'elezione di Prevost, ma ha raccontato aneddoti significativi, anche alla luce dell'esperienza di due conclavi: se nel 2013 era un novellino, cardinale da soltanto un anno, stavolta era un veterano, uno dei soli 25 porporati ad aver già vissuto almeno un conclave rispetto ai restanti 108. In particolare è emersa l'attenzione che sin dall'inizio si è concentrata sul futuro Leone XIV che Dolan, ammette, conosceva ben poco, restando colpito dalle domande che gli venivano poste – essendo entrambi statunitensi – sul confratello che di lì a poco sarebbe stato eletto al soglio di Pietro.
«"Dolan, ci parli del cardinale Robert Prevost". "Robert Prevost? Chi è?". Sono sincero, gente. Ora mi vergogno a confessare che non lo conoscevo affatto bene. Vedete, pensavano che lo conoscessi, visto che era americano». A quel punto ha dovuto conoscerlo meglio anche lui: «era descritto come sensibile, riflessivo, un ascoltatore calmo, un gran lavoratore, un manager esperto, non contrario alle decisioni difficili, con una profonda conoscenza della Chiesa universale e delle sue diverse esigenze pastorali» e «non apparteneva a nessuno dei gruppi di candidati più ideologici che il mondo esterno aveva identificato». A conoscerlo ancora meglio ha contribuito, involontariamente, l'esperienza del passato, al precedente conclave: «Sapevo di dover portare le mie razioni di emergenza, vale a dire il burro di arachidi. ... Mi sono seduto da solo per la colazione con un barattolo di Skippy, solo per essere raggiunto da un certo cardinale Robert Prevost, che è stato attratto al mio tavolo, non certo da me, ma dal burro di arachidi, che stavo condividendo!».