Distrutta da un incendio doloso una cappella in India
È andata del tutto distrutta e lascia senza un luogo di culto la comunità cattolica di un villaggio dell’Assam
La sera del 15 gennaio un incendio doloso ha distrutto completamente la cappella di Santa Teresa del Bambin Gesù di Chokragaon, un villaggio dello stato di Assam, India. Forse non è casuale che sia successo proprio tre giorni dopo che nella cappella erano stati ordinati due nuovi sacerdoti che poi il giorno successivo, il 13 gennaio, avevano celebrato la loro prima messa nel cortile, alla presenza di tutti gli abitanti del villaggio. “Tutto è bruciato dal tetto alle finestre di legno, all’altare fino al crocefisso alle statue” ha raccontato all’agenzia di stampa AsiaNews monsignor Michael Akasius Toppo, vescovo di Tezpur, che ha chiesto alle autorità di svolgere una indagine accurata per trovare i responsabili. La cappella aveva 75 anni come il villaggio in cui oggi vivono in pace e armonia famiglie di tutte le confessioni. Era il fulcro di una comunità cattolica attiva e vivace, un centro di vita spirituale e culturale per tutta la comunità. “Anche se è un piccolo villaggio – ha spiegato il segretario di monsignor Toppo, padre Xavier Narzary – la nostra comunità ospita ben 160 famiglie cattoliche da cui sono emerse molte suore religiose e sacerdoti nel corso degli anni. Gli abitanti saranno ora costretti a recarsi nella loro chiesa parrocchiale o a riunirsi nelle case degli altri per continuare le loro preghiere e raduni spirituali”. L’Assam Christian Forum e lo United Christian Forum di Udalguri e altre associazioni cristiane si sono subito attivati per dare solidarietà agli abitanti del villaggio. “Oggi è l’inizio della settimana dell’unità dei cristiani nell’Anno Santo del Giubileo – ha commentato monsignor Toppo – e stiamo vivendo un’intensa solidarietà di unità ecumenica cristiana a causa dell'incendio della cappella, unendoci attraverso la preghiera, la sofferenza, l’inquietudine e la cooperazione. Gli attacchi ai luoghi di culto non solo danneggiano le strutture fisiche, ma minano anche l’unità e il tessuto della comunità”.