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SMOM

(Dis)ordine di Malta, adesso interviene il Papa

S'avvicina la resa dei conti all'interno dell'Ordine di Malta dove la tensione è alta tra il delegato speciale del Papa, il cardinale Tomasi, e il Gran Cancelliere von Boeselager, che non intende accettare le modifiche delle Costituzioni dell'Ordine preparate dalla commissione presieduta da Tomasi. E allora a fine febbraio interverrà direttamente papa Francesco.

Ecclesia 14_02_2022

Potrebbe essere vicina la resa dei conti all'interno del Sovrano Ordine di Malta (Smom). Per fine mese, infatti, dovrebbe svolgersi un incontro con tutti i principali protagonisti dello scontro che sta dilaniando una delle istituzioni più antiche della civiltà occidentale. Si ritroveranno al cospetto di Papa Francesco, descritto più determinato che mai ad intervenire di persona per risolvere una volta per tutte la diatriba sull'esito della riforma costituzionale. Nella saga dei cavalieri di Malta, però, è difficile che il Santo Padre possa ripartire la responsabilità della situazione in parti uguali: la sua Lettera del 25 ottobre, infatti, ha reso pubblico il pieno sostegno papale all'operato del Delegato Speciale, quel cardinale Silvano Maria Tomasi che negli ultimi due mesi deve aver perso più di una volta la pazienza da diplomatico navigato di fronte alle resistenze del Gran Cancelliere, Albrecht Freiherr von Boeselager.

Tra i due c'è stato un botta e risposta a colpi di missive con le accuse di "indebita circolazione" da una parte e di chiusura dei "canali convenzionali tra entità sovrane" dall'altra. L'apice dello scontro, però, si è raggiunto con l'iniziativa del barone tedesco di dar vita ad una sorta di commissione ombra incaricata di lavorare ad un percorso di riforma costituzionale de facto alternativo a quello elaborato dal team di Tomasi. Una decisione rivendicata da Boeselager in una lettera interna di fine gennaio nella quale è tornato a rassicurare sul fatto di non voler trasformare l'Ordine in una Ong e ad attribuire a Marwan Sehnaoui, presidente dell'associazione libanese, l'esclusività sulle comunicazioni relative al processo di riforma. Un mandato, però, che Papa Francesco ha chiaramente attribuito al cardinale Tomasi, indicato come suo "esclusivo portavoce per tutto ciò che attiene alle relazioni tra questa Sede Apostolica e l’Ordine" nella Lettera del 25 ottobre 2021.

Nel messaggio inviato ai membri dello Smom, il Gran Cancelliere ha parlato con soddisfazione del fatto che "un gruppo rappresentativo dell'Ordine di Malta" sia stato ricevuto dal Papa "insieme al gruppo di lavoro del Delegato Speciale". Il riferimento era probabilmente ad un incontro avvenuto sabato 29 gennaio 2021 e di cui si è avuta notizia anche sul bollettino ufficiale della Sala Stampa della Santa Sede nel quale, però, viene riportato che il Papa avrebbe ricevuto in udienza soltanto il cardinale Tomasi e padre Gianfranco Ghirlanda. Quest'ultimo è la punta di diamante della commissione di lavoro voluta dal Delegato Speciale e autrice della bozza fortemente contestata dalla componente tedesca.

Padre Ghirlanda è uomo in cui Bergoglio ripone piena fiducia, tanto da avergli affidato tutti i dossier più complicati sui movimenti ecclesiali. L'orientamento della bozza, indirizzato ad un consolidamento della centralità del carattere religioso nella vita e nel governo dell'Ordine, lo rendono probabilmente indigesto al Gran Cancelliere e ai suoi che, al tempo stesso, lo temono per il rapporto fiduciario con Santa Marta. In questo senso, le parole rassicuranti della lettera potrebbero essere interpretate come un segnale di debolezza della componente tedesca che sembrerebbe provare a dar sfoggio di essere sicura che, alla fine, l'esito del braccio di ferro sarà ad essa favorevole.

Una sicurezza che, però, a tutt'oggi parrebbe mancare se è vero - come riportato da indiscrezioni di figure interne all'Ordine - che si starebbe cercando disperatamente sponde in Segreteria di Stato per ribaltare il risultato della partita. Durante l'udienza del 29 gennaio, comunque, Papa Francesco ha annunciato l'intenzione di intervenire personalmente per sbrogliare la matassa ed ha chiesto di sospendere ogni attività delle commissioni fino a fine mese. E se il gruppo ufficiale del cardinale Tomasi si è adeguato, non pare aver fatto lo stesso quello che Boeselager ha affidato alla guida di Maarwan Sehnaoui. Da Oltreoceano, infatti, è arrivata a Roma la testimonianza di un reggente americano su una riunione virtuale presieduta da Peter Szabadhegy (l'altro uomo indicato dal Gran Cancelliere per occuparsi della riforma costituzionale) che si sarebbe tenuta il 2 febbraio senza che ne fosse informato in alcun modo il Delegato Speciale.

Alla luce di ciò, c'è grande attesa all'interno dell'Ordine per l'appuntamento fissato dal Pontefice regnante a fine febbraio: il suo intervento basterà a ripristinare l'obbedienza attorno all'atteso aggiornamento in senso spirituale della Carta Costituzionale?